USA

Oltre la politica della Grande Bugia

Deficit didattico e nuovo autoritarismo
18 luglio 2012
Henry A. Giroux
Tradotto da Silvia Cassanelli per PeaceLink
Fonte: www.truth-out.org - 19 giugno 2012

Niente al mondo è più pericoloso di una genuina ignoranza e coscienziosa stupidità. - Martin Luther King Junior

giroux Gli americani sono affetti da un deficit del sistema scolastico. Con questa frase intendo dire che la scuola mostra un’incapacità sempre maggiore di: pensare in modo critico, mettere in discussione l’autorità, riflettere, valutare le prove, discernere tra argomentazioni fondate e opinioni, prestare attenzione alle differenze e stabilire una relazione di scambio di informazioni tra i problemi del privato e questioni pubbliche più globali. Tale analfabetismo politico-culturale dilagante non è solamente un problema individuale, che si riferisce all’ignoranza. Ma è un grattacapo collettivo e sociale che arriva fino al cuore della critica dilagante alle sfere democratiche e le istituzioni pubbliche che sostengono e promuovono capacità analitiche, scambio di riflessioni e la volontà di considerare il sapere come una risorsa per i metodi di educazione d’intervento individuale e sociale. Una delle conseguenze più importanti di questa falla, nel sistema di istruzione e della cultura dell’ignoranza che lo sostiene, è quello che definisco come l’ideologia della grande bugia - che diffonde il mito del sistema del libero mercato, considerato l’unico meccanismo che assicura la libertà individuale delle persone e che salvaguardia la democrazia.

Il deficit del sistema scolastico, insieme al calo dei livelli di alfabetizzazione civile, è parte del rifiuto collettivo del popolo americano di conoscere. Una resistenza, concentrata su quella parte della società che si occupa del sapere, la quale sfida il buon senso, oppure a riflettere sui fatti e le verità che sono inquietanti, riguardo al il modo in cui disturbano una delle nostre credenze predilette; in particolare quelle che denunciano i peccati di un governo troppo assistenziale, legittimano livelli diversi di incertezza economica, iniquità sociale e un ridotto o minimo intervento del governo per quanto riguarda la legislazione dei sussidi. (1) Il declino di educazione e dell’alfabetizzazione nella società americana è considerato un dilemma politico, la cui produzione sociale è rintracciabile in una vasta gamma di forze radicate profondamente nella natura mutevole dell’educazione e i vari apparati che la generano, che vanno dalle nuove tecnologie digitali al giornalismo online ai classici mezzi di comunicazione come: i quotidiani, le riviste e la televisione. La politica è tenuta in ostaggio da ciò che Raymond Williams ha chiamato la “forza dell’educazione permanente”, una specie di pedagogia pubblica che si è diffusa attraverso una pletora di macchine da insegnamento che stanno plasmando il modo in cui sono formate le nostre idee più influenti. (2)Per Williams il concetto di “educazione permanente” era un’idea fondamentale e politica:

Ciò che è messo ampiamente in rilievo è la forza didattica della nostra esperienza sociale e culturale. Pertanto riguarda non solo l’educazione permanente sia di tipo formale sia informale, ma anche ciò che l’ambiente, le sue istituzioni e relazioni, insegna in maniera attiva e profonda… [Il concetto di educazione permanente si riferisce anche a] il campo in cui le nostre idee del mondo, di noi stessi e delle nostre possibilità vengono formate e divulgate. Operare per recuperare il controllo di questo campo è una priorità. Per coloro che possono dubitarne, basta guardare la televisione, leggere i giornali o le riviste femminili, qui c’è l’insegnamento, finanziato e distribuito in modo più ampio rispetto all’educazione formale. (3)

Il concetto di William riguardo la relazione tra educazione e politica assume più importanza ai nostri giorni che ai suoi tempi, negli anni Sessanta, quando ha sviluppato la sua teoria. La forza didattica della cultura più diffusa è il fattore determinante e principale, se non il più potente, di che cosa si consideri come: sapere, ente, politica e la stessa democrazia. La macchina dell’educazione permanente e le relazioni pubbliche e pedagogiche, che queste creano, sono diventate i meccanismi principali e strutturali per determinare quali informazioni vengono incluse, chi sono i protagonisti, quali storie sono raccontate, quali rappresentazioni diventano realtà e cosa è considerato normale o sovversivo. L’impianto culturale dell’educazione popolare e la pedagogia pubblica giocano un ruolo importante nel concepire come i problemi vengono percepiti, quali valori e relazioni sociali hanno importanza e se si formeranno delle piccole spaccature (nel sistema) che creeranno scompiglio nei circoli della certezza che adesso dominano come il buon senso. Ma l’educazione non è lontana dal raggiungimento del potere e dell’ideologia. Siccome gli apparati culturali più importanti e le tecnologie della pedagogia pubblica sono concentrati in poche mani, la forza didattica della cultura diventa uno strumento potente e ideologico per legittimare i valori spinti dal mercato e le relazioni sociali, basate sulle omissioni, sotterfugi, bugie, equivoci e falsità, favorendo i fautori di una serie di fondamentalismi economici, pedagogici e religiosi.

