Taranto Sociale

Lista Taranto

Archivio pubblico

Taranto, la contaminazione rovina gli allevatori

Pecore alla diossina

Le sette masserie «maledette» distano dall'Ilva non più di un paio di chilometri e ne respirano i miasmi.
Carlo Vulpio
Fonte: Corriere della Sera - 10 ottobre 2008

L'annuncio dell'abbattimeno delle pecore

La punta dell' iceberg del disastro da diossina provocato dal centro siderurgico più grande d'Europa è la masseria di Angelo Fornaro e figli, Vincenzo e Vittorio, in contrada Carmine. Una masseria dell' Ottocento in un posto bellissimo, dove l' estate dura quattro mesi e la primavera sei. E dove le pecore sono felici, perché l' erba è verde e abbondante. Ma quelle pecore, 500, l' intero allevamento dei Fornaro, sono contaminate e verranno abbattute. «Contaminazione da diossina», dice la deliberazione della giunta regionale pugliese, che ha deciso l' abbattimento di ben 1.200 animali, distribuiti in sette allevamenti. Le sette masserie «maledette» distano dall'Ilva non più di un paio di chilometri e ne respirano i miasmi. Ma l' area fortemente sospettata di contaminazione è quella «ricadente in un raggio di almeno 10 chilometri dal polo industriale». Dopo i primi risultati «positivi» però i controlli si sono improvvisamente fermati. Perché? «Hanno paura di scoprire il disastro», dice Vincenzo Fornaro. I 1.200 animali sono risultati indenni da malattie infettive. Ma la diossina è un' altra cosa. Nell' aria di Taranto ne finiscono circa 200 grammi all' anno, una quantità enorme, e poiché la diossina si «accumula», a Taranto ce ne sono 9 chili, il triplo di quanta ne sprigionò la nube tossica di Seveso nel 1976. La morte per diossina è una morte «inedita» anche per gli animali, e infatti le norme sanitarie prevedono risarcimenti soltanto per i focolai di alcune malattie infettive. Sette allevamenti azzerati oggi, e chissà quanti altri in futuro, sono la prova di una emergenza reale e gravissima. Ecco quindi la ragione del «risarcimento» di 160 mila euro (spese di smaltimento incluse) previsto dalla Regione Puglia per le 1.200 pecore e capre da abbattere. «Da oggi sappiamo che una pecora o una capra contaminata dalla diossina "vale" 133,3 euro lordi», commenta con amarezza Vincenzo Fornaro. Le cinquecento pecore della sua masseria condannate a morte, che pure danno da vivere alle tre famiglie dei Fornaro e ad altre quattro famiglie romene («Tutti rigorosamente in regola»), saranno liquidate con 66 mila euro. Una miseria. Ma anche una somma dieci volte più grande non risolverebbe il problema. Prendiamo le tre donne tarantine il cui latte materno, qualche mese fa, risultò contaminato dalla diossina. O i cinque volontari tarantini che si sono sottoposti ad analisi e hanno «scoperto» di avere i valori più alti del mondo di diossina: non potendoli abbattere come le pecore, non c' è risarcimento che possa eliminare il rischio concreto della trasmissione della contaminazione. «La diossina - dice Patrizio Mazza, primario di ematologia a Taranto - è genotossica, colpisce il Dna e si può trasmettere ai figli». In questi giorni, dopo che il Tar di Lecce ha giudicato ammissibile il referendum cittadino sull' acciaieria, fra i 13 mila dipendenti Ilva si è creata una spaccatura drammatica, tra chi difende la salute e chi il posto di lavoro. Un dilemma che non si pone nel quartiere Tamburi, ventimila persone, il più vicino all' Ilva e il più inquinato della città. Il Tamburi è chiamato il «quartiere dei morti viventi». Qui, i tumori hanno falcidiato intere famiglie e la gente sa da che parte stare. E lo sanno anche i Fornaro. «Se servisse a salvare Taranto, scanneremmo tutti i nostri animali senza chiedere un soldo - dicono -. La verità è che l' unica cosa da abbattere sono le emissioni di diossina. Lo sanno bene anche i politici locali, come Poli Bortone, Vendola, Franzoso, ai quali abbiamo scritto più volte senza mai ricevere risposta». Già, le emissioni. Il limite, in Italia, è di 100 nanogrammi per metro cubo. In Europa è 0,4 e in Germania sono scesi a 0,1. Ora, davanti all' ordine di abbattimento del bestiame, Vincenzo Fornaro ha gli occhi lucidi: «L' acciaieria l' ho vista nascere - dice -, ero un ragazzino. Ci portò via cento ettari di terra, oliveti e vigneti, e la odiai subito. Ma oggi la odio con tutte le mie forze perché ha avvelenato la mia terra, i miei animali, la mia anima».

Articoli correlati

  • Latte materno, diossine e PCB
    Ecologia
    Slides

    Latte materno, diossine e PCB

    L’istituzione di un regolare sistema di biomonitoraggio da parte delle autorità competenti e un'accresciuta sensibilità dei cittadini possono promuovere un diverso modello di sviluppo che tuteli la salute delle generazioni future.
    29 febbraio 2024 - Paola Fioretti ed Elisa Lorenzini
  • Biobanca e inquinamento ambientale
    Ecologia
    Proposta di una biobanca a Taranto

    Biobanca e inquinamento ambientale

    In che modo una biobanca potrebbe essere utile a mantenere traccia nel tempo degli impatti sanitari delle emissioni industriali sulla popolazione più esposta e in particolare dei bambini? Potrebbe essere inclusa fra le prescrizioni di biomonitoraggio per l'AIA dell'ILVA?
    9 agosto 2023 - Associazione PeaceLink
  • La diossina nel pecorino
    Processo Ilva
    Tutto comincia il 27 febbraio 2008 e così prendono avvio le indagini di "Ambiente Svenduto"

    La diossina nel pecorino

    Il formaggio era prodotto da un pastore che pascolava vicino all'ILVA. Viene consegnato, a spese di PeaceLink, in un laboratorio di analisi di Lecce. "Diteci quello che c'è dentro". Qualche giorno dopo arriva una telefonata allarmata dal laboratorio: "C'è la diossina".
    Repubblica
  • Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA
    Ecologia
    Inviata dal Ministero della Transizione Ecologica al gestore dello stabilimento ILVA di Taranto

    Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA

    Il Gestore dell'ILVA non ha eseguito il controllo mensile del camino E-312. La legge prevede il fermo dell'impianto se accadesse una seconda volta in 12 mesi. PeaceLink evidenzia che dai controlli emerge una concentrazione di diossina superiore al limite prescritto per gli inceneritori.
    9 luglio 2021 - Associazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)