E il Cnr nega i suoi studi sull´Ilva
 
Non possiamo consegnarvi alcuni studi effettuati negli anni scorsi. Quelle rilevazioni sono state effettuate in qualità di consulenti dell´azienda». E´ questa la comunicazione inviata nei giorni scorso al ministero dell´Ambiente dal Cnr, il Centro nazionale di ricerca. Una comunicazione che mette la parola fine a una serie di polemiche nate appunto a Taranto sul ruolo del centro di ricerca nella vicenda Ilva. «Per lo meno è stata fatta un po´ di chiarezza» spiega il direttore regionale dell´Arpa, Giorgio Assennato, che in passato aveva appunto sollevato alcune perplessità sul ruolo del Cnr nella vicenda. «Certo - continua - molte di quelle rilevazioni, seppur effettuate per conto dell´azienda, sarebbero state assai utili per comprendere al meglio la vicenda visto che si tratta di alcune tra le pochissime rilevazioni ufficiali». 
Il Cnr ha comunque inviato al ministero gli esiti di alcune analisi che verranno utilizzate nell´ambito del procedimento Aia, l´Autorizzazione integrata ambientale che l´Ilva dovrà avere entro marzo per continuare a lavorare.
L´Aia, però, è oggi evidentemente svuotata di significati vista la legge regionale approvata in giunta che imporrà all´Ilva di dimezzare subito le emissioni per poi ridurre di oltre otto volte entro il 2010. «Aia e legge non sono però in contraddizione» dice l´assessore regionale all´Ambiente, Michele Losappio. «La prima è procedura ministeriale. Tempi e metodi per affrontarla sono dunque da sempre di titolarità del ministero, come è stato riaffermato dalla stessa Prestigiacomo prima in polemica con il suo predecessore e poi nella vicenda della composizione della nuova commissione Aia e della sostituzione del responsabile del gruppo istruttore del procedimento, l´ingegner Lamacchia.
Regione ed enti locali - continua Losappio - stanno naturalmente fornendo al buon esito dell´istruttoria, insieme con l´Arpa, il proprio contributo tecnico: l´obiettivo è che si raggiunga lo stesso risultato della legge, in modo tale da indicare anche gli altri inquinanti e la loro riduzione in una logica di ecocompatibilità fra stabilimento e salute». Sul disegno di legge regionale, approvato l´11 novembre dalla giunta, il centrosinistra è abbastanza compatto.
E anche dal Pdl arrivano segnali di distensione. «Siamo pronti ad aiutare il governo se davvero vorrà rendere eco-compatibile l´Ilva - dice il consigliere, Pietro Lospinuso - Il limite dei 2.5 nanogrammi contenuta nella legge rappresenta di fatto l´annuncio di tale chiusura, oltre ad un inspiegabile e repentino cambiamento di rotta rispetto ad intese già raggiunta su un 3.5. Non è un caso che la scadenza più pesante per l´Ilva sia stata fissata dal suddetto ddl all´indomani delle prossime elezioni regionali».
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