Solidarietà agli attivisti di Extinction Rebellion
Solidarietà agli attivisti di Extinction Rebellion
Esprimo solidarietà e sostegno ai giovani attivisti di Extincion Rebellion che stanno manifestando a Roma di fronte alla sede dell’ENI.
Essi chiedono di incontrare i ministri Patuanelli e Gualtieri in quanto tali ministri hanno il potere di influire sulle politiche dell’ENI, multinazionale di cui lo Stato italiano possiede il controllo detenendo oltre il 30% delle azioni, fra Tesoro e Cassa Depositi e Prestiti.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, d’intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico, è titolare della cosiddetta Golden Share che consente allo Stato di esercitare dei poteri speciali finalizzati a tutelare l’interesse della collettività.
Tutto ciò conferisce ai ministri Patuanelli e Gualtieri delle responsabilità particolari che dovrebbero usare nell’interesse pubblico, orientando l’ENI verso una effettiva e rapida transizione green in funzione degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 per la sostenibilità ambientale. I cambiamenti climatici sono in atto e il governo italiano deve usare la Golden Share per fermarne la corsa il più rapidamente possibile.
L’ENI ha avuto inoltre forti responsabilità relativamente ai diritti umani come multinazionale, ricevendo gravi contestazioni dalle popolazioni indigene dove svolge le attività estrattive. La disastrosa situazione ambientale e sociale nella zona del Delta del Niger, solo per fare un esempio, pesa sulla coscienza e l’immagine delle compagnie petrolifere che lì operano e Amnesty International ha denunciato gravi negligenze anche da parte dell’ENI.
Tutto ciò è più che sufficiente per chiedere al governo italiano di esercitare doverosamente i suoi poteri di controllo e di indirizzo dialogando con coloro che sono gli interlocutori naturali di un governo realmente democratico: i cittadini.
Invito i ministri Gualtieri e Patuanelli a compiere un gesto importante di discontinuità rispetto al passato avviando un dialogo con i giovani di Extinction Rebellion e, attraverso loro, con la società civile organizzata che sui temi della sostenibilità e della giustizia ambientale pone domande sempre più urgenti ed esigenti ai decisori politici.
Questi giovani si sono incatenati davanti all’ENI per fare le domande che tutti noi abbiamo il diritto di porre per un futuro sostenibile.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
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