Per la prima volta nella storia moderna, le istituzioni centralizzate e commerciali che includono varie culture da quella tradizionale e radiotelevisiva a quelle nuove interattive e computerizzate – piuttosto che quella tramandata da: i genitori, le chiese o le scuole – ci raccontano molte storie che plasmano la vita degli americani. Non è una questione di poco conto visto che gli aneddoti che la società racconta riguardo alla sua storia, alla vita civile, alle relazioni sociali, all’educazione, ai bambini, all’immaginazione sono un mezzo per misurare come la società valuta sé stessa, gli ideali di democrazia e il suo futuro. La maggior parte dei racconti esposti agli americani riguardano la necessità di un capitalismo neoliberista, di uno stato di guerra permanente e dei vantaggi della cultura della paura. Il fronte interno rivela nella ben voluta morte dello stato sociale, il raggiungimento necessario e globale del mercato azionario affinché si decidano tutti gli aspetti della nostra vita, dal restringimento della libertà, al libero consumo, la patologia delle relazioni sociali che non sono sottoposte al dominio dei prodotti di consumo e del capitale finanziario e il concetto che tutti sono responsabili del loro destino in un mondo che ora somiglia a una vasca di squali.

Gli stati democratici hanno bisogno di cittadini informati affinché funzionino e possono salvarsi attraverso una cultura formativa che produce individui che siano ben disposti a pensare in modo critico, a immaginare un mondo diverso e ad agire con responsabilità. L’America sembra si sia allontanata da quella possibilità, quella voglia di riflettere e andare oltre la produzione sistematica delle cose scontate, l’influenza del conformismo, la fiducia confortante nella certezza e il ritiro indolore in un mondo fatto di buonsenso. La filosofa Hannah Arendt ha capito il pericolo che costituisce uno stato di questo genere, che ha definito il luogo comune del male e ha descritto come: “una incapacità curiosa e abbastanza fondata di pensare” (4). Dal punto di vista di Arendt questo era di più che pura e semplice stupidità, era un tipo di sventatezza costruita che indicava la scomparsa della politica e costituiva una delle minacce più serie alla democrazia. Quella minaccia non è più semplicemente un elemento disperato di riflessione filosofica – è diventata la nuova realtà della vita statunitense. Le coordinate politiche, economiche e sociali dell’autoritarismo sono ci circondano e stanno diventando sempre più normali e pericolose attraverso la forza propagandistica della cultura più diffusa.

C’è poca differenza tra quello che definisco come un deficit dell’educazione e l’autoritarismo del mercato azionario che regna nel nostro mondo, con la sua asserzione a essere contemporaneamente sinonimo di democrazia e incontestabile per quanto riguarda le sue supposizioni e le sue politiche. Il deficit scolastico, un successo caratteristico del capitalismo neoliberale, ha prodotto una versione edulcorata dell’autoritarismo, popolare che diffonde i propri valori attraverso i video games, i reality, i VIP, le notizie dei quotidiani, programmi radiofonici e molti altri tipi di media che adesso sono indaffarati a produrre contenuti, desideri e sogni che riflettono un ordine del mondo dominato dalle società per azioni e dal “liberalismo”. Questo mondo dà importanza agli interessi egoistici di un gruppo ristretto, a individui soli e competitivi, al capitale finanziario, al regno dei prodotti economici e ai diritti “naturali” o presunte tali del fondamentalismo del libero mercato. Questo tipo di ‘turbo’ capitalismo con il suoi sistemi di compressione culturale della legittimazione fa più che distruggere il bene delle persone; svuota la democrazia dalla sostanza e rende le politiche e la cultura autoritarie una condizione accettabile. Siccome i confini tra mercati azionari e valori democratici sono stati cancellati, la vita civile è diventata simile a una guerra e i fautori del fondamentalismo dei mercati inveiscono contro i sostegni statali e al contempo offrono una conferma del fatto che il mercato sia considerato l’architrave di tutte le relazioni sociali.

Nonostante il ricorso ai rituali formalistici delle elezioni, la democrazia come modo reale di rivolgersi alla gente e la politica non è morta negli Stati Uniti. Le truppe autoritarie sono in marcia e a questo punto sembrano aver conquistato potere a livello politico, economico e scolastico. I politici sono collusi con il potere delle società per azioni. Molti sono stati comprati dai lobbisti dell’industria. Questa condizione ignobile era particolarmente evidente all’epoca delle elezioni del 2010. Lo scrittore Charles Prince, commentando la colonizzazione della politica da parte di grandi quantità di denaro durante quelle elezioni, coglie le relazioni che si erano instaurate a quel tempo e che ora si sono rinforzate. Scrive:

Nel 2010 i fratelli Koch e gli altri sugar daddy di destra hanno versato milioni a svariate campagne governative oltre a consegnare la camera del Congresso statunitense a un branco di vandali nichilisti. Tutto questo ha prodotto un mucchio di governatori e legislatori completamente posseduti e gestiti dagli interessi di queste imprese; inoltre sono disormeggiati dagli elettori che li hanno votati per essere al governo. A sua volta, questa gente ha approvato varie politiche e promulgato diverse leggi, che garantivano solamente di rinforzare il potere delle persone che hanno concesso a loro di rivestire quella carica. (5)

