Anche Eni non rispetta il territorio
La Grande Industria, in questo caso l'ENI, continua a non rispettare questo territorio e la sua gente, complice la perdurante latitanza della politica.
A breve, il 1° luglio, scadrà un bando di gara per la realizzazione di una nuova centrale elettrica a Taranto, per alimentare la quale sarà realizzato un nuovo metanodotto che, come nelle precedenti occasioni, andrà ad incidere lungo il suo tracciato su di un'area di grande importanza idrogeologica, la sorgente del fiume Tara, ed archeologica, in occasione di precedenti lavori in quella zona era stata ritrovata la sede dell'antica Via Appia.
L'operazione porterebbe ad un aumento della produzione di CO2 del 276%, in evidente controtendenza con quanto stabilito nel trattato di Kyoto andando ad impattare su di una situazione già fortemente compromessa come quella di Taranto.
Si rimane a dir poco sconcertati davanti a tanta incongruità di manifestazione di intenti, quando si pensa che da una parte il Comune di Taranto annuncia operazioni di bonifica del quartiere Tamburi, ancora tutte da chiarire, e dall'altra nulla faccia in concreto per
impedire questa ulteriore operazione in danno della salute e del territorio.
Le competenze sono del Governo centrale che ha già concesso la VIA al progetto dell'Eni, ed è appena il caso di chiedersi se era a programmi di questo tipo che si riferiva il ministro Prestigiacomo quando, in occasione dell'inaugurazione dell'impianto ad Urea dell'Ilva di
Taranto, parlava di ulteriori azioni per migliorare la situazione "ambientale" a Taranto.
Ma è anche vero che il parere dei cittadini espresso per il tramite degli Enti Locali ha la sua rilevanza. A fronte di un parere negativo già espresso da Regione e Comune, e
diamo atto alla Regione di aver annunciato un ricorso al Tar avverso l'atto autorizzativo del Governo, ci chiediamo cosa intenda fare in concreto il Sindaco, perdurando il silenzio della Provincia, al quale, oramai, siamo già abituati.
Riteniamo sia giunta l'ora che la politica dia delle risposte certe ed inequivocabili ai quesiti che da troppo tempo le Associazioni e i Cittadini rivolgono ai loro rappresentanti ai quali è stato, a suo tempo, dato mandato elettorale.
Il silenzio della politica in merito a questioni così sentite, oltre a non risolvere i problemi che vengono ormai quotidianamente sottoposti all'attenzione dell'opinione pubblica, non fa altro che alimentare una crescente tensione ed un pericoloso scollamento tra cittadinanza, puntualmente delusa, e classe politica sempre più arroccata, anche in provincia, come una casta.
Alla classe politica si chiedono risposte e a tal proposito chiediamo l'istituzione di un tavolo permanente con la presenza degli Enti pubblici, delle Associazioni e di tutte le parti sociali interessate al fine di avviare un confronto su quella che oramai potremmo definire
la "Vertenza Ambientale" a Taranto.
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