Matilde Serao contro la guerra
Il romanzo nacque come denuncia delle conseguenze devastanti della guerra sulla vita quotidiana delle persone comuni.
Persone semplici o avviate ad un’esistenza serenamente borghese, le cui vite vengono travolte dalla follia collettiva, che impone loro di misurarsi con drammi esteriori e interiori: tradimenti, omicidi d’onore, figli rinnegati, fedi smarrite, paranoici sensi di colpa, diversi volti di un impazzimento generale.
"Mors Tua" fu indirettamente la causa della grande delusione della Serao: la mancata vittoria del Premio Nobel per la Letteratura. Benché alcuni critici dell’epoca avessero sottolineato come la denuncia della guerra nel romanzo non fosse antipatriottica, i dirigenti culturali fascisti (Mussolini in primis) condannarono lo spirito antibellico del romanzo, prediligendo come candidata Grazia Deledda, vincitrice dell’ambito premio nel 1926.
Altre informazioni su https://vitaminevaganti.com/2019/07/20/matilde-serao-la-femminista-antifemminismo/
Il femminismo della Serao
Il suo viene definito un femminismo antiemancipazionista: una sorta di “sdoppiamento schizofrenico”. Lei si poneva, rispetto al panorama culturale e intellettuale italiano, con un conservatorismo esasperato. Nei suoi numerosi articoli giornalistici, esprime la sua posizione contro in divorzio, contro il diritto di voto alle donne, contro le suffragette e contro qualsiasi tipologia di diritto civile femminile.
Nei suoi romanzi e nelle sue novelle, invece, troviamo sempre personaggi femminili sofferenti a causa degli uomini e della società patriarcale nella quale esse devono crescere secondo i dettami imposti.
https://metropolitanmagazine.it/matilde-serao/
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