In tempi più recenti il New York Times ha rivelato che poco dopo aver assunto la carica di presidente degli Stati Uniti, Obama “ha concluso un accordo a porte chiuse con la potente lobby farmaceutica, venendo meno al suo sostegno per la reimportazione di medicinali vendibili, sotto prescrizione medica, a basso prezzo.” (6)
Secondo il giornale Times l’accordo segreto “per alcuni sostenitori disillusi e liberali sarebbe una perdita di innocenza, o forse il trionfo del cinismo.” (7)In realtà ciò ha evidenziato un nuovo tipo di capitalismo che non controlla solamente i vertici dell’economia, ma che ha sostituito l’autorità politica con una forma aggressiva di governo d’impresa. Lo stato e le truppe scelte del mercato, prima forse inseparabili, sono diventati oggi sia uniti sia potentemente schierati. Dall’attacco di Reagan ai principi dello stato assistenziale al salvataggio delle banche attuato da Obama e il rifiuto di porre fine ai tagli delle tasse di Bush, al governo d’impresa come modo prominente della politica americana è difficile da perdere. E la resa della politica alla regola dell’impresa e l’amalgama delle forze antidemocratiche non è una faccenda limitata ad un solo partito. Come Bill Moyers e Michael Winship hanno sostenuto che “dal 1979, 377 persone, che sono comparse sulla lista pubblicata da Forbes dei 400 americani più ricchi, hanno dato circa la metà di un miliardo di dollari ai candidati di entrambi i partiti, la maggior parte di questi soldi sono stati devoluti nello scorso decennio. Il contributo medio ammonta a $ 335,100 (circa 275,01 euro) ciascuno.” (8)

Come è risaputo il presidente Clinton ha attuato delle politiche di deregolamentazione che hanno portato direttamente alla crisi economica del 2008, allo stesso tempo ha emanato riforme assistenziali, le quali hanno trasformato la guerra alla povertà in una lotta ai poveri. In realtà le misure economiche più radicali che Clinton ha avviato “ sono quelle connesse alla deregolamentazione dell’economia [che equivale a] alcune delle riforme più globali e deregolatorie del 20simo secolo.” (9) Analogamente i tagli fiscali di Bush per le persone abbienti non solo hanno accresciuto il potere delle mega società per azioni e della finanza per influire sulla politica a vantaggio dei titani di Wall Street e dei ricchi, ma ha anche punito la classe media e i poveri. La sentenza della Corte Suprema alla Citizens United ha reso molto evidente le manovre segrete che stanno dietro la politica contemporanea: ingenti somme di denaro che si trasformano in potere politico. L’economista Joseph Stiglitz continua a sostenere: “Ci siamo spostati dal concetto di democrazia, che dovrebbe essere basato su una persona, un voto a qualcosa di più simile a un dollaro, un voto. Quando si ha quel tipo di democrazia non si agisce per soddisfare i bisogni del 99% dei cittadini.” (10) Stinglitz ha ragione, l’attuale sistema politico non ha niente a che fare con la democrazia e invece ha molto a che vedere con una nuova forma di autoritarismo forgiato dagli interessi della elite finanziaria, dai fondamentalisti religiosi, dagli intellettuali avulsi dai problemi sociali e da chi influenza i politici.

Questo nuova forma di governo autoritario è diversa dal fascismo che era comparso in Germania e Italia a metà del 19simo secolo. Come ha fatto notare Sheldon Wolin i grandi affari non sono subordinati alla politica e alle forze della sovranità dello stato, ma sostituiscono il potere politico con quello dell’impresa. Inoltre il nuovo autoritarismo non si sforza “a dare alla massa un senso di potere collettivo e di forza, [ma] favorisce un senso di debolezza, di inutilità collettiva [attraverso] la paura appoggiata dall’economia d’impresa di ridimensionamento crudele, ritrattazione o riduzione della pensione e sussidi per la salute. Un sistema politico che implacabilmente minaccia di privatizzare la previdenza sociale e i sussidi per la salute, specialmente quelli riservati ai poveri.” (11) Secondo Wolin ci sono tutti gli elementi necessari a costituire una forma di autoritarismo che lui definisce con l’espressione “totalitarismo rovesciato.”

Pertanto tutti gli elementi sono al loro posto: un organo legislativo debole, un sistema legale che è al tempo stesso sottomesso e repressivo, un sistema di partiti in cui una parte, non importa se all’opposizione o alla maggioranza, è impegnata a ricostituire il sistema esistente così da favorire sempre e solo la classe dirigente dei ricchi, le persone che hanno conoscenze importanti e le imprese, mentre lasciano i cittadini poveri con un senso di impotenza e di sfiducia nella politica, contemporaneamente tengono la classe media in bilico tra la paura di non trovare un lavoro e l’aspettativa di ricompense meravigliose una volta che la nuova economia si sarà ripresa. Questo schema è appoggiato dai media, dalla integrazione nelle università dei loro benefattori che hanno delle grandi aziende, dalla macchina di propaganda condizionata da gruppi di esperti e da principi conservatori, dalla cooperazione tra polizia locale ed enti legislativi nazionali per il mantenimento dell’ordine pubblico atti a identificare i terroristi, stranieri sospetti e dissidenti all’interno dello stato.

