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I cittadini e le organizzazioni pacifiste e ambientaliste di Taranto chiedono di conoscere i piani di rischio e di emergenza previsti per le aree a forte rischio

Rigassificatore e sottomarini nucleari: appello dei cittadini della provincia di Taranto

Si parla con preoccupante insistenza di rigassificatore e di ampliamento della base navale. Lanciamo questo appello per fermare nuove fonti di rischio per il nostro territorio
24 novembre 2005

Pericolo! Le associazioni per la pace e la tutela ambientale in comunione di intenti con altre organizzazioni e con gruppi di cittadini della provincia di Taranto respingono con decisione ogni tentativo di nuovi insediamenti industriali e militari nell’area tarantina già martoriata da fonti di inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo (si parla con preoccupante insistenza di rigassificatore e di ampliamento della base navale).

Come è noto, l’area industriale di Taranto è stata dichiarata a forte rischio ambientale continuando ad essere dispensatrice di morte per infortuni e tumori; la presenza di petroliere, carboniere, portaconteiner e naviglio militare produce grave inquinamento del mare.

A tanto va aggiunto il rischio derivante dal transito e dallo stazionamento di sottomarini nucleari. Tali forme di inquinamento producono peraltro una perdita di posti di lavori di quanti sono impegnati nella mitilicoltura e in altre attività di rapporto col mare. Le discariche stanno gravemente inquinando il suolo e le falde acquifere e alcune appestano l’aria per i cittadini dei territori circostanti. Tutto ciò senza alcuna attenzione alle cautele e alla prevenzione di possibili disastri.

I cittadini e le organizzazioni pacifiste e ambientaliste di Taranto chiedono di conoscere i piani di rischio e di emergenza previsti per le aree a forte rischio, gli elaborati circa gli studi sui MIC (Massimo Incidente Credibile) per ogni attività a rischio. Val la pena ricordare che la semplice somma dei fattori, già numerosi, risulta comunque inadeguata nel calcolo del rischio in quanto gli effetti si moltiplicano tra loro.

I cittadini e le organizzazioni firmatarie di questo documento chiedono di avviare una stagione di reale democrazia e di partecipazione circa le future scelte, mediante una reale consultazione della cittadinanza. Vanno infatti forniti dati e conoscenze delle competenti autorità deputate al rilascio dei permessi, ma anche di quelle con compiti di monitoraggio e controllo ambientale. Qualora ne esistano.

La reale partecipazione non ci appare disgiungibile dalla creazione di forme di autentica democrazia. In un paese che avuto dei disastri sostanzialmente impuniti, come quello del Vajont, e in cui il funzionamento di un polo di industria pesante, quello di Taranto, si regge su una quota annua di decessi di lavoratori e di cittadini non si possono fare alla leggera appelli alla fiducia. Le pacifiche proteste delle popolazioni di Scanzano e della Val di Susa, trasversalmente ignorate o addirittura dileggiate, sono la misura dell'aggiramento della democrazia e di quanto le popolazioni invece la reclamino.

Note: Hanno fino ad ora aderito:

Chiara Alessio - Obiettori alle Spese Militari Taranto
Gaetano Barbato - Wwf Taranto
Lorenzo Cazzato - Arci Taranto
Leo Corvace - Legambiente Taranto
Teresa D'Assisi - Wwf Taranto
Salvatore De Rosa - Attac Taranto
Loredana Flore - Associazione per la Pace Taranto
Alessandro Marescotti - PeaceLink
Giovanni Matichecchia - Tarantosociale
Giandomenco Tacente - Pax Christi Taranto

Chi vuole aderire all'appello può scrivere a giovannimatichecchia@libero.it

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