Albert - bollettino pacifista dal 17 al 23 marzo 2025

Un fronte unito contro il riarmo: il rilancio dell’azione pacifista

Petizione contro gli F-35, comunicazione più efficace e radicamento territoriale: le attività del Coordinamento nazionale contro il riarmo. Uno dei passi più concreti è l’avvio di petizioni da portare ai banchetti nelle piazze, accompagnate da un sistema di raccolta firme da inviare al Parlamento.
23 marzo 2025
Redazione PeaceLink

Albert

ALBERT

BOLLETTINO PACIFISTA

La voce della ragione in tempi di guerra


Il 19 marzo si è riunito online il Coordinamento nazionale contro il riarmo, un'assemblea partecipata da oltre 40 attivisti e rappresentanti di gruppi pacifisti. Obiettivo: rilanciare l’azione unitaria contro la deriva bellicista che segna l’attuale scenario politico nazionale e internazionale.

Al centro del dibattito l’urgenza di una mobilitazione contro l’acquisto dei cacciabombardieri F-35, il cui costo totale per l’Italia è destinato a toccare i 7 miliardi di euro, con 280 milioni per ogni singolo velivolo, ben oltre il costo di listino (80 milioni). Mentre la Germania decide di rinunciare a nuovi acquisti, anche per i costi elevatissimi, l’Italia sembra voler rafforzare la propria dipendenza militare dagli Stati Uniti.

Il coordinamento ha deciso un salto di qualità nella comunicazione tra gruppi con l'archiviazione condivisa su memoria cloud condivisa, con cartelle regionali e spazi comuni per documenti e volantini, e uso del calendario eventi su PeaceLink.it per una visione d’insieme delle iniziative.

Il bisogno di unità e coordinamento è stato sottolineato da Pietro Morace, che ha invitato ad andare oltre le sigle per costruire un manifesto comune, capace di tenere insieme realtà come Donne per la Pace, Generazioni future, Resistenza radicale nonviolenta, Fridays for Peace e molte altre.

Uno dei passi più concreti è l’avvio di petizioni da portare ai banchetti nelle piazze, accompagnate da un sistema di raccolta firme: strumenti semplici, ma efficaci, per alimentare la consapevolezza e far sentire ai parlamentari la voce della società civile.

Vi è poi la raccolta firme on line contro il riarmo e per firmare basta cliccare su www.peacelink.it/noriarmo

Per uscire dall’invisibilità mediatica, si è parlato anche di conferenze stampa nelle aule parlamentari e di una comunicazione mirata tramite agenzie stampa come Ansa o ADNKronos o riviste indipendenti come Volere la luna. Tra i pochi giornali sensibili al tema della pace sono stati citati Il Fatto Quotidiano, Avvenire e Il Manifesto.

Andrea Catone ha tracciato le conclusioni: il movimento, che in passato appariva paralizzato, oggi riprende a muoversi. La guerra è tornata al centro del dibattito e ci interpella con urgenza. "Non si può più stare a guardare", ha affermato. Di fronte alla retorica della demonizzazione del nemico e all’assenza di una reale opposizione parlamentare, serve un’azione culturale, sociale e politica forte e radicata nei territori, capace di smontare le narrazioni belliche e proporre alternative.

Con umiltà, pazienza e determinazione, il Coordinamento nazionale contro il riarmo si candida a essere uno spazio collettivo di ricomposizione del movimento pacifista, libero da marchi, centrato sui contenuti e aperto a tutte le forze che vogliono davvero costruire la pace.


F-35

Appello contro l’acquisto di ulteriori 25 F-35: “Spesa ingiustificata, sottratti 7 miliardi a sanità e istruzione”

Un gruppo di esponenti del mondo pacifista e della società civile ha lanciato un appello – pubblicato sul Fatto Quotidiano– per chiedere al Parlamento italiano di opporsi all'acquisto di ulteriori 25 caccia F-35, in aggiunta ai 90 già previsti dai contratti sottoscritti in passato. La nuova fornitura comporterebbe una spesa di 7 miliardi di euro, comprensiva del supporto logistico, e sarebbe a carico del bilancio pubblico.