Il deficit democratico non è, come molti cronisti hanno sostenuto, riducibile alla diseguaglianza, alla diffusione della frode creditizia, al trattamento fiscale di favore per i ricchi o alla mancanza di regole giuste per il settore finanziario. Sono problemi importanti, ma costituiscono più un sintomo che la causa del malessere, considerato in relazione al declino della democrazia e l’ascesa di un tipo di cultura barbara negli Stati Uniti. Il deficit democratico è collegato strettamente con un deficit “nell’educazione critica” (n.d.t. concetto elaborato da Henry Giroux, indica una filosofia che riguarda un certo tipo di didattica, il quale mira ad aiutare gli studenti a sviluppare la consapevolezza e la libertà di riconoscere tendenze autoritarie, a collegare la conoscenza con il potere e la capacità di agire in modo costruttivo.) che non ha precedenti. In tempi recenti il potere del capitale finanziario non ha solo preso di mira il regno della politica ufficiale, ma rivolge la sua attenzione a una serie di apparati didattici – un ecosistema ideologico vasto e complesso che riproduce sé stesso attraverso la sfumatura, la disattenzione, l’allusione, i miti, le bugie e travisamenti dei fatti. Questo ecosistema mediatico non cambia solamente il nostro senso del tempo, dello spazio e dell’informazione, ma ridefinisce il vero significato della previdenza e assistenza sociale ed è altresì lontano dal processo democratico, soprattutto perché l’architettura di internet e degli altri media sono nelle mani di interessi privati. (13) I mezzi di trasmissione didattici atti a diffondere i messaggi delle grandi imprese e della loro ideologia sono ovunque e negli ultimi venticinque anni hanno soffocato qualsiasi tipo di critica costruttiva e di sfida al fondamentalismo del mercato azionario.

La corruzione attuale e la condizione disastrata della politica americana ha a che fare con un autoritarismo crescente che è collegato a schieramenti economici, politici e culturali che hanno preso il controllo della democrazia per i propri scopi e hanno messo a punto forze strutturali e ideologiche, le quali costituiscono un nuovo sistema politico, non è semplicemente una serie di politiche sbagliate. In questo caso la soluzione non è proporre riforme frammentarie, come una redistribuzione di ricchezza e di profitto, ma consiste nel distruggere tutti gli ordini istituzionali, ideologici e sociali che rendono tollerabili la diseguaglianza e le altre forze anti democratiche. Anche il concetto di riforma è stato spogliato dal suo potenziale democratico, ed è diventato un eufemismo “per nascondere la realtà dei tagli draconiani agli stipendi, ai salari, alle pensioni e all’assistenza pubblica e gli aumenti di imposte regressive.” (14)

Invece di invertire i cambiamenti progressivi fatti dai lavoratori, donne, giovani e altre persone, gli statunitensi hanno bisogno di comprendere che cosa significherebbe far progredire le relazioni ideologiche e materiali della vera democrazia, mentre la società americana si libera dalla presa della “cultura autoritaria e politica.” (15) Ciò richiede nuovi concetti di: democrazia, responsabilità sociale, coraggio civico, società civile, democrazia stessa. Se non salvaguardiamo gli spazi pubblici rimanenti che forniscono agli individui e ai movimenti sociali occasioni d’incontro per formulare nuovi modi di pensare e di partecipare alla politica, allora l’autoritarismo stringerà la sua presa sul pubblico americano. In questo modo si creerà una cultura che criminalizza il dissenso, e coloro che soffrono per le ideologie e le politiche antidemocratiche, saranno accusati di aver causato l’attuale crisi economica e verranno puniti dall’elite che governa.

In questo momento storico la cosa essenziale da capire è che il destino della democrazia è legato indissolubilmente alla crisi della conoscenza caratterizzata da una mercificazione crescente, frammentazione, privatizzazione e un ritorno a idee razziste e scioviniste. Poiché la sapienza diventa astratta dalla cultura civica ed è ridotta a questioni di stile, rito e immagine, e sminuisce le condizioni politiche, etiche e di governo che influenzano la vita degli individui per costruire quelle sfere pubbliche necessarie al dibattito, all’azione collettiva e a risolvere problemi sociali urgenti. Siccome le sfere pubbliche sono privatizzate, mercificate e modificate dalle forze schiaccianti del turbo capitalismo, le opportunità di apertura, comprensione e dialogo che alimentano l’idea e la possibilità di instaurare un confronto sulla democrazia hanno finito di esistere.

La lezione da imparare in questo caso è che l’ente politico implica il saper riflettere, giudicare e scegliere, perché questi ultimi concetti influenzano particolarmente le attività critiche, le quali offrono la possibilità di cambiare. L’educazione civica, siccome è sperimentata e prodotta attraverso un numero sempre in calo d’istituzioni, fornisce agli individui l’opportunità di considerarsi capaci di fare più di quanto le strutture esistenti del potere di qualsiasi società data vorrebbero ammettere. Proprio il concetto di ente civico ed educazione critica che è stato messo sotto attacco dal nuovo ordine delle imprese del capitalismo d’azzardo.

