Mai piú morti sul lavoro!
La città di Taranto è circondata dall'Ilva, la seconda fabbrica siderurgica d'Europa e tra le prime dieci nel mondo, capace ogni anno di profitti miliardari. Ma questa fabbrica è famosa anche per ben altri primati che la rendono simbolo della condizione operaia continuamente messa sotto attacco per la salvaguardia e l'accrescimento dei profitti dei padroni. È la fabbrica con più morti sul lavoro, con il maggior numero di infortuni, con il padrone, “padron Riva”, più processato.
Una fabbrica con un impatto ambientale mostruoso che rende i quartieri operai che sorgono attorno all'industria delle vere e proprie “camere a gas” con una percentuale di tumori esponenzialmente superiore alla media.
Una fabbrica dove si assiste al sistematico ricorso al ricatto contrattuale, all'utilizzo di “reparti-confino”, mobbing e provvedimenti disciplinari contro gli operai che denunciano la loro condizione.
Le cifre riguardanti più in generale l'Italia ricordano un bilancio di guerra: 4 morti al giorno e innumerevoli infortuni, dovuti a uno sfruttamento scientifico e sistematico che giorno dopo giorno pesa sempre più sulle condizioni di vita e di lavoro.
Se fino a qualche tempo fa, i sindacati confederali (CGIL-CISL-UIL) svolgevano il loro ruolo di “pompieri” del conflitto sociale, cercando di limitare le richieste e le rivendicazioni dei lavoratori, oggi gettano la maschera e sostengono in toto le manovre repressive del governo: oltre alle limitazioni al diritto di sciopero anche le nuove disposizioni che regolamentano le manifestazioni di piazza portano la loro firma.
Queste misure, volte a reprimere ogni possibile espressione di dissenso e forma di conflitto sono frutto di un disegno ben preciso che ci vuole, in tempi di crisi, tutti docili e disposti a sopportare ogni sacrificio: il peso della crisi viene sistematicamente scaricato sulle spalle dei lavoratori, che pagano, spesso con la vita, il prezzo dell’ennesimo tracollo del modo di produzione capitalistico.
Non possiamo più tollerare che i padroni continuino ad accumulare profitti giocando sulla pelle dei lavoratori. Per questo scenderemo in piazza sabato 18 Aprile per esprimere la nostra solidarietà agli operai e alle operaie che, all’Ilva di Taranto come alla FIAT di Pomigliano, tutti i giorni sono sottoposti a cassa integrazione, licenziamenti politici, richiesta di sempre crescente mobilità e salari da fame.
Siamo coscienti che le vessazioni a cui sono sottoposti oggi i lavoratori sono le stesse che ci troveremo a sopportare domani noi studenti; è per questo che vogliamo generalizzare questa lotta e contribuire a rendere il più partecipata possibile la piazza del 18 Aprile a Taranto!
I BIGLIETTI DEL BUS PER TARANTO SONO IN VENDITA AL COSTO DI 5€ PRESSO L'AULA AUTOGESTITA R5 (UNIV. ORIENTALE - P.ZZO GIUSSO) - PER INFO: 3273614879
SABATO 18 APRILE - TARANTO - H 15:30
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
Quartiere Tamburi P.za Gesù Divin Lavoratore
BASTA MORTI IN NOME DEL PROFITTO!
Rete Nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
http://bastamortesullavoro.blogspot.com/
Articoli correlati
- Cronaca della presentazione di un esposto sulle emissioni dell'ILVA
Si fa presto a dire
Il maresciallo comincia a scrivere. Sembriamo a buon punto. La felicità dura poco. Blackout elettrico. Il computer dei Carabinieri perde tutti i dati. Si ricomincia da capo. Così per tre volte mentre fuori si superano i quaranta gradi. L'esposto è proprio sulle vittime delle future ondate di calore.18 luglio 2024 - Alessandro Marescotti - Comunicato stampa con allegati
La valutazione di impatto sanitario sulle emissioni di CO2 dell'Ilva
Sono di particolare importanza i dati dello studio “Il “mortality cost” delle emissioni di C02 di uno stabilimento siderurgico del Sud Italia: una valutazione degli impatti sanitari derivanti dal cambiamento climatico”. Al centro c'è la questione dell'impatto transfrontaliero e transgenerazionale.18 luglio 2024 - Redazione PeaceLink - Dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea su Acciaierie d’Italia
Ex Ilva: diffida a ministro dopo sentenza Corte Ue, stop Taranto
Le associazioni ambientaliste Genitori Tarantini e Peacelink hanno inviato una diffida al ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, e alla direzione Valutazioni ambientali del ministero, chiedendo di “volere immediatamente sospendere l’attività produttiva” della fabbrica di Taranto.11 luglio 2024 - AGI - Piccolo Bignami per chi si fosse perso
Spiegazione della sentenza della Corte di giustizia dell'UE sull'ILVA
La Corte di Giustizia dell'UE ha stabilito che le autorità nazionali devono effettuare una valutazione degli impatti sulla salute umana prima di autorizzare l'ILVA. In presenza di gravi rischi per l'ambiente e la salute, devono sospendere le operazioni piuttosto che concedere proroghe.25 giugno 2024 - Redazione di PeaceLink
Sociale.network