Inquinamento: ai tarantini non resta che andar via
Il problema della diossina a Taranto ed i dati allarmanti, impongono di pensare ad un esodo di massa in un futuro prossimo da Taranto verso altri “lidi”. La questione si pone non tanto per gli anziani residenti ma per i loro figli.” “Quale genitore tarantino è o sarebbe così incoscinte da far avvelenare ed ammalare il proprio figlio senza muovere un dito per scongiurarlo?” Come giustamente scrive l’associazione tarantina “Obiettivo salute” sulla propria rivista.
Di dita ne sono state mosse parecchie ma nulla o pochissimo è stato fatto. Ma questo era ed è scontato, perché per far sì che nel sangue dei tarantini non ci sia più traccia di diossina, bisognerebbe chiudere l’Ilva e la raffineria e mandare a casa migliaia di lavoratori salariandoli fino a quando non si avviano sulle aree in questione nuove attività non inquinanti.
Sembra una utopia di quelle grosse, certo!, siccome fino ad oggi non è stato scoperto un sistema filtrante tale da ridurre al minimo od azzerare completamente il tasso di tossicità dei fumi e scorie, l’unica risoluzione sarebbe quella di chiudere battenti. Non illudiamoci, scappate prima che sia troppo tardi.
Le statistiche parlano chiaro : l’Ilva da sola emette, sul totale delle emissioni derivanti dagli Impianti industriali, ben il 93% degli Ipa, il 40% del C6H6, il 73,5 % del CO, il 13,9% degli SOx ed il 10% degli NOx ( dati forniti dal “dossier Mal’aria di Legambiente - gennaio 2008.) L’art 32 della Costituzione Italiana parla chiaro … ma non sempre viene applicato.
Dr. Giovanni Spaventa
Castellaneta
Giovanni Palladino
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