 

Gli Intellettuali e la Macchina di Rieducazione

Il subentro conservatore della “pedagogia pubblica”, la quale studia i media e la cultura globale, con i suoi codificatori dell’ideologia neoliberale ha una lunga storia che parte dal lavoro dei “Chicago Boys” dell’Università di Chicago e arriva a vari centri di ricerca conservatori che sono emersi dopo la pubblicazione degli appunti di Powell all’inizio degli anni Settanta. (16) Il partito repubblicano molto probabilmente vincerà le elezioni e acquisirà il pieno controllo di tutti gli aspetti delle decisioni politiche statunitensi. Questo è estremamente pericoloso dato che il partito repubblicano è controllato dagli estremisti. Se vinceranno le elezioni del 2012 non solo estenderanno il lascito di Bush/Obama, vale a dire le missioni militari fuori dai confini americani, ma probabilmente intensificheranno anche la guerra interna negli Stati Uniti. Lo studioso di scienze politiche Frances Fox Piven sostiene giustamente: “Siamo stati in querra per decenni – non solo in Afganistan o in Iraq ma proprio qui a casa nostra. Infatti c’è stata una guerra devastante contro i poveri, questo conflitto non è stato notato fino ad ora.” (14) E la guerra sul suolo americano include molto di più della lotta ai poveri, ad esempio come campagne condotte contro i diritti delle donne, studenti, operai, persone di colore e immigrati, in particolare i latino americani. Siccome lo stato sociale si sta distruggendo, lo stato punitivo spande il suo potere e prende di mira ampie porzioni di popolazione. La guerra in Afganistan viene imitata nella lotta intrapresa contro le proteste pacifiche degli studenti. Inoltre la guerra è condotta anche contro i bambini delle elementari, che ora vivono nella paura che qualche poliziotto gli arresti nelle loro classi e che li metta in prigione come se fossero dei criminali. (18) È iniziata contro gli operai detraendo loro le pensioni, contrattando i diritti e la dignità. Lo spirito del militarismo è anche evidente nella guerra condotta contro lo stato assistenziale e ogni forma di protezione sociale di cui beneficiano i poveri, i disabili, i malati, gli anziani e altri gruppi considerati usa e getta incluso i bambini.

La parte edulcorata dell’autoritarismo statunitense non ha bisogno di mettere soldati nelle strade, sebbene sicuramente segua quel copione. Mentre il suo controllo si diffonde sulle istituzioni governative, le forze armate e la società civile in generale, recluta intellettuali che non si occupano dei problemi sociali e docenti universitari che forniscano supporto ideologico alle comunità residenziali con accesso controllato, alle istituzioni, e ai metodi didattici. Come Yasha Levine sottolinea ciò concede l’opportunità di mettere milioni di dollari nelle mani di pierre che lavorano per le grandi aziende, ad esempio Malcom Gladwell (sociologo e giornalista n.d.t.), che è diventato il “marchio e il mezzo di distribuzione dei messaggi delle imprese, costruito sulla dabbenaggine del pubblico che crede alla sua integrità e onestà intellettuale.” (19) Gladwell (il quale non sarà sicuramente solo) portavoce pagato da “Grandi multinazionali del tabacco e dell’industria farmaceutica difende la frode fiscale in stile Enron … guadagna centinaia di migliaia di dollari come pierre, qualche volta per le stesse compagnie e industrie di cui si occupa come giornalista.” (20)

Il potere delle grandi imprese usa questi docenti e ricercatori universitari “pagati per recitare”, gli intellettuali contrari a trattare i problemi della gente, i media e altri apparati didattici per discreditare le persone che il potere opprime e al tempo stesso conduce una guerra contro tutti i beni pubblici. Charles Ferguson ha notato la creazione di un settore economico, il che rende possibile la “vendita di competenze accademiche allo scopo di influenzare la politica del governo, i tribunali e l’opinione pubblica, ora è un business da miliardi di dollari.” (21) Inoltre la “consulenza accademica, legale, regolatoria e politica nei campi dell’economia, della finanza e regolamentazione che è dominata da una mezza dozzina di società di consulenza, molte uffici relazioni e vari gruppi industriali lobbisti che mantengono reti di docenti universitari da reclutare solamente allo scopo di sostenere gli interessi dell’industria nella politica e nei dibattiti regolatori.” (22)

Questi intellettuali “eremiti” creano ciò che William Black ha definito “ambiente criminogeno” il quale diffonde il male e la frode per sostenere gli interessi, i benefici e i valori degli straricchi. (23) Non è solo un bombardamento a tappeto della cultura, attraverso bugie, sotterfugi, ed eufemismi. In questo caso il linguaggio fa di più che semplicemente nascondere o promuovere la propaganda. Crea dei meccanismi di elaborazione, ecosistemi culturali e la crudeltà, mentre chiude gli spazi per il dialogo, la critica e la riflessione. Si dedica al doppio processo di demonizzazione e distrazione. La retorica della demonizzazione acquisisce varie forme: ad esempio definire avidi i vigili del fuoco, gli insegnanti e altri dipendenti pubblici perché vogliono tenersi stretti i loro benefici miseri. Etichetta gli studenti come irresponsabili perché sono obbligati a contrarre debiti, siccome gli stati hanno tagliato i fondi per l’istruzione universitaria (anche questo fa parte dello sforzo dei conservatori per indebolire lo stato sociale). I poveri vengono insultati e umiliati perché sono obbligati a vivere di buoni pasto, a non avere assistenza sanitaria sufficiente e accumulare sussidi di disoccupazione perché non ci sono lavori decenti. Le minoranze sono soggette a subire atti di razzismo, evidenti da parte dei media di destra, e di violenza da gran parte della società.

