Esalazioni maleodoranti, blitz del Noe: sigilli al termodistruttore del cimitero
L’impianto di termodistruzione dei rifiuti cimiteriali realizzato all’interno del cimitero comunale di Taranto, gestito dall’Amiu, è stato posto sotto sequestro dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) di Lecce. Il provvedimento fa seguito ad un controllo ambientale effettuato dal Noe dopo diverse segnalazioni pervenute in relazione ad esalazioni maleodoranti avvertite in zona, e durante il quale i carabinieri hanno accertato che l’impianto era sprovvisto delle autorizzazioni provinciali al trattamento e all’incenerimento dei rifiuti e di quelle relative alle emissioni in atmosfera.
È stato sequestrato anche un locale di pertinenza del termodistruttore, utilizzato per il deposito di resti non umani derivanti dalla esumuzione delle salme, costituiti da addobbi funebri ed indumenti. Il legale rappresentante della società che gestisce l’impianto è stato segnalato alla procura della Repubblica per le ipotesi di reato che vanno dalla gestione di rifiuti pericolosi non autorizzata all’esercizio d’impianto che provoca emissioni in atmosfera in assenza delle prescritte autorizzazioni.
Articoli correlati
- Slides
Latte materno, diossine e PCB
L’istituzione di un regolare sistema di biomonitoraggio da parte delle autorità competenti e un'accresciuta sensibilità dei cittadini possono promuovere un diverso modello di sviluppo che tuteli la salute delle generazioni future.29 febbraio 2024 - Paola Fioretti ed Elisa Lorenzini - Proposta di una biobanca a Taranto
Biobanca e inquinamento ambientale
In che modo una biobanca potrebbe essere utile a mantenere traccia nel tempo degli impatti sanitari delle emissioni industriali sulla popolazione più esposta e in particolare dei bambini? Potrebbe essere inclusa fra le prescrizioni di biomonitoraggio per l'AIA dell'ILVA?9 agosto 2023 - Associazione PeaceLink - Tutto comincia il 27 febbraio 2008 e così prendono avvio le indagini di "Ambiente Svenduto"
La diossina nel pecorino
Il formaggio era prodotto da un pastore che pascolava vicino all'ILVA. Viene consegnato, a spese di PeaceLink, in un laboratorio di analisi di Lecce. "Diteci quello che c'è dentro". Qualche giorno dopo arriva una telefonata allarmata dal laboratorio: "C'è la diossina".Repubblica - Inviata dal Ministero della Transizione Ecologica al gestore dello stabilimento ILVA di Taranto
Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA
Il Gestore dell'ILVA non ha eseguito il controllo mensile del camino E-312. La legge prevede il fermo dell'impianto se accadesse una seconda volta in 12 mesi. PeaceLink evidenzia che dai controlli emerge una concentrazione di diossina superiore al limite prescritto per gli inceneritori.9 luglio 2021 - Associazione PeaceLink
Sociale.network