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Riflessione di “Libera” sui sessant’anni della Costituzione

La Costituzione stabilisce per tutti “la libertà d’espressione, associativa e di tutte le formazioni sociali, il diritto alla formazione ed alla libera informazione. La questione ambientale e quella occupazionale diventano, facce della stessa medaglia e non fattori in competizione tra loro, né tantomeno oggetti di scambio.
3 settembre 2008
A. Bonifazi & G. Girardi
Fonte: Corriere del Giorno

- Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, si impegna nella promozione della cultura della legalità, della solidarietà e dell’ambiente. Lo affermano, in una nota congiunta, Annamaria Bonifazi e Giancarlo Girardi. “L’ambiente - scrivono - rappresentato da noi e da tutto ciò che ci circonda, va tutelato e preservato per poterlo consegnarlo integro ai nostri figli.

Con l’articolo 9 della Costituzione Italiana si tutela il paesaggio e il patrimonio storico-artistico della Nazione, si promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca. Occasione per ricordare oggi il sessantesimo della Costituzione Italiana è calarla, verificarla, nel nostro presente, nel vissuto quotidiano di Taranto e della sua provincia, che rappresentano per la loro storia millenaria e l’attualità economica, sociale e ambientale un esempio di grandi contraddizioni da risolvere oggi e non da rinviare al domani.

Il diritto fondamentale al lavoro va coniugato con quello alla salute degli operai e dei cittadini. Due diritti che non possono, non devono, essere in competizione tra loro perchè vanno ambedue nell’interesse dell’individuo e della comunità. E’ vero che la Costituzione Italiana afferma che l’iniziativa privata è libera, ma essa non può svolgersi, così come accade nella nostra città, in contrasto con la sua utilità sociale recando danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Nel caso delle aree industriali, ovviamente in misura proporzionale per le loro vastità e per il relativo impatto ambientale, sembra invece che siano le aziende private ad aver confiscato, nei fatti, i beni pubblici sanciti dalla Costituzione rappresentati dall’aria, dall’acqua, dal suolo e dal sottosuolo. E’ come se la nostra vita ci sia continuamente sottratta e divenga sempre più povera e resa precaria, un rovesciamento di fatto del dettato costituzionale.

Questa è la drammatica realtà in cui si vive, basti guardare dentro noi stessi, nelle nostre famiglie, tra i nostri conoscenti, nel mondo che ci circonda”. Bonifazi e Girardi ricordano che la stessa Costituzione stabilisce per tutti “la libertà d’espressione, associativa e di tutte le formazioni sociali in cui i cittadini si organizzano, il diritto alla formazione ed alla libera informazione. Il mutamento degli ultimi anni è quindi rappresentato dalla consapevolezza, in chi pone la questione ambientale, che essa è centrale e sempre più diffusa tra la gente. I mezzi di comunicazione di massa possono svolgere, per questo, un ruolo straordinario. Infatti le leggi attuali impongono, rispetto al passato ed in un ambito europeo, l’informazione scientifica dei dati inquinanti da rendere al pubblico e questa è l’altra straordinaria novità.

La questione ambientale e quella occupazionale diventano, quindi, facce della stessa medaglia e non fattori in competizione tra loro, né tantomeno oggetti di scambio. E’oggi certamente più difficile, rispetto al passato, insediare industrie inquinanti senza il consenso dei cittadini, perciò si parla del vincolo dell’eco-compatibilità.

Troppo spesso, inoltre, i temi legati alla salute ed alla sicurezza dei lavoratori finiscono con l’essere marginali nonostante che morti, infortuni e malattie professionali forniscano ogni anno statistiche impietose. La visibilità dei lavoratori e delle loro problematiche sono, spesso, solo legate a vicende tragiche. Parimenti si continua ad ignorare la relazione tra l’ambiente interno alla fabbrica, le sue problematiche, con quello esterno ad esso.

E’ necessario, come affermato nella relazione della commissione ministeriale per l’Ilva che la Società valuti costantemente l’impatto ambientale sulle persone e sull’ambiente delle emissioni in atmosfera derivanti dal ciclo produttivo. Per questi motivi Libera da tempo è impegnata anche su questo fronte particolarmente a Taranto ed ha presentato recentemente insieme alle altre associazioni ambientaliste comunicazioni in occasione dell’Aia al Ministero dell’ambiente, ha trattato delle problematiche sulla sicurezza ed il lavoro dei dipendenti Ilva dei diritti violati e negati dall’attuale proprietà nei confronti dei giovani lavoratori, la quasi totalità dei dipendenti, che hanno iniziato un percorso di lavoro che si vuole dignitoso, sicuro e certo”.

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