Davanti al dramma di chi cerca di giungere in Europa per fuggire da guerre, miseria, persecuzioni politiche e al fallimento delle attuali politiche sulle migrazioni, l’azione comune deve essere quella per costruire Comunità civili, solidali e accoglienti in Italia e in tutta Europa. Comunità dove non si spendano immensi patrimoni solo per salvare le banche e comprare armi ma basate sull’equità economica e sul riconoscimento dei diritti di tutti, come richiesto anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e da altre convenzioni internazionali.
Quel che sostiene la recente iniziativa contro i rifugiati politici, avvenuta anche a Vasto e Ortona, non corrisponde a quello che quotidianamente vivono migliaia di migranti
Il fenomeno migratorio sotto la lente di ingrandimento di un rapporto della Caritas italiana. I numeri, le politiche, l’occupazione.
E, infine, i luoghi bui di umanità dal nome CIE.
Numerose le incongruità segnalate dallo studio legale Paccioni di Bari, in visita lo scorso 31 marzo 2011 presso il centro di identificazione ed espulsione di Bari contro il quale tenta un'azione legale collettiva
Per l’accoglienza, la Croce Rossa incasserà tre milioni di euro al mese. La proprietaria dell’area 360mila. Più di 20 milioni solo per il 2011. Senza contare gli stipendi. Tutto a carico del contribuente.
Lunedì 21 settembre. Violenza all'interno del centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d'Isonzo. La testimonianza di foto e video non riescono a lanciare l'allarme alla stampa nazionale.
C’è puzza di bruciato in giro. E non viene solo dal centro per l’internamento e l’espulsione degli immigrati di Lampedusa dopo l’ennesima rivolta. Sta bruciando il nostro presente, come il nostro passato prossimo già nell’oblio.
Associazioni e singoli stanno chiedendo alle procure di Brescia e di Pordenone trasparenza sulla presenza di ordigni nucleari presso le basi di Ghedi e Aviano. L'8 dicembre a Pordenone un convegno con tecnici, scienziati, giuristi e attivisti aperto a tutta la cittadinanza
Un dialogo destinato ad interrompersi tra una giovane palestinese e una regista iraniana, semplice e toccante come la passione di Fatma Hassona per la fotografia (nelle sale dal 27 novembre)
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