Il ministero all’Arpa «Quei dati sull’aria non sono attendibili»
Monitoraggio ambientale, il ministero mette in guardia l’Arpa: alcuni dati forniti dall’Agenzia regionale «non possono essere ritenuti validi». Pur non essendo in discussione i rilevamenti più recenti, la notizia, clamorosa, fa riflettere. A bocciare le centraline è il direttore generale del ministero dell’Ambiente, Bruno Agricola.
Le analisi dell’Agenzia regionale dell’ambiente finite nel mirino del ministero sono state effettuate nell’ottobre del 2005 e nel febbraio del 2006. L’Arpa le ha prodotte nella «relazione di sintesi» sull’Area di Taranto e Statte, trasmessa a Roma intorno alla metà di luglio.
I numeri sono stati esaminati nel corso della terza riunione del comitato di coordinamento per l’attuazione dell’Accordo di programma, quello destinato al rilascio dell’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale.
Secondo il direttore generale del ministero i campionamenti di benzoapirene, sostanza inquinante riconducibile, a giudizio dell’Arpa, all’attività delle cokerie Ilva avrebbero prodotto risultati «non validi ai fini dell’individuazione di specifiche criticità ambientali e quindi della possibilità di imporre limiti più restrittivi rispetto a quelli definiti dalle norme o raggiungibili con le migliori tecnologie disponibili».
I dati delle centraline di via Orsini (zona industriale) e di via Dante, secondo il ministero, non sono stati raccolti secondo i criteri fissati dal decreto legislativo 152 del 2007 il quale prevede: «Un periodo minimo di misurazioni pari a 120 giorni, una ripartizione uniforme delle stesse misurazioni durante il corso dell’anno, il calcolo del valore misurato come media nell’arco dei 120 giorni».
Il ministero dell’Ambiente chiede, per il 2008, misure conformi ai requisti del decreto legislativo del 2007, «confrontabili con il valore di un nanogrammo per metro cubo d’aria, come media annuale prevista per il benzoapirene, così da poterne confermare la criticità». Da Roma si fa sapere che l’Arpa deve distinguere, il contributo in percentuale che l’industria dà all’inquinamento rispetto a quello offerto dal comparto civile, «trasporto compreso». La scure ministeriale si abbatte anche sulle concentrazioni del biossido di azoto e del pm 10 (le polveri sottili).
Nel caso di questi due agenti inquinanti, rilevati dalle centraline di via Machiavelli e di via Archimede al quartiere Tamburi, il direttore generale del ministero dell’Ambiente, Bruno Agricola, rileva che «perdura la criticità», ma, anche in questo caso, chiede «di stimare i contributi derivanti dal comparto industriale e quelli del settore civile compreso il trasporto».
Dietro il freddo linguaggio burocratico una certezza: la strada per abbattere l’inquinamento è ancora lunga. Troppo.
Questa lettera della Regione, riprende e valorizza la relazione, datata 15 luglio 2008, inviata da ARPA Puglia a Minambiente relativo alla "Analisi dei dati conoscitivi ambientali disponibili" sul territorio di Taranto. Tale analisi era stata richiesta ad ARPA Puglia nell'ambito della procedura dell'accordo di programma finalizzato alla concessione delle AIA.
Allegati
REGIONE PUGLIA a Minambiente
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