Gli intellettuali staccati dai problemi della società si scagliano contro i beni e i valori pubblici, sminuiscono i legami collettivi e considerano la responsabilità sociale come una patologia. Il canale Fox News e i suoi opinionisti raccontano agli americani che la vittoria del Governatore Scott Walker su Tom Barret nelle elezioni del Wisconsin costituì un duro colpo per i sindacati, mentre in realtà “i segnali della vittoria non erano molti, fu più una sconfitta per i sindacati, che per la nostra democrazia nell’era post Citizen United, quando le elezioni possono essere comprate con l’aiuto di pochi miliardari.” Come si spiega il fatto che il favorito del Tea Party Walker abbia raccolto più di 30.5 milioni di dollari durante le elezioni – una cifra di sette volte maggiore ai 3.9 milioni di dollari racimolati da Barret – devoluti da 13 miliardari? (25) Questo era il denaro delle grandi imprese procurato al fine di usarle per l’incursione pedagogica ideato per bombardare a tappeto i votanti con la retorica della distrazione e dell’inciviltà.

Gli stessi opinionisti che si scagliano contro il deficit economico del paese non lo collegano ai tagli fiscali generosi che supportano a favore delle grandi imprese, delle istituzioni e dei servizi finanziari che corrono rischi, i quali talvolta generano capitali, ma molto spesso producono debiti e instabilità, che serve ad aggravare la crisi economica americana.
Né collegano la recessione americana e la crisi economica globale agli attivisti criminosi che sono autorizzati da un sistema finanziario senza regole caratterizzato dalla frode dilagante dei crediti bancari, speculazione ad alto rischio, un sistema creditizio corrotto e disonestà morale ed economica. I portavoce degli ultraricchi pubblicano libri sostenendo che abbiamo bisogno più iniquità perché giova non solo alle persone abbienti, ma anche a tutti gli altri. (26) Questa è una forma di delirio autoritario che sembra mostrare i requisiti minimi per definito psicopatico, ammesso che l’impiego di fautori per “essere indifferenti, incapaci di sentirsi in colpa, dediti solamente ai loro interessi.” In questo resoconto non c’è accenno alla enorme sofferenza umana causata da una diseguaglianza crescente in cui le risorse delle società sono sprecate del tutto, mentre i salari per la classe media e gli operai rimangono in una fase di stagnazione, il consumo si arresta, i costi sociali vengono ignorati, i giovani sono esclusi dal lavoro e da ogni possibilità di realizzarsi e lo stato riconfigura il suo potere più per punire piuttosto che per proteggere la maggior parte dei cittadini.

Il coma morale, che sembra una caratteristica dell’elite e che dimora nella nuova etica del capitalismo d’azzardo, ha attratto l’attenzione degli scienziati, i cui studi denunciano che “i membri delle classi abbienti si comportano in modo poco etico, dicendo bugie durante le trattative d’affari, guidando illegalmente e imbrogliando per vincere un premio.” (28) Ma c’è qualcosa di più in gioco della condizione psicologica per quelli che frequentano i consigli d’amministrazione di Wall Street. Inoltre dobbiamo considerare gli effetti catastrofici prodotti dai loro valori e dalle loro politiche. Anzi Stiglitz ha sostenuto che: “la maggior parte degli americani vive in condizioni peggiori rispetto a 15 anni fa. Oggi un operaio americano, che lavora a tempo pieno, ha peggiorato la sua situazione finanziaria a paragone di 44 anni orsono. Ciò lascia allibiti, è mezzo secolo di stagnazione. Il sistema economico dà i suoi frutti a poche persone, i quali possono goderne completamente, ma la maggior parte dei cittadini non ha migliorato la sua condizione, l’economia non sta funzionando.” (29) Il sistema economico può anche non funzionare ma le logiche usate per giustificare il suo andamento attuale sembrano molto efficaci, riescono a descrivere il capitalismo d’azzardo che trasforma la democrazia nel suo opposto – una forma di regime autoritario edulcorato – un favore alla società intera.

