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Dal monitoraggio ambientale alla cittadinanza scientifica

“Se fossi una pecora verrei abbattuta?”

Alla presenza di studenti e cittadini è stato presentato a Taranto il libro di Liliana Cori, ricercatrice del Cnr e divulgatrice scientifica
26 gennaio 2012

Il libro di Liliana Cori “Se fossi una pecora verrei abbattuta?” è stato illustrato ieri mattina agli studenti dell’Istituto Righi di Taranto. Nel pomeriggio la presentazione è avvenuta nella libreria Gilgamesh, con il patrocinio del Progetto Reves, una rete di 18 associazioni di volontariato che gode del sostegno della Fondazione Sud ed è coordinata da Carmen Galluzzo Motolese, presidente del Club UNESCO Taranto. Copertina del libro "Se fossi una pecora verrei abbattuta?"



Il libro riguarda il monitoraggio ambientale. Descrive nello specifico inquinanti come diossina, pcb, ddt, arsenico, mercurio e piombo. Si concentra in particolare sulle tecniche di biomonitoraggio. Gli inquinanti infatti “lasciano traccia” nei licheni, negli aghi di pino e nelle api, come pure nelle urine, nel sangue umano, nel latte materno, nei capelli. L’autrice scende nello specifico individuando il tipo di impatto che i vari inquinanti hanno sul corpo umano. Classifica i vari tipi di cancerogeni in base alla pericolosità attribuita loro dallo IARC (Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro).

Liliana Cori nell’Istituto Righi ha illustrato i concetti scientifici fondamentali di un libro in parte didattico e in parte sociale. La prospettiva che prefigura è quella di una "cittadinanza scientifica", ossia di una cultura che dia a tutti gli elementi per ricercare, orientarsi e scegliere consapevolmente. “Se fossi una pecora verrei abbattuta?” potrebbe entrare nelle scuole da leggere in particolare nelle ore di biologia e chimica.

Il dibattito con gli studenti si è concentrato sulle “competenze” da acquisire in un mondo inquinato e complesso nel quale non bastano le sole nozioni scientifiche e in cui servono anche le capacità di ricerca e di collegamento interdisciplinare delle informazioni, accanto al “saper usare” le conoscenze stesse per esercitare i diritti di cittadinanza.
“E’ necessario – sostiene Liliana Cori – promuovere una cittadinanza scientifica: la possibilità cioè che le persone con un’istruzione anche di base siano in grado di comprendere i principali temi scientifici e dare la loro opinione in proposito”.

A questo riguardo è intervenuto Marco Morelli, uno studente della 5AM dell’Istituto Righi che ha illustrato il progetto “Dioxin Free” per creare un marchio che contraddistingua gli alimenti “senza diossina”. L’esperienza, portata recentemente al Senato dagli studenti, si è trasformata in un disegno di legge depositato dalla senatrice Adriana Poli Bortone e che gode del sostegno di diversi parlamentari che hanno dato ascolto agli studenti del Righi “in missione” a Roma. “Dioxin Free” è diventato un obiettivo anche per una “rete nazionale” di mamme che vogliono difendere il latte materno e che vedono in questo disegno di legge una garanzia per tutelare l’allattamento al seno e renderlo anch’esso “Dioxin Free”. Il dibattito si è arricchito di molti spunti di riflessione e questo era in sostanza lo spirito del libro che, fra le varie cose, vuole raccontare la storia delle lotte ambientali italiane, fra cui Taranto. La nostra città viene citata con grande rispetto e come esempio per la mole di ricerche e di studi realizzati dagli stessi cittadini.

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