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L'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) va avanti senza coinvolgere i cittadini

Nuove autorizzazioni alle emissioni Ilva di Taranto: occorre stoppare la procedura

Il Comitato contro il rigassificatore, il Comitato per Taranto e gli Amici di Beppe Grillo di Taranto chiedono che la procedura autorizzativa venga fermata per vizi sostanziali che non dipendono dall'Ilva ma dalla gestione opaca della procedura che dovrebbe concludersi - con i fatidici 30 giorni - l'11 agosto 2007 mentre i cittadini sono in ferie e dopo che qualcun altro ha deciso di far prendere le ferie anche ai loro diritti.
28 luglio 2007

- Si ripete la storia del rigassificatore. Parte una procedura di acquisizione dei pareri al fine di autorizzare un impianto e i cittadini ne sono all'oscuro.

Stiamo parlando della procedura relativa all'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) dell'Ilva di Taranto.

L'AIA è importantissima perché fissa i limiti di emissioni (diossina, mercurio, ipa, benzene, ecc.) e le BAT (migliori tecnologie disponibili, nuovi elettrofiltri, ecc.) per i prossimi anni. L'AIA prevede il diritto di intervento dei cittadini con apposite osservazioni scritte. Ma la procedura di acquisizione dei pareri è partita senza che i cittadini (e le associazioni ambientaliste) ne sapessero nulla.

Nulla ne sapevano anche l'ARPA Puglia e l'assessore all'Ambiente del Comune di Taranto.

Subiamo una nuova privazione in termini di informazione e di democrazia. E' una lesione sostanziale dei diritti dei cittadini.

Ricostruiamo brevemente la storia di questa procedura opaca.

Il 1° marzo 2007 l'Assessore all'Ambiente della Regione Puglia Michele Losappio aveva dichiarato - nell'ambito la prima riunione di verifica dell'atto di intesa con l'Ilva di Taranto sottoscritto dalla Regione e da altre 13 sigle istituzionali e sindacali - che l'Ilva aveva presentato anche istanza di autorizzazione integrata ambientale (AIA) al Ministero dell'Ambiente e alla Regione.

Ma l'assessore allora non specificò se fosse disponibile la documentazione tecnica dell'Ilva e dove poterla consultare. Inoltre non fece presente che i cittadini avevano per legge il diritto a partecipare al processo consultivo e a presentare delle osservazioni. Infine non indicò da quale data si sarebbero potute presentare le osservazioni formulate dai cittadini e dalle associazioni. E' così partita una procedura autorizzativa senza conoscerne i contenuti e senza sapere soprattutto come e quando parteciparvi. La ricerca di queste informazioni si è rivelata una vera e propria "caccia al tesoro".

Nel frattempo è esplosa la "questione mercurio" e la "questione diossina" rispetto alla quale diventava essenziale partecipare all'AIA per definire i nuovi limiti di emissione.

Il 7 maggio 2007 il direttore generale dell'Arpa Puglia Giorgio Assennato aveva dichiarato: "In riferimento alle emissioni di diossine all'ILVA, gli ultimi dati stimati disponibili registrano un incremento delle emissioni". E aveva aggiunto: "L'autorizzazione integrata ambientale (AIA) per ILVA è concessa direttamente dal Ministero dell'Ambiente: ARPA Puglia, pur coinvolta nella fase istruttoria di tale processo, è stata finora esclusa dalla fase autorizzativa-gestionale. Nella fase di concessione dell'AIA verranno stabiliti i limiti alle emissioni di diossine e dibenzofurani nelle emissioni: nel caso dello stabilimento Lucchini di Trieste, la Regione Friuli ha imposto un limite di 0,4 ng/m3, il cui rispetto viene periodicamente monitorato". "ARPA Puglia - aveva concluso Assennato - ritiene che sarebbe opportuno adottare nell'immediato almeno i limiti dell'Agenzia americana per la Protezione Ambientale (EPA), pari a 1 ng/Nm3. In ogni caso, ulteriori elementi di valutazione deriveranno dalla campagna di misure che sarà avviata all'inizio del prossimo giugno".

Ma l'Arpa Puglia non ha potuto fare queste proposte perché è stata tenuta all'oscuro della procedura AIA. La cosa è veramente paradossale e grave. Infatti il Comitato per Taranto si è rivolto il 24 luglio all'Arpa Puglia per sapere dove fosse la documentazione dell'AIA dell'Ilva e se fosse partita o no la fase di acquisizione dei pareri degli enti (Comune, Provincia, Regione) e delle osservazioni dei cittadini.

Di fronte a questa richiesta, l'Arpa Puglia non ha saputo dare risposta ma ha assunto l'impegno di consultare il Ministero dell'Ambiente. La risposta del Ministero è stata sorprendente: la procedura di acquisizione dei pareri era già partita. Infatti era stata pubblicato un avviso nel Sole 24 ore del 12 luglio 2007. E la Regione Puglia, invece di nominare un tecnico dell'Arpa nell'apposita commissione, aveva nominato un tecnico del CNR. Si fa presente che sulla questione della diossina all'Ilva le rilevazioni erano state compiute dall'Arpa e l'Ilva si era rivolta al Cnr come organismo di consulenza. Ci si poteva legittimamente aspettare che la Regione nominasse un tecnico dell'Arpa per poter portare all'interno della commissione AIA la proposta dei nuovi limiti più restrittivi a cui faceva cenno il 7 maggio il direttore dell'Arpa Puglia. Ci si poteva legittimamente aspettare che avvisasse i cittadini che avevano sollevato - con appositi dossier - il problema diossina e il problema mercurio al fine di consentire la presentazione di proposte e osservazoni all'AIA, come la legge prevede. Ma tutto questo non è avvenuto e i silenzi su una procedura così importante costituiscono una grave ferita all'idea stessa di democrazia e di partecipazione.

Anche la struttura del Ministero dell'Ambiente si è rivelata omissiva ed elusiva rispetto all'applicazione dei diritti che la legge mette a disposizione dei cittadini. Se l'Ilva ha fatto fronte ai suoi obblighi pubblicando formalmente un avviso sul Sole 24 ore, non altrettando si può dire per chi avrebbe dovuto sincerarsi che i cittadini potessero conoscere, intervenire e partecipare a pieno titolo. Chiediamo pertanto che la procedura autorizzativa venga fermata per vizi sostanziali che non dipendono dall'Ilva ma dalla gestione opaca della procedura che dovrebbe concludersi - con i fatidici 30 giorni - l'11 agosto 2007 mentre i cittadini sono in ferie e dopo che qualcun altro ha deciso di far prendere le ferie anche ai loro diritti. Anche per il rigassificatore era accaduto che la documentazione fosse disponibile (nel chiuso degli armadi della Regione Puglia) dal febbraio 2006 e che fosse stata resa nota (per merito di un giornalista) solo a fine aprile 2006, quando ormai i diritti di intervento erano scaduti. In quell'occasione la protesta fece riaprire l'intera questione. E così chiediamo per l'autorizzazione alle nuove emissioni dell'Ilva.

Per il
Comitato contro il Rigassificatore
Salvatore De Rosa

Per il
Comitato per Taranto
Antonietta Podda

Per gli Amici di Beppe Grillo di Taranto
Espedito Alfarano

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