Inquinamento, attenti a non farci soffocare
Siamo studentesse del liceo scientifico “G. Ferraris” e le scriviamo a seguito della nostra partecipazione alla manifestazione contro l’inquinamento organizzata dal dottor Merico. Ci rendiamo conto che, sebbene motivata da una causa più che valida, la stessa sia stata oggetto di strumentalizzazione da parte di enti politici e di molti studenti che vi hanno preso parte non realmente spinti da un ideale, ma con la sola finalità di saltare le lezioni. E noi che c’eravamo, siamo stati messi dietro un’insegna priva di effettiva concretezza. Dove portava? Chi seguivamo?
Cosa è stato il dopo manifestazione? L’Ilva continua a sbuffare, la gente è tornata alle proprie occupazioni come se nulla fosse accaduto. Abbiamo, dunque, perso tempo? Non ci resta che far sentire la nostra voce al fine di richiamare l’attenzione di giovani maturi con un senso di responsabilità che, se disposti a farsi guidare da adulti di esperienza, sono gli unici a poter contribuire alla sorte della nostra città.
Dopo il conseguimento del diploma abbiamo intenzione di non proseguire i nostri studi a Taranto. Nonostante ciò non possiamo vivere facendo finta che vada tutto bene, senza interessarci in modo attivo al dramma della nostra città, che va ben al di là degli schieramenti politici.
Che futuro si prospetta per gli operai dell’Ilva, della Cementir, della Edison che quotidianamente vanno a lavorare con la paura di morire o di ammalarsi di tumore?! Che futuro si prospetta per i bambini che a scuola vengono istruiti con progetti sull’ecologia e imbottiti di sogni impossibili?! Come possiamo vivere sapendo che un giorno allatteremo i nostri figli con la diossina?! Persino la Natura è manipolata e contaminata. Che futuro c’è per Taranto?! Può continuare a essere considerata appena la coda di un’Italia che va interamente a rotoli?!
I nostri genitori, i nostri nonni, ci raccontano di una città vivibile in passato e talmente bella da essere paragonata a un gioiello. Cosa diremo noi ai nostri figli? Non ci facciamo più abbindolare dai bei discorsi di politici chiacchieroni. Non basta dare la propria solidarietà alle marce. Ci è troppo caro il valore della vita per accontentarci di essere “schiavi intelligenti”.
Non vogliamo essere prese in giro. Gridiamo a nome di molti troppo piccoli per scrivere o che hanno già perso ogni certezza di cambiamento.
Paola Miro & Claudia Panessa
Taranto
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