Taranto Sociale

L’ipotesi di far divenire la Basilicata un distretto energetico

Petrolio: Le Associazioni verso un movimento "No-Oil"

Costituire un movimento NO-OIL aperto alla possibilità di nuove adesioni che cominci, da subito. Un percorso fatto di assemblee aperte in tutte le realtà interessate, per arrivare a una iniziativa di carattere nazionale sulla vicenda petrolio.
24 ottobre 2007

Raffineria ENI di Livorno E’ l’intento di diverse associazioni (Associazione per la Pace, Ass. “Archivio delle voci lucane”, Associazione Una terra, Associazione Vola, Ola Basilicata, WWF Basilicata, ARCI Pomarico, Confederazione Cobas, RdB/CUB Basilicata, NIMER, No Scorie Trisaia, Comitato SatriaNO, Forum Ambientalista Nazionale, Fiom-Cgil Basilicata, Sinistra Rossoverde, Sinistra Democratica, PDCI, Verdi, Rifondazione Comunista Basilicata) riunitesi recentemente “con l’obiettivo di confrontarsi e di offrirsi reciprocamente pareri, punti di vista, opinioni e spunti riflessivi sulla vicenda del petrolio in Basilicata”.

“Alcune compagnie petrolifere – sostengono le associazioni - si sono accinte a richiedere autorizzazioni per prospezioni le quali, aggiungendosi alle richieste precedenti ed a quelle già autorizzate, ci consegnerebbero uno scenario in base al quale oltre il 60 per cento del territorio della Basilicata verrebbe interessato da perforazioni.

Dopo oltre due lustri, non si conoscono gli effetti su uomo, flora e fauna, manca un monitoraggio ambientale e uno screening sulla salute delle popolazioni. L’ipotesi di far divenire la Basilicata un distretto energetico, con tutto ciò che ne consegue in termini di impatto sull’ambiente, è una ipotesi sciagurata – continuano - e che oltretutto rischia di avvenire all’insaputa dei cittadini o, peggio, sulla loro testa, mutuando esigenze maturate altrove.

Tutto ciò, anche a voler prescindere dalla rilevantissima questione relativa alla mancata attuazione degli impegni scaturenti dagli accordi a suo tempo sottoscritti o da quelli successivi (come quello con la Total)”.

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