La società della cura
Disarmisti Esigenti e WILPF Italia in presidio a Montecitorio
Noi, Disarmisti esigenti e WILPF Italia, aderendo a tutta la piattaforma della CONVERGENZA PER LA SOCIETA' DELLA CURA, in particolare sottolineiamo l'importanza della scelta politica di ricavare parte delle risorse per il "dono" (oltre 10 miliardi) dalla riduzione delle spese militari.
Si badi bene: si esige, come convergenza coalizzata di associazioni per la società della cura, un taglio drastico di queste spese e non una moratoria!
La consegna a Roma del "Dono di Natale" della società della cura è avvenuta dopo il presidio svoltosi:
MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2020 ORE 12.00 di fronte alla Camera dei deputati - Piazza Montecitorio, davanti all'obelisco
Li è stato allestito un albero di Natale con strisce colorate e pacchetti regalo, ciascuno dei quali ha rappresentato le diverse proposte contenute nell'appello.
Ci sono stati anche dei magi contemporanei - un'infermiera, uno studente privato della scuola, un ferroviere e diverse persone con la valigia in mano perché a rischio sfratto.
Una volta allestito l'albero e distribuito l'appello ai passanti, una rappresentanza del presidio si è recata al Parlamento per la consegna formale del dono-appello.
L'invito, da parte Disarmisti esigenti e WILPF, è stato quello di partecipare con cartelli riferiti: al taglio delle spese militari e nucleari; alla necessità che l'Italia ratifichi il Trattato di proibizione delle armi nucleari e fuoriesca dalla condivisione nucleare NATO; allo stanziamento di fondi che promuovano la conversione civile della produzione bellica (ad es. la RWM); al rifiuto che l'industria della difesa possa essere considerata "pilastro della ripartenza" (la giustificazione del volo sopra Assisi delle Frecce Tricolori).
Ovviamente non ci si fa nessuna illusione sul fatto che le condizioni politiche odierne vedano una rappresentanza istituzionale del tutto schiacciata sullo scatto della corsa agli armamenti mondiale in corso.
Il bilancio statale presentato dal governo Conte, se il Parlamento lo accettasse così come è, farebbe scattare a circa 24,5 miliardi di euro il solo budget del Ministero della Difesa. Qui – per ragioni di semplificazione divulgativa – possiamo citare, per le cifre precise, la sintesi effettuata dal SERVIZIO STUDI della Camera dei deputati della legge di Bilancio 2021, tecnicamente il DDL AC 2790.
“Il ddl di bilancio 2021-2023 (A.C. 2790) autorizza, per lo stato di
previsione del Ministero della difesa, spese finali, in termini di competenza,
pari a 24.541,8 milioni di euro nel 2021 (erano 22.941,7 milioni di euro nel 2020)".
Tornano allora in Parlamento i programmi della Difesa: portaerei, cacciabombardieri, blindati, nuovi elicotteri, satelliti e difesa spaziale. Si abbeverano a due fonti: fondi diretti del Ministero della Difesa e di quelli messi a disposizione dal Ministero per lo Sviluppo Economico. E non si toccano le missioni militari all’estero, una componente significativa delle spese militari, che ci costa circa 1 miliardo di euro..
Alfonso Navarra - portavoce dei Disarmisti esigenti cell. 340-0736871
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