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"Il ministro Turco afferma che il modello è l'ILVA di Taranto"

Durissimo intervento del Sen. Rossi sull’ILVA di Taranto

Informativa urgente del Ministro del lavoro e della previdenza sociale sugli incidenti sul lavoro, con particolare riferimento all'incidente verificatosi presso l'acciaieria ThyssenKrupp di Torino e conseguente discussione
11 dicembre 2007

ILVA di Taranto ROSSI Fernando (Misto-Mpc). Signor Presidente, alcuni mesi fa abbiamo discusso questo tema ed era stato denunciato che l'Inail intendeva ridurre le proprie tabelle su invalidità e morti sul lavoro. Mi auguro che il Governo sia intervenuto e l'INAIL abbia cambiato idea.

Sento che alla Camera verrà utilizzato il tesoretto dell'INAIL. Mi pare, anche per le parole del Ministro, che nella prevenzione e nel controllo ci siano delle maglie molto larghe e dei buchi di una certa consistenza; quindi, non è una cosa molto positiva il tesoretto che l'INAIL possiede.

Altra questione è relativa al potenziamento degli ispettori INAIL e ASL: aziende sanitarie locali dove la figura del controllo del tecnico nei cantieri è l'ultimo problema che si pongono e vi è un rapporto incredibile tra numero di aziende e numero di tecnici a disposizione.

Ancora, leggo oggi sul giornale che il ministro Turco afferma che il modello è l'ILVA di Taranto. Sento che il Ministro è parecchio disattento sulle questioni che dovrebbero riguardarlo. Vorrei ricordare che all'ILVA di Taranto, nel momento in cui gli ispettori denunciarono che si splafonava sia per il PCB che per la diossina, le istituzioni e le forze politiche pensarono bene di aumentare di 60 volte il limite del PCB e di 1.000 volte il limite fissato dalla normativa europea per la diossina. L'Ilva di Taranto immette in atmosfera il 90,3 per cento della diossina di tutta l'Italia, quindi peggior esempio il Ministro non poteva trovare.

Credo che quando si affronta il problema delle morti sul lavoro, si dovrebbe tener conto anche dei diritti dei lavoratori e dei cittadini di fronte alle morti prodotte dall'inquinamento degli inceneritori e delle centrali turbogas e a carbone di cui nessuno parla, nonostante l'Organizzazione mondiale della sanità stabilisca l'esistenza di uno stretto rapporto tra gas combusti e morti, invalidità, gravi deformazioni e malattie.

Faccio un richiamo alla politica e alle istituzioni affinché, al di là dell'ipocrisia, conti il minuto di raccoglimento per chi muore sul lavoro, ma si comincino a contare anche le decine e decine di morti causate dalle combustioni e dall’incenerimento per la produzione di energia, come scientificamente dimostrato anche da studi internazionali, di fronte ai quali ci vogliono chiudere gli occhi.

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