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Valori di policlorobifenili e diossina superiori ai limiti di legge nei mitili allevati nel primo seno del mar Piccolo

Cozze al veleno a Taranto l'Asl blocca pesca e vendita

Dagli allevamenti fermati, un terzo della produzione della zona. Esposto dei verdi contro l'Aia rilasciata all'Ilva
25 luglio 2011
Fonte: Repubblica di Bari - 22 luglio 2011

L'Azienda sanitaria locale di Taranto ha emesso un'ordinanza che blocca il prelievo e la vendita di cozze allevate nel primo seno del mar Piccolo. Dai prelievi effettuati il 13 giugno, sarebbero risultati valori medi di pcb (policlorobifenili) e diossina sommati superiori agli 8 picogrammi per grammo previsti dalle norme. Le analisi sono state compiute dall'istituto zooprofilattico di Teramo. I valori relativi alla sola diossina rientrano nella norma, mentre i valori medi di pcb sono risultati di 10,5 picogrammi.
La produzione del primo seno del mar Piccolo ammonta a un terzo di quella complessiva della zona. Valori nella norma sono stati riscontrati per le cozze allevate nel secondo seno e in mar Grande.

A Taranto sono 103 i miticoltori, il provvedimento ne colpisce 24. Il sindaco ha già detto che la città deve stringersi ai lavoratori, sostenerli e aiutarli. Lunedì si riunirà un tavolo tecnico alla Regione per capire il da farsi cercare di salvare la produzione. E' la prima volta che una misura di divieto ha una portata del genere, si tratta di un colpo significativo all'economia da centiaia di migliaia di euro generata dall'oro nero di Taranto. Pescheria a Taranto

La notizia dei sigilli arriva nel giorno in cui alla procura di Roma arriva un esposto contro la concessione dell'Aia, l'Autorizzazione integrata ambientale, rilasciata all'Ilva di Taranto, lo stabilimento siderurgico al centro delle contestazioni degli ambientalisti. "Ho presentato un esposto affinché si verifichi se sono stati commessi reati di omissione in atti d'ufficio e falso nel rilascio dell'Aia", spiega il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, che ha deciso di rivolgersi alla magistratura dopo "aver appreso che il giorno precedente alla riunione che ha dato il disco verde all'autorizzazione era giunta al ministero dell'Ambiente una nota in cui i carabinieri del Noe segnalavano gravi irregolarità riscontrate nel corso dei 40 giorni di indagini e appostamenti riguardanti lo stabilimento dell'Ilva. La relazione dei carabinieri - secondo Bonelli - "non sarebbe stata presa in considerazione".

"Il non aver preso in considerazione i rilievi del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri - afferma Bonelli - ci preoccupa fortemente perché dimostra che si voleva concedere l'autorizzazione a prescindere da tutto, in questo caso anche dall'inquinamento e dalla salute dei cittadini di Taranto". "Ci saremmo aspettati - rileva - che la commissione Ipcc e la conferenza di servizi rinviassero la decisione in base alle gravi contestazioni e informazioni contenute nella nota dai carabinieri. Invece, si è preferito chiudere il procedimento con un parere 'espresso', come se nulla fosse accaduto".

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