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Stop morti bianche, appello al governo dal consiglio comunale di Palagiano

"Una Guerra. Dichiarata da chi?"

Ieri sera Consiglio comunale in memoria di Domenico Occhinegro. Ospiti: il consigliere regionale Costantino, Quero e Stefàno, sindaci di Mottola e Taranto, la presidente del Consiglio di Palagianello, Borracci, sindacalisti, l’Inail, l’ispettorato del lavoro
5 agosto 2007
Fonte: gazzettadelmezzogiorno

Morti Bianche PALAGIANO - Una serata politica e sociale per Domenico Occhinegro di Palagiano e per tutti gli Occhinegro d’Italia. E da Palagiano è partita la proposta di istituire la giornata della "Memoria delle vittime degli incidenti sul lavoro". E a Palagiano è stata fatta la denuncia che nell’Ilva sia presente ed operi una "Gladio" industriale. Questi i due esiti immediati del Consiglio Comunale, riunitosi in seduta straordinaria venerdì sera in piazza Vittorio Veneto, a seguito della morte nello stabilimento industriale del capoluogo del giovane operaio palagianese Domenico Occhinegro.

Molti e di prestigio gli invitati del sindaco Rocco Ressa ad un apposito Consiglio comunale: i sindaci dei comuni vicini, compreso quello di Taranto Ezio Stefàno, le rappresentanze sindacali e delle istituzioni politiche e di categoria. Già nella serata di giovedì, il locale circolo di Rifondazione Comunista aveva fatto circolare un volantino di "rabbia e indignazione" per l’accaduto e per "denunciare le vere responsabilità che stanno dietro le morti bianche". La stessa richiesta venuta dalla relazione d’apertura del Consiglio del sindaco Rocco Ressa. Dopo il minuto di silenzio osservato in memoria di Occhinegro, Ressa ha parlato di "bollettino di una guerra mai dichiarata ma che i lavoratori combattono ogni giorno e che non esita ad immolare sull’altare del profitto un numero intollerabiledi vittime".

Parlando di "vite rovinate dalla barbarie dell’attuale organizzazione del lavoro", a nome del Consiglio, il sindaco ha chiesto alle istituzioni, alle aziende, alle Ausl, agli Ispettorati del Lavoro e agli enti ispettivi, alle amministrazioni locali e alle organizzazioni del lavoro, di "monitorare i luoghi dell’insicurezza" e di agire, ognuno per propria competenza ma in rete coi cittadini, al fine di far rispettare la sicurezza sul lavoro. Ressa ha aggiunto di aver agito per rispondere alla richiesta d’aiuto dei colleghi dell’operaio deceduto, per i quali "nell’Ilva l’eccezione non c’è: la regola è che entri e non sai se ne esci".

Il sindaco, lanciando la provocazione che "se nell’Ilva si muore, si chiude", ha concluso che gli "sarebbe piaciuto vedere Riva al funerale, come padre di tutti i ragazzi morti". Alla relazione è seguito l’emendamento dei cinque consiglieri cidiellini Marra, Stellaccio, Mancini, Borracci e Mellone che hanno chiesto "come segno tangibile dell’impegno di tutta la cittadinanza di istituire la giornata della "Memoria" per il giorno 3 Novembre.

Alla giornata, per l’istituzione della quale Ressa si è detto subito disponibile, sarebbero invitate tutte le istituzioni nazionali, locali e del lavoro. Subito dopo è intervenuto il sindaco di Mottola, Giovanni Quero, che ha ricordato un lutto simile vissuto nel suo paese due anni fa. Il consigliere regionale Antonio Scalera, poi, ha denunciato una "costante carneficina" a causa del mancato rispetto dei protocolli da parte degli enti preposti. Il consigliere palagianese ha anche detto di aver presentato un’interrogazione al Presidente della Regione Vendola, dei cui esiti informerà i cittadini.

È seguito l’intervento del sindaco di Taranto. Ippazio Stefàno, che ha parlato di "frequenza inquietante di morti per il lavoro". Il primo cittadino del capoluogo ha sollecitato a "non attuare la politica dello struzzo ma a combattere insieme, rappresentando i cittadini, lavorando qui e bene per cambiare la cultura della vita, dei valori e del rispetto del lavoro".

