Diossina, è pronta la legge regionale
BARI — È pronta la legge regionale per limitare le emissioni di diossina. Si tratta di un articolo unico che gli uffici dell'assessorato all'Ecologia, guidato da Michele Losappio, hanno messo a punto. Riguarda soprattutto ma non esclusivamente l'Ilva. L'incartamento è nelle mani del governatore Nichi Vendola che dovrà approfondirlo prima di dare il via libera. Bocche cucite in Regione sui contenuti delle nuove disposizioni.
Ma gli orientamenti espressi in queste ultime settimane dagli esponenti della giunta regionale suggeriscono già i binari entro i quali sarà incanalata la normativa. Essenzialmente due: modifica dei criteri di rilevamento delle emissioni e fissazione scadenzata dei traguardi che le aziende saranno chiamate a raggiungere. Spieghiamoci meglio. La possibilità di scendere a 3,5 nanogrammi per metro cubo (possibilità fatta balenare dall'Ilva nel corso delle scorse settimane) è stata giudicata «inaccettabile» dalla Regione. Che più volte ha chiesto di portare la soglia sotto il nanogrammo.
Questo è l'ordine di grandezza di cui si discute e che viene preso in considerazione anche dall'Ilva. Attenzione, però. La legge statale fissa una quantità di diecimila nanogrammi per metro cubo. Come è possibile tanta differenza? «Succede - spiega il direttore dell'Arpa Giorgio Assennato - perché la normativa statale prende in considerazione tutte le 210 diossine esistenti (anche quelle innocue) e fissa un limite globale complessivo. Mentre in tutto il resto del mondo, vengono prese in considerazione solo le 17 diossine tossiche». Ecco, dunque, il primo punto che sarà affrontato.
La disposizione regionale si uniformerà alle altre leggi vigenti nei paesi occidentali e considererà solo le diossine tossiche. In secondo luogo fisserà il limite tollerato nel territorio regionale. Dichiarazioni ufficiali non ce ne sono. La sensazione che si ricava parlando con alcuni tecnici è che possa essere fissato in una forbice tra 1,4 nanogrammi e 1 nanogrammo.
Oppure che vengano fissati due limiti da raggiungere in due tempi diversi. Per i tempi con cui procede l'Ilva potrebbe trattarsi di raggiungere la soglia maggiore non appena entrato entrato in funzione e l'impianto con l'urea per l'abbattimento delle emissioni; e la soglia più bassa da conseguire poco dopo. Nulla si sa sui tempi che saranno concessi alle aziende per adeguarsi.
È certo, tuttavia, non si arriverà alle nuove disposizioni in tempi rapidissimi. Prima che il provvedimento arrivi in giunta (per il primo passo, cioè l'adozione del disegno di legge) è prevista una fase di consultazione. Losappio, abbottonato sui contenuti del testo, su questo tema è esplicito: «Vogliamo sentire - dice - il Comune e la Provincia di Taranto e tutte le organizzazioni sindacali. La materia è troppo delicata».
Riguarda l'attività di una azienda che dà lavoro a decine di migliaia di addetti e la Regione non intende decidere prima di ascoltarli. «Il nostro intento - precisa Losappio - è di approvare una norma che garantisca i cittadini e i lavoratori». Ma che riesca ad ottenere, su un tema così delicato, anche il consenso delle opposizioni. «Non vedo perché - ragiona l'assessore - il centrodestra debba essere contrario. Spero anzi che l'opposizione non si faccia prendere la mano da polemiche ingiustificate.
Come ha fatto per i rifiuti, settore per il quale ci sono arrivati riconoscimenti lusinghieri da parte dal responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso. Mi auguro che su questo tema nessuno si faccia prendere la mano da pressioni politiche e che il consiglio regionale possa lavorare unito per risolvere il problema». La questione, come si capisce dalle parole di Losappio, è ad un tornante decisivo. Il varo della normativa non sarà facile. Occorrerà superare, tra le altre, anche eventuali obiezioni circa la competenza della Regione in materia. Losappio lo sa e cerca di evitare atteggiamenti spigolosi.
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