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L'Italia cessi di rifornire di armi chi ogni giorno in Africa commette stragi

Giornata internazionale dell'Africa

L'Africa ci parla, ci interroga, ci indica i nostri comuni doveri, e primo fra tutti il dovere di condividere il bene ed i beni fra tutti gli esseri umani, tutti ugualmente appartenenti all'unica umana famiglia, tutti ugualmente abitanti di quest'unico mondo vivente.
24 maggio 2020
Peppe Sini (Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera)

Per l'Africa

Il 25 maggio ricorre la Giornata internazionale dell'Africa, nell'anniversario della fondazione dell'Organizzazione per l'unita' africana nel 1963.
E' una ricorrenza importante, che convoca ogni persona di volonta' buona ed ogni istituzione democratica a una profonda riflessione, a un esame di coscienza, a un impegno concreto.
Tutto l'umanita' deve all'Africa: poiche' e' in Africa che l'umanita' ha avuto inizio e da li' si e' irradiata su tutto il pianeta. Siamo quindi tutte e tutti discendenti da africani.
Ma in una plurisecolare vicenda l'Africa e' stata selvaggiamente depredata e le popolazioni africane hanno subito violenze inaudite innanzitutto dall'imperialismo e dal colonialismo europei.
L'Africa e' ancor oggi un continente insieme ricchissimo e depredatissimo. Se le risorse africane fossero - come dovrebbero - nella disponibilita' dei popoli africani, e non dei poteri vampiri transnazionali e delle elites dittatoriali in combutta col neocolonialismo, in Africa non vi sarebbe ne' fame ne' violenza; le popolazioni africane vivrebbero nel benessere se i loro beni non fossero loro rapinati dalle gerarchie stragiste e dal totalitarismo globalizzato del Nord sul Sud del mondo come dai regimi e gruppi criminali e terroristici che ne riproducono a livello regionale la violenza onnicida.
Questa e' la verita': che le popolazioni africane subiscono fame e violenze inaudite perche' le ricchezze di tutte e di tutti sono rapinate dalla violenza armata e assassina di pochi oppressori che hanno i loro centri di comando nelle stanze blindate del nord del mondo, nei consigli d'amministrazione del capitale finanziario, nei gruppi sociali dominanti che hanno imposto senza esitare le catastrofi ed i genocidi al fine di incrementare il tasso di profitto; i gruppi di potere che schiavizzano e riducono a merce ed a scarto la stragrande maggioranza dell'umanita'; i gruppi di potere che stanno avvelenando, devastando e distruggendo l'intera biosfera.
Le persone che in Africa e in altri luoghi degli sterminati sud del mondo sono vittima di questo sistema di potere mafioso e nazista di dimensioni planetarie, per sfuggire a una cruda esistenza di orrori e a una celere morte di stenti, possono solo lottare - se e quando e fino a quanto e' umanamente possibile - ovvero fuggire per sopravvivere altrove. Raramente vi e' un'alternativa alla migrazione, che non e' un atto di resa ma di resistenza, come resistettero gli esuli che dovettero abbandonare l'Italia mentre il criminale regime razzista trionfava e si consolidava nell'indifferenza del resto del mondo: sovente l'emigrazione e' l'unico modo per restare in vita e per poter ancora aiutare i propri familiari, il proprio popolo e l'umanita' intera.
L'epocale fenomeno migratorio ha qui le sue radici.
Tutte le culture antiche lo sapevano, in questo tanto piu' civili di noi: in tutte esse l'ospite e' sacro; la persona che ha dovuto abbandonare la sua casa e viene chiedendo aiuto riceve aiuto, perche' essere umani e' questo: avere bisogno di aiuto e dare aiuto a chi ne ha bisogno. Chi rifiuta o minaccia od opprime il migrante dimentica la sua stessa umanita', da persona si fa bruto.
La Costituzione italiana, che sia benedetta, riconosce a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani; stabilisce il dovere della repubblica di aiutare chiunque di aiuto ha bisogno; prevede il diritto d'asilo per chiunque nel proprio paese si vede negati i diritti che l'Italia invece riconosce. Si vede che chi scrisse la Costituzione ricordava ancora bene l'orrore del fascismo, del nazismo, della guerra; e sentiva il dovere morale e civile di stabilire per legge il dovere di salvare le vite, il dovere di non abbandonare nessuno negli artigli dell'oppressione, della sofferenza, della paura, della morte.
*
L'Africa ci chiama, ci convoca a riconoscere la nostra umanita', i nostri doveri: e il primo dovere e' rispettare e salvare tutte le vite.
Nel secondo Novecento, dopo l'orrore del fascismo e delle due guerre mondiali, l'esperienza forse piu' luminosa dell'umanita' e' stata la lotta vittoriosa di Nelson Mandela, che dal capo estremo dell'Africa ha saputo essere voce e volto dell'umanita' intera affermando il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla giustizia e alla liberta', alla responsabilita' per il bene comune, alla condivisa sobria felicita' possibile.
L'Africa ci parla, ci interroga, ci indica i nostri comuni doveri, e primo fra tutti il dovere di condividere il bene ed i beni fra tutti gli esseri umani, tutti ugualmente appartenenti all'unica umana famiglia, tutti ugualmente abitanti di quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera.
Che fare, dunque?
Far cessare le guerre e le stragi, in Africa come ovunque. E per far cessare le guerre e le stragi occorre il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti. L'Italia cessi di rifornire di armi chi ogni giorno in Africa commette stragi. L'Italia cessi di favoreggiare regimi criminali e terroristi. Ogni persona ha il diritto e il dovere di opporsi al male, ogni persona deve impegnarsi per la democrazia e i diritti umani.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, in Africa come ovunque. E per difendere i diritti umani occorre far cessare tutte le dittature, la schiavitu', il razzismo, il maschilismo. E' possibile solo con il disarmo, con la cooperazione pacifica, con gli aiuti umanitari, con la solidarieta' internazionale, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Difendere l'Africa e l'intero mondo vivente dalla devastazione, dalla spoliazione, dalla desertificazione. Il tempo e' poco, e il cambiamento necessario ed urgente deve essere profondo: occorre uscire dalla struttura, dall'ideologia e dalla prassi fondate sulla massimizzazione del profitto dei piu' avidi, sul consumismo illimitato, sul disprezzo per l'altra persona, per gli altri esseri viventi e per la vita nel suo insieme, ed a questo sistema mortifero opporre l'umana convivenza, la pratica del dono, la cura reciproca, il bene comune. Occorre contrastare il male facendo il bene. Occorre sconfiggere la violenza con la nonviolenza.
Siamo una sola umanita'. E' quindi dovere di ogni persona e di ogni umano istituto soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Siamo una sola umanita'. Dobbiamo vivere in pace, nel rispetto e nell'aiuto reciproco.
Siamo una sola umanita'. Occorre abolire la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nessun essere umano sia piu' schiavo. Nessun essere umano sia piu' abbandonato alla fame, alla paura, al dolore e alla morte.
Occorre porsi alla scuola di Nelson Mandela.
Occorre porsi alla scuola di Wangari Maathai.
Occorre porsi alla scuola di Soumaila Sacko.
Occorre porsi alla scuola di tutte le donne e di tutti gli uomini che ci indicano la via del bene, della condivisione, della lotta contro tutte le menzogne e le oppressioni.

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