Il declino della democrazia e la politica della distrazione

La democrazia sfiorisce, le sfere pubbliche scompaiono e le forze dell’autoritarismo si diffondono quando a una famiglia come i Waltons viene acconsentito di “accumulare una ricchezza pari a circa 90 miliardi di dollari, che equivale a quella racimolata dal 30% della popolazione americana meno abbiente.” (30) Questa somma ingente di denaro si trasforma in una quantità enorme di potere, come è evidente dai tentativi di pochi miliardari di comprare le elezioni locali, del governo o federali. Inoltre la concentrazione di ricchezza aggrava il divario economico tra le classi, rendendo gli individui sempre più incapaci a uscire dalla povertà e dalla sofferenza. Questo corrisponde a verità soprattutto alla luce di una ricerca che segnala: “Circa alla metà degli americani manca la sicurezza economica, ciò significa che vivono sopra la soglia minima di povertà, ma hanno denaro sufficiente a coprire le spese di casa, per comprare il cibo, le cure mediche, e altri costi di base… il 45% delle persone che vivono negli Stati Uniti faticano ad arrivare a fine mese. La cifra viene scomposta nel il 39% degli adulti e il 55% dei bambini.” (31) Le conseguenze sull’ingranaggio civico sono molto difficile da elencare, ma non serve molta immaginazione per pensare al modo in cui la democrazia possa fiorire, nel caso in cui l’accesso alla sanità pubblica, alla scuola, al lavoro e altri benefici pubblici fossero assicurati equamente distribuiti a tutta la società e non solo a una stretta cerchia di persone ricche. Se il potere e la ricchezza provengono dal ceto sociale più alto, 1% della popolazione statunitense, agli americani viene costantemente ripetuto che i poveri, i sindacati, le femministi, gli intellettuali critici e i funzionari statali stanno conducendo una battaglia di classe a scapito della civiltà e della democrazia.
Tony Judt affermava di essere poco preoccupato riguardo allo scivolare della democrazia americana in qualcosa di simile alla dittatura, è allarmato piuttosto per la società statunitense che si sta avvicinando a qualcosa di ancor più corrosivo: “la perdita di fervore, di fiducia nella cultura e nella democrazia, un senso di scetticismo e di abbandono” che diminuisce la capacità di avere una cultura democratica e formativa atta a opporre resistenza e trasformare tali ideologie anti democratiche da cui traggono vantaggio solo le grandi imprese, gli straricchi e i fondamentalisti. (32) Il governo si è convertito in una legittimazione ad arricchire quelli che già posseggono quantità ingenti di denaro, i banchieri, i manager che speculano, le grandi società per azioni e i dirigenti delle società di servizi finanziari. Gli americani vivono in una società in cui solo il concetto più inconsistente di democrazia elabora cosa significa essere un cittadino – fa equivalere gli obblighi dei cittadini al consumismo e equipara i diritti democratici alla libertà di consumo. Le forme di potere antidemocratico non sono isolate, ma vengono anche supportate degli apparati culturali della persuasione, estendendo la loro influenza ai social media e ai mezzi di comunicazione digitali, sofisticate tecnologie, l’ascesa degli intellettuali delle società per azioni e un sistema universitario che produce e approva gli eruditi che sono schierati dalla parte di interessi privati – di cui, come sottolinea Randy Martin, possono essere identificati come capitalismo d’azzardo che consiste nel “controllo continuo, attività e intervento.” (33)
In verità molte istituzioni che forniscono la didattica formale negli Stati Uniti sono diventati cospiratori insieme al capitalismo d’azzardo, la cui forza sta nel produrre, divulgare e legittimare i valori del mercato che promuove il mondo del culto dei prodotti economici, la cultura dei VIP, la competizione senza scrupoli, non prendersi responsabilità sociali e la mentalità della guerra di tutti contro tutti che distrugge il concetto di comunità, bene comune e diritti politici, sociali ed economici. I rettori delle università guadagnano un’enorme stipendio solo per far parte dei consigli aziendali, mentre la facoltà vende il loro sapere al offerente più ricco, agendo in questo modo le università si trasformano in centri di legittimazione per il capitalismo d’azzardo. (34) Certamente questi tipi di docenti universitari si spostano dalle sale del consiglio di amministrazione delle grandi società per azioni agli studi televisivi dei talk show e scrivono articoli che appaiono sulla prima pagina dei quotidiani. Sono i nuovi intellettuali migratori del capitalismo d’azzardo, che fanno qualsiasi cosa per favorire il funzionamento del potere dell’invisibile, al fine di dare la colpa dei fallimenti della società alle persone che invece sono le vittime e di diffondere le istituzioni e la cultura dell’anti intellettualismo e della distrazione in tutti gli aspetti della vita statunitense.

La politica americana presenta un deficit didattico che favorisce la pedagogia della distrazione che stabilisce come i problemi sociali e le questioni devono essere menzionati, discussi e risolti. La macchina rieducativa dei conservatori sembra senza ritegno per le bugie che racconta le quali comprendono affermazioni folli come: la legislazione di Obama sulla sanità creerebbe death panels, i liberali stanno conducendo una guerra al natale; Obama è un socialista che cerca di nazionalizzare le imprese; i padri fondatori cercano di liberare gli schiavi e Obama simpatizza per i musulmani e non per i cittadini americani. Altri equivoci e distorsioni includono: la negazione del riscaldamento globale. Il governo non può creare lavoro. I tagli agli stipendi e ai sussidi creano posti di lavoro. Obama ha creato disavanzi enormi. Obama vuole aumentare le tasse che colpiscono gli operai e la classe media. E il fatto che il concetto di evoluzionismo, elaborato da Darwin, è semplicemente un mito. (35) Mitt Romney, un candidato alle elezioni presidenziali, continua a tessere la tela delle bugie anche quando membri del suo stesso partito sottolineano l’inconsistenza delle sue affermazioni. Ad esempio ha detto: “Obama ha aumentato il debito dello stato in maniera spropositata, più di tutti gli ex presidenti messi insieme” (36) e ha dichiarato che Obama abbia mentito riguardo al suo primato per i diritti agli omosessuali. Ha inoltre mentito sul fatto che Obama abbia promesso di abbassare il tasso di disoccupazione all’8%. (37) E via dicendo. Diane Ravitch ha recentemente evidenziato che Romeny ha rilasciato dichiarazioni false circa al successo del programma del distretto federale della Columbia. (39)

