Documento del Comitato per la Pace di Taranto
Sabato 26 febbraio saremo in presidio a Taranto per esprimere la nostra preoccupazione per il rischio di escalation militare in est Europa, e la nostra netta contrarietà ad ogni ipotesi di partecipazione o supporto del nostro Paese ad un conflitto armato tra Russia e Ucraina.
La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia. Gli eserciti che si fronteggiano costano alla vita delle persone un prezzo enorme anche se non si arriverà alla guerra guerreggiata.
L'art. 11 della nostra Carta Costituzionale sancisce un principio forte - “L'Italia ripudia la guerra” - che non può essere interpretato a piacimento. Il nostro Paese non ha in nessun caso l’opzione violenta come ammissibile. Siamo per la Pace sempre e non ci riconosciamo in governi e alleanze che perseguono il dominio contrapposto sul mondo. Con le guerre non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi di povertà e di difendere i Diritti Umani. Non c’è la possibilità di concentrare gli sforzi contro la pandemia e per risolvere i problemi della gente. Anzi si scaricherebbe su di tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di proporzioni incontrollabili. Per questo chiediamo il massimo impegno dell'Italia a bloccare la corsa verso il conflitto armato in Ucraina. Riteniamo inaccettabile la propaganda bellicista a reti unificate a cui siamo costretti ad assistere e che tratta vicende drammatiche come quelle delle popolazioni di confine del Donbass con il cinismo e la spietatezza di quei potenti che le guerre le decidono per poi mandarci a morire la povera gente.
Il coinvolgimento della NATO non ha alcuna giustificazione, anche rispetto al suo statuto, se non per mostrare ancora una volta la propria connotazione imperialista, aggressiva e prevaricante. In questa crisi, inoltre, gli Stati Uniti stanno esasperando le tensioni, tanto da poter provocare il passaggio al conflitto armato e la Russia non si astiene dal manifestare una pericolosa prova di forza.
Diciamo no all'estensione della Nato all'Ucraina e al posizionamento di nuove armi nucleari Usa in Europa. Partendo dall’attuazione dell’accordo di Minsk, occorre negoziare una posizione di neutralità per l’Ucraina e non di avamposto militare della Nato ma terra d’incontro fra Russia (CSI) e Unione Europea (UE).
Auspichiamo, inoltre, che il ruolo dell’UE si caratterizzi autonomamente e decisamente per il mantenimento di relazioni pacifiche e di cooperazione tra i popoli. Solo la neutralità, come valore irrinunciabile, può scongiurare questa guerra: una neutralità da costruire con accordi politici e non con prove di forza. Sarebbe una pericolosissima regressione storica se la crisi sfociasse in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo.
Chiediamo all'Italia e all’Europa di adoperarsi convintamente nelle sedi diplomatiche per evitare il conflitto.
Articoli correlati
- I leader europei sull'Ucraina ai margini della scena mondiale
Puntavano sulla vittoria militare e ora sono sconfitti
In Alaska Putin ha camminato sul tappeto rosso ed è stato accolto con tutti gli onori da Trump, persino con un applauso. Quali insegnamenti possiamo trarre da questo clamoroso cambio di scena? Quali opportunità per il movimento pacifista?16 agosto 2025 - Alessandro Marescotti - Nell’ambito di un evento collaterale all’80esima Assemblea Generale dell’ONU
Presentata a New York la “Dichiarazione dei giovani per la Pace nel Mediterraneo”
Quest'articolo nasce da una conversazione con Giovanna Gagliardi, attivista/militante di “Un ponte per… “, Ong nata durante la prima guerra in Iraq per dare solidarietà umana e materiale alla martoriata popolazione civile, vittima dei bombardamenti su Baghdad degli USA e dei suoi Stati vassalli.14 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra
Come si cerca di educarci alla guerra, sin da piccoli. Ora, in Ucraina, ancora di più.10 agosto 2025 - Mauro Carlo ZanellaA Kiev un crimine di guerra
Oggi è il 6 agosto. Esattamente ottant’anni fa, nel 1945, gli Stati Uniti d’America sganciarono la bomba atomica che ridusse in macerie la città giapponese di Hiroshima e in polvere gran parte dei suoi abitanti.6 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
Sociale.network