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Taranto: Diagnosticata la sindrome del "fumatore incallito" in bambini di 10 anni

Il dott. Patrizio Mazza, primario di ematologia e vicepresidente dell'Ail jonica, parla di "danno genotossico" esteso nella comunità tarantina
Daniele Marescotti28 settembre 2007

I bambini del quartiere Tamburi di Taranto, a ridosso del quale sorge il centro siderurgico, hanno la "sindrome del fumatore" e il benzoapirene respirato ha un impatto cancerogeno pari a quello di 7 sigarette giornaliere.

Il dott. Patrizio Mazza, primario di ematologia oncologica dell'ospedale Moscati di Taranto e vicepresidente della sezione tarantina dell'Ail (Associazione Italiana Leucemie), sta compiendo uno studio sui casi trattati nel suo ospedale.

"Uno dei segnali più eclatanti – dichiara - è quello di aver riscontrato personalmente in bambini di dieci anni tumori di tipologia adulta o senile, in altre parole un carcinoma del rinofaringe, che generalmente è un tumore che viene nell'anziano fumatore incallito".

"Per supportare ulteriormente quanto dico – chiarisce il dottore – aggiungo che abbiamo decine di famiglie con più di un membro familiare che si ammala dello stesso tumore, tumori altrimenti impensabili in altre sedi nazionali, leucemie o linfomi di aggressività inusitata".

E riguardo agli effetti della diossina (a Taranto si concentra il 90% della diossina industriale italiana) il dott. Patrizio Mazza spiega: "Un tossico come la diossina, ma su questa città ne sono presenti almeno duecento, ha un impatto cancerogeno soprattutto sul sistema immune ma unitamente – spiega Mazza - può determinare una disfunzione sul medesimo da cui derivano un mancato controllo sui sistemi di difesa del sistema immune medesimo e al tempo stesso sui sistemi riparatori del Dna".

Questo, secondo il dott. Mazza, provocherebbe un danno che "può preludere al tumore se si inserisce su cellule di organo da cui linfomi, leucemie e soprattutto mielomi nel caso di danno su sistema immune o tumori al polmone, all'apparato gastro-enterico e così di seguito per altri organi".

Il danno al Dna ha portata ancora maggiore se si verifica sulle cellule germinali dei giovani o bambini. "Questo danno - continua il primario dell'ospedale jonico - si trasmetterà anche alle generazioni successive e ciò significa la morte di una comunità o città".

A questo proposito Patrizio Mazza parla di "danno genotossico" e sostiene: "Ho più ragioni per pensare che per Taranto stiamo arrivando a questo, ad un danno genotossico per cui viene trasmessa una "ereditarietà " o una predisposizione ad ammalarsi di tumore in età sempre più giovane".

Il dott. Patrizio Mazza arriva ad una conclusione radicale per l'area industriale di Taranto, ampia oltre tre volte l'abitato. "Non serve purtroppo ridurre solo il carico degli agenti tossici ma occorre la completa eliminazione di tali agenti". Propone la chiusura degli stabilimenti inquinanti e non la semplice "moderazione" del loro impatto ambientale e sanitario. "Faccio un esempio – afferma il dott. Mazza – se a un fumatore di due pacchetti di sigarette al dì, che ha un alto rischio di cancro, vogliamo ridurre il rischio, non gli possiamo dire di ridurre a un pacchetto ma gli dobbiamo vietare il fumo, altrimenti anche con un pacchetto il rischio aumenta".

Il dott. Mazza interviene dopo il recente SOS lanciato dal dott. Maurizio Portaluri (Direttore generale Istituto Tumori di Bari) sulla diossina di Taranto: "Peacelink ci ricorda che a Seveso fuoriuscirono circa 3 kg di diossine inun giorno mentre a Taranto il doppio in 40 anni. Molti si eserciteranno a dirci se sia più dannosa un'azione protratta o una acuta. Una cosa è certa e cioè che non si possono esporre le popolazioni ai cancerogeni in modo generalizzato ed inconsapevole, né attendere di contare i morti per fare le opportune valutazioni ed, eventualmente, pensare ai rimedi. Qui interessa ribadire che sulla prevenzione dei tumori dobbiamo tenere tutti un atteggiamento
fermo ed univoco".

Domani sera si riuniranno nella sala del consiglio comunale di Taranto 25 associazioni per presentare il documento con il quale viene analizzato l'inquinamento Ilva proponendo drastiche limitazioni alle emissioni e prescrizioni tecnologiche per ridurre l'impatto ambientale dello stabilimento siderurgico di Taranto.

Note: Per gentile concessione dell'Agenzia Stampa "Redattore Sociale". Tutti i diritti riservati.

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