La politica della distrazione non è solo uno stratagemma retorico, usato dalle persone ricche e influenti per diffondere i loro interessi e il loro potere. È una forma di politica guidata dal mercato azionario, in cui la forza didattica della cultura, che arriva a una massa numerosa di persone, la quale viene sfruttata per creare ideologie, politiche, rappresentanti individuali e sociali, che mancano di conoscenza, doti critiche e giudizi per mettere in discussione il capitalismo d’azzardo e i valori, le sue pratiche sociali e le formazioni di potere che legittimizza. La distrazione diventa un elemento fondamentale per sopprimere l’educazione democratica, relegando ai margini della società le persone che posseggono lo spirito critico adatto per distruggerla. La distrazione si avvale di docenti universitari che mettono a disposizione i loro servigi alle società per azioni e l’apparato militare, e tutti gli altri che diffondono l’ideologia del capitalismo d’azzardo. Addirittura i docenti universitari che divulgano la cultura e la verità vengono sostituiti con quelli che si muovono tra l’industria, il governo e l’università.

La guerra interna che sta accadendo negli Stati Uniti è resa sempre più evidente dalla dimostrazione di forza che prende di mira la popolazione civile, gli studenti, gli operai e altre persone considerate come oggetti usa e getta o che costituiscono una minaccia al nuovo autoritarismo. I suoi alleati più forti sembrano essere: intellettuali, istituzioni, apparati culturali e le nuove tecnologie di comunicazione che costituiscono le fondamenta di una “pedagogia pubblica” che produce la cultura necessaria all’autoritarismo per spaventare la massa.

Un cambiamento di coscienza è una precondizione necessaria per connettere cosa significa pensare in modo diverso a le condizioni che rendono possibile agire in modo diverso. Il deficit didattico deve essere considerato strettamente in relazione a quello politico, che vede individui soverchiati diventare i complici di ideologie oppressive. Come dice Cornelius Costoriadis la democrazia ha bisogno: “di menti, pensatori critici capaci di mettere in discussione le istituzioni … mentre simultaneamente creano le condizioni per l’autonomia individuale e sociale.” (41)

Andare al di là della grande bugia è una precondizione per attuare un pensiero critico, un impegno civico, una democrazia più consapevole, e significherà qualcosa di più che correggere i travisamenti, gli equivoci e le falsità prodotti dalla politica, i media e gli intellettuali a cui non interessa risolvere i problemi della società odierna. È altresì necessario concentrarsi su come nuove aree pedagogiche siano diventate essenziali per il concetto di ente, politica e democrazia stessa. Non è un problema di accrescimento delle politiche sociali elevandole al di sopra delle relazioni materialistiche di potere tanto quanto un ripensamento di come il potere utilizzi la cultura e come la cultura sia una condizione educativa.

James Baldwin, un famoso scrittore afroamericano e attivo nel campo dei diritti civili, ha affermato che la grande bugia indica una crisi dell’identità e della politica statunitense, inoltre è sintomatica di una “società regredita” che è gradualmente impazzita, in particolare quando uno è obbligato a mentire riguardo a un aspetto della storia di qualcuno, [perché allora] mentirai su tutto.” (42) E continua dicendo: “uno dei paradossi dell’educazione consta nel fatto che nell’esatto momento una persona inizia a sviluppare la coscienza, si ritrova in guerra contro la società. È una responsabilità di ogni individuo cambiare la società se si pensa di essere persone istruite.” (43) Ciò che nota Baldwin è il fatto che imparare offre la possibilità di scatenare una battaglia contro se stessi, altri e la società – l’educazione diventa un metodo o uno strumento politico, il fulcro del cambiamento democratico e sociale. Il deficit didattico americano non si riduce al fallimento di particolari sistemi educativi né alla follia dei portavoce del nuovo autoritarismo. Piuttosto riguarda come i concetti di conoscenza, valori e ideologia possono essere trascinati come questioni di potere e politica. Se gli americani si salveranno da questo deficit didattico, dipenderà dall’uso progressivo della storia, della memoria non solo per riavvicinare gli intellettuali ai bisogni quotidiani della gente comune, ma anche avviare per avviare movimenti sociali atti a trasformare la didattica in un elemento importante per organizzare la politica e per la ricerca di una democrazia profondamente radicata.

Tradotto da Silvia Cassanelli per PeaceLink. Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte (PeaceLink) e l'autore della traduzione.

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