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Puglia, legge anti-diossina al vaglio del Consiglio

Il presidente della Regione Nichi Vendola ha presentato il disegno di legge in discussione al consiglio regionale: «Pensiamo che le imprese oggi debbano investire una porzione dei profitti nella riconversione ambientale»
17 dicembre 2008
Fonte: La Nuova Ecologia

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Oggi la Regione Puglia cambia non solo la storia di Puglia, cambia la storia d'Italia. Perché questa legge regionale darà coraggio e speranza a tutti i movimenti ambientalisti d'Italia" e "ci sono molti impianti in costruzione che stanno per essere inaugurati o che sono presenti sul territorio da molto tempo e che sputano diossina e furani nella rassegnazione generale: bisogna rompere il muro della rassegnazione". Visibilmente commosso, il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, parlando con i giornalisti ha parlato così del disegno di legge che è in discussione oggi nell'aula del consiglio regionale della Puglia e che prevede nella regione una riduzione, rispetto ai livelli nazionali, di emissioni di diossina in atmosfera.

Un provvedimento, questo, diretto soprattutto a migliorare la difficile situazione di inquinamento ambientale a Taranto, a causa delle emissioni in atmosfera dell'Ilva. "Per me questo - ha detto Vendola - è uno dei giorni più belli della mia vita". "Stiamo scrivendo - ha detto Vendola, ricordando che la Puglia è la prima Regione in Italia a prendere una simile decisione - una delle pagine più belle della istituzione regionale, stiamo scrivendo una pagina che è stata scritta dall'inchiostro dei morti, degli ammazzati dai veleni e che è stata scritta, soprattutto, dalla voglia di riscatto del popolo di Taranto e di tutto il popolo inquinato che ogni giorno cerca di trovare il coraggio per non arrendersi a quelle compatibilità economiche che vengono invocate per non cambiare nulla".

"Anche ora - ha proseguito Vendola - si cerca di mettere in discussione il protocollo di Kyoto, tutto ciò che invece è indispensabile fare perché la crisi ambientale è la cosa più importante con cui dobbiamo confrontarci". "Noi abbiamo un ospite che è l'Ilva di Taranto, accanto all'Ilva ci sono tante altre fabbriche inquinanti – ha aggiunto Vendola – Pensiamo che le imprese che hanno cumulato profitti straordinari, oggi debbano investire una porzione di quei profitti nella riconversione ambientale, nella ecosostenibilità, devono restituire un pezzo di quello che hanno tolto, in termini di qualità della vita e di qualità della salute, a cominciare dalla povera, sfortunata, maltrattata, violentata città di Taranto che oggi si è alzata in piedi ed ha il diritto di essere abbracciata dalle istituzioni perché si è meritata questo risultato, che può raccontare ai bambini di Taranto che verrà un giorno in cui potranno sognare finalmente nuvole pulite e non nuvole sporche".

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