Stessa sollecitazione dal Presidente del Consiglio del Comune di Palagianello Maria Rosaria Borracci che ha esortato "la politica che rappresenta e cittadini a non gettare la spugna, ad andare all’Ilva a chiedere con forza la sicurezza". Il primo intervento dall’interno delle mura Ilva è arrivato dal rappresentante della FIM CISL, Rocco Panarelli che ha parlato di "innovazione" con gli investimenti privati di Riva e del mancato affiancamento per i neoassunti a causa del "ricambio generazionale". Ma l’accusa più forte il rappresentante sindacale l’ha fatta parlando della cosiddetta "doppia struttura", una sorta di "Gladio" industriale formata dai quadri del gruppo Riva che, come la famigerata parastruttura omonima, non sarebbe scritta sulle carte, si reggerebbe sull’omertà dei lavoratori e seminerebbe il "terrore nei reparti". Panarelli ha concluso esortando i lavoratori a "rispondere a noi, non solo ai capi".

La parola è poi passata al dirigente Inail Gigante che ha ribadito la "forte necessità della concertazione, per sviluppare un sistema culturale sulla prevenzione". Gigante ha aggiunto che "nonostante gli investimenti, gli infortuni non diminuiscono. Perciò, l’Inail ha avviato iniziative già dalla scuola elementare, perché i bambini di oggi sono i lavoratori di domani".

Il successivo intervento del rappresentante Fiom Sgobio, ha puntato il dito sulle "responsabilità politiche e dei rappresentanti dei lavoratori" e ha chiesto una "iniziativa continua perchè dal Governo ai Comuni si stia col fiato addosso alle aziende". L’ingegner Di Francesco dell’Ispettorato del Lavoro ha ricordato che in questi giorni si stanno tenendo ispezioni del ministero in vari settori lavorativi.

Il Consigliere Regionale Paolo Costantino, ricordando che "Occhinegro non aveva fatto un’assenza in tre anni di lavoro", ha aggiunto che "nell’Ilva si fanno tante ore di straordinario perché l’azienda da tempo non assume". L’ingegnere ha aggiunto che ci saranno fondi per la riqualifica dei quartieri industriali e per la messa in sicurezza delle aziende.

L’Assessore Provinciale Luca Conserva, pur fiducioso nella recente Legge Delega sull’ambiente, ha attaccato "le aziende che hanno svuotato i sindacati e abbassato la guardia, col consenso dei politici di destra e sinistra che subiscono pressioni notevoli e promettono posti in cambio dei voti. Così, mentre noi ci facciamo la guerra tra di noi, l’Ilva appalta ad aziende del Nord che a loro volta subappaltano a quelle del sud a prezzi stracciati".

Conserva ha concluso complimentandosi con Ressa per "l’unico Consiglio Comunale che ha scelto di parlare coi cittadini". Gli ha fatto eco il rappresentante UILM, Palombella, che ha posto di nuovo l’accento sul mancato affiancamento per "un lavoro non accettato dalle nostre generazioni" e sulla divisione del sindacato, invitando poi a non "terrorizzare i nostri ragazzi ma ad attivare un momento propositivo di aggregazione, isolando Riva da sponde politico-sindacali".

Anche il Presidente del Consiglio Comunale di Crispiano, Greco, ha invitato a "non demonizzare e a parlare all’unisono per maturare una cultura della prevenzione e del confronto deciso". Il rappresentante della Fiom Cgil, Lorenzo Semeraro, ha attaccato duramente i vertici aziendali "una proprietà tracotante che annienta la dignità", parlando di "coercizione e clima di terrorismo psicologico" e di "fiduciari di Riva alle costole dei lavoratori".

Sono seguiti vari interventi dei capigruppo consiliari. Qualcuno ha chiesto come mai nessuno abbia visto l’incidente, altri hanno attaccato i "politici conniventi", altri hanno proposto di istituire un organo permanente di discussione e controllo che affianchi i lavoratori, altri ancora di dare sostegno allo sviluppo di un’economia alternativa. L’ultimo ha chiuso leggendo un brano dedicato a Occhinegro. Una serata straordinaria, per intensità emotiva e per le verità che sgorgano dalla rabbia per dover rischiare la vita, e troppe volte perderla, per vivere. Fino a quando si deve scrivere di un lavoro che uccide i giovani? Di altre famiglie che al lutto aggiungeranno l’onta di sapere che i propri figli erano nel posto in cui non dovevano essere?

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