Gianni Alioti, Chiara Bonaiuti, Domenico Gallo, Alessandro Marescotti, mons. Giovanni Ricchiuti e padre Alex Zanotelli sottolineano: “Si tratta di una spesa colossale – si legge nel testo – che va a sommarsi ad altri programmi militari già finanziati, come i 7 miliardi per il caccia di sesta generazione GCAP e i 7,4 miliardi per l’acquisto di nuovi Eurofighter Typhoon”.

L’appello sottolinea inoltre la sproporzione dei costi rispetto ad altri Paesi: “La Romania spenderà 6,1 miliardi per 32 F-35, la Grecia 3,5 miliardi per 20, la Finlandia 9,4 miliardi per 64 e Israele 3,3 miliardi per 25. La Germania, nel frattempo, sta valutando di annullare il proprio ordine”.

I firmatari criticano il fatto che tali risorse vengano sottratte a settori chiave del welfare come la sanità, l’istruzione e l’ambiente, ribadendo la necessità di un modello di difesa centrato sulla sicurezza sociale e non sulla corsa agli armamenti. Da qui l’invito rivolto ai parlamentari a respingere la proposta e alla società civile a informarsi, mobilitarsi e far sentire la propria voce.


La piazza pro-Europa di Michele Serra e la bandiera della pace

Sulla sua pagina Facebook la Fondazione esprime forte disappunto per il clima di ostilità subito nella piazza "pro-Europa" convocata da Michele Serra. Ma la scelta di partecipare all'evento ha ricevuto molteplici critiche. Gli attivisti pacifisti dichiarano di aver ricevuto pressioni affinché chiudessero la propria lunghissima bandiera della pace. "Per ore e ore hanno tentato in tutti i modi di farci chiudere la bandiera della PerugiAssisi". Aggiungendo: "Ci hanno escluso dal palco".

Continua su https://www.peacelink.it/pace/a/50627.html


L'Europa dei sonnambuli e la rabbia della sconfitta

Perché temere il dialogo tra Russia e Stati Uniti?

Oggi, mentre gli Stati Uniti cercano canali di comunicazione con Mosca, c'è chi in Europa reagisce con isteria mentre occorre solo gioire perché si sta allontanando lo spettro della guerra nucleare, pericolosamente sfiorata nel 2022.

130 bambini palestinesi uccisi in un solo giorno

Il 18 marzo è stato il momento più tragico in un anno di guerra

Gaza, inferno per l’infanzia: la denuncia dell’UNICEF scuote le coscienze

In un solo giorno sono stati uccisi oltre 130 bambini palestinesi nella Striscia di Gaza. Lo ha denunciato con parole durissime Catherine Russell, direttrice generale dell’UNICEF: “I resoconti e le immagini che emergono dalla Striscia di Gaza in seguito agli attacchi di oggi sono più che terribili”. È il più alto numero di vittime infantili registrato in un solo giorno dall’inizio dell’ultima offensiva militare israeliana.

Gli attacchi aerei ordinati da Netanyahu hanno colpito anche rifugi di fortuna, dove famiglie intere cercavano riparo nella notte. “A Gaza nessun luogo è sicuro”, ha ricordato Russell, mentre l’accesso agli aiuti umanitari resta bloccato da sedici giorni, aggravando una crisi già disumana. Senza acqua potabile, senza elettricità, senza scampo. Gaza è diventata una trappola mortale, soprattutto per i più piccoli.

La direttrice dell’UNICEF ha rivolto un appello urgente: “Gli attacchi e la violenza devono cessare – ora. Esortiamo tutte le parti a ripristinare immediatamente il cessate il fuoco e chiediamo ai Paesi che hanno influenza di usare la loro voce per garantire che la situazione non si deteriori ulteriormente”.

Il silenzio di fronte a questa tragedia è complicità. La voce dei bambini massacrati chiede giustizia, protezione, umanità. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato. E invece viene calpestato ogni giorno sotto le macerie di Gaza.


Poesie contro la guerra

Sul sito di PeaceLink è disponibile una raccolta di poesie contro la guerra, un prezioso strumento per educare alla pace attraverso la forza della parola e della bellezza.
Le poesie, spesso scritte in tempi di conflitto, parlano al cuore e stimolano la riflessione sul valore della vita e sull’assurdità della violenza.

È importante portarle nelle scuole, per formare coscienze critiche e sensibili, capaci di opporsi alla logica della guerra e di costruire un mondo più giusto.

La raccolta è consultabile a questo link:
https://www.peacelink.it/cultura/a/49917.html

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    Alessandro Marescotti
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