L'appello

Scendiamo in piazza legando il 'no' alle guerre alle rivendicazioni sociali

Il primo posto nelle angosce della gente è il vertiginoso aumento di tutti i prezzi e delle tariffe, con in più la crescente disoccupazione esasperata da esercizi e imprese costrette a chiudere, in una parola la carneficina sociale che era annunciata da tempo e ora comincia ad abbattersi.
11 ottobre 2022
Angelo Baracca e Giorgio Ferrari

Mobilitazione pacifista

Sì, scendiamo in piazza! Legando il No alle guerre alle rivendicazioni sociali

Non possiamo che plaudire alla prospettiva che finalmente si concretizzi una grande manifestazione popolare contro la (LE) guerre: in effetti, dopo le prime manifestazioni alla fine di febbraio, quando Putin iniziò la guerra in Ucraina, la capacità di mobilitazione dell'area pacifista si è andata affievolendo, anche perché “intimidita” dall'atteggiamento manicheo dell'informazione dominante che tacciava di filoputinismo chiunque si spendeva per la causa della pace o, quanto meno, per la non continuazione della guerra. Questo annullamento della dialettica di pace non c’era stato durante i conflitti precedenti (Jugoslavia, Irak, Afghanistan) che pure avevano visto coinvolti tutti i paesi dell’Unione europea, così come non s’era registrata la forsennata corsa all’aumento delle spese militari come quella decisa nelle more di questa guerra, nonostante che la congiuntura economica post-covid indicasse che ben altri settori (come la sanità per esempio) sarebbero dovuti essere i destinatari di quei fondi, cosa – per altro – largamente attesa dalla gran parte della popolazione.
Oggi questo nodo è venuto al pettine perché l'emergenza che sta più che comprensibilmente prendendo il primo posto nelle angosce della gente è il vertiginoso aumento di tutti i prezzi e delle tariffe, con in più la crescente disoccupazione esasperata da esercizi e imprese costrette a chiudere, in una parola la carneficina sociale che era annunciata da tempo e ora comincia ad abbattersi.
Per chi si è formato politicamente nell'orizzonte ecopacifista e solidaristico dei decenni '60 - '80 è sempre stato naturale collegare strettamente le mobilitazioni contro le guerre con le vertenze riguardati l'ambiente, la salute e le disuguaglianze sociali: ma dagli anni '80, con l'indebolimento dei movimenti e della loro presa sulla realtà, i vari ambiti delle lotte si sono andati separando. Così oggi vi è un'area pacifista che per lo più (con le dovute eccezioni) non si impegna in modo diretto sui problemi dell'ambiente e per contro c'è un movimento ambientalista che per lo più si disinteressa ai temi della guerra: paradigmatico è il movimento dei Fridays for Future (ma anche Extinction Rebellion) che, a partire da Greta Thunberg, non ha mai incluso le guerre nella manifestazioni per il clima. Né si può dire che sul fronte dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali grandi e piccole, il tema della guerra sia in cima alle preoccupazioni (con la grande ambiguità delle industrie che producono armamenti). Agisci ora


Ecco quindi che ci si presenta l’occasione di colmare questa lacuna con la manifestazione che sarà indetta, trasmettendo all'opinione pubblica il messaggio forte e chiaro che i drammi che stanno attanagliando le persone dipendono da una guerra che non solo non si vuole interrompere, ma si fa di tutto per prolungarla. È un'occasione unica dal momento che il collegamento fra la guerra, la lievitazione dei prezzi, la penuria energetica, il rincaro delle bollette, il numero crescente degli esercizi costretti a chiudere, i lavoratori che rimarranno sul lastrico (e al freddo), è sotto gli occhi di tutti. Se verrà elaborata una piattaforma chiara che evidenzi questi indiscutibili nessi, la piazza non esprimerà solo il punto di vista del mondo pacifista, ma potrà potenzialmente coinvolgere e mobilitare anche tanti strati sociali che vivono sulla loro pelle la drammaticità di questa situazione, per ribadire tutti insieme che se fra i vinti di una guerra è la povera gente che fa la fame, ugualmente è la povera gente che fa la fame tra i vincitori.
Questo è l'appello che ci sentiamo di lanciare. Saranno capaci le varie organizzazioni di raccogliere questa sfida superando gli ambiti tradizionali dei loro interessi?

Articoli correlati

  • Testimone di Geova in carcere a Kiev per obiezione di coscienza al servizio militare
    Pace
    Tempi duri in Ucraina per i renitenti alla leva

    Testimone di Geova in carcere a Kiev per obiezione di coscienza al servizio militare

    Oggi il testimone di Geova Volodymyr Baranov è stato posto in detenzione preventiva dal tribunale distrettuale Darnitsky di Kiev, giudice Olha Prosalova.
    10 gennaio 2025 - Yurii Sheliazenkho
  • Rogo della Casa dei Sindacati, la memoria rimossa di Odessa
    Pace
    Una nuova puntata da Odessa dell'inviato Mauro Zanella

    Rogo della Casa dei Sindacati, la memoria rimossa di Odessa

    Odessa era sempre stata una città cosmopolita e multietnica. Poi arrivò la lunga onda della rivolta di piazza Maidan a Kiev.
    8 gennaio 2025 - Mauro Carlo Zanella
  • Stop invio nuove armi italiane in Ucraina
    Editoriale
    La petizione è stata redatta ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione

    Stop invio nuove armi italiane in Ucraina

    Oggi 34 esponenti della cultura, della società civile e del movimento pacifista presentano una petizione al Parlamento contro il nuovo decreto per invio di armi italiane in Ucraina. Primi firmatari monsignor Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano
    8 gennaio 2025 - Redazione PeaceLink
  • Ucraina, il fallimento dell'accanimento guerrafondaio di Macron
    Conflitti
    Il caso delle diserzioni nella 155ª Brigata meccanizzata «Anna di Kiev»

    Ucraina, il fallimento dell'accanimento guerrafondaio di Macron

    Già durante l'addestramento in Francia, 50 soldati avevano disertato. Rientrati in Ucraina, le cifre sono cresciute in modo esponenziale: altri 1.700 uomini hanno disertato, abbandonando la brigata. Arrivati a Pokrovsk, nel Donbass, quelli che non hanno disertato sono stati mandati a morire.
    3 gennaio 2025 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.27 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)