Si è concluso il corso di formazione docenti. Qui riportiamo alcuni Padlet realizzati dai corsisti. I Padlet sono bacheche digitali facili su cui i corsisti hanno lavorato in maniera laboratoriale e condivisa.
28 ottobre 2019 - Alessandro Marescotti
Le novità della legge 92/2019 ("Introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica")
La cittadinanza attiva era già prevista a livello europeo e l'educazione civica vi rientrava in tale veste. Cosa cambia allora con la nuova legge sull'educazione civica? In primo luogo è fissato un monte orario con collegamenti all'educazione ambientale e alla cittadinanza digitale.
27 agosto 2019 - Alessandro Marescotti, Daniele Marescotti
L'educazione alla cittadinanza mira a promuovere negli studenti competenze per diventare cittadini attivi, informati e responsabili. In questo rapporto viene fornito il quadro europeo (nelle scuole di ben 42 nazioni) della formazione alla cittadinanza
25 marzo 2019 - Daniele Marescotti
Uno testo utile per studenti, insegnanti, associazioni
La cittadinanza attiva significa affermare il principio della "sovranità popolare" sancito nell'articolo 1 della Costituzione Italiana. La cittadinanza attiva forma competenze che portano al cosiddetto "empowerment" sociale e individuale.
E' in atto una corsa tecnologica, presentata come un investimento per la “difesa del futuro”, che rischia di impegnare risorse economiche enormi per i prossimi decenni, sottraendole allo stato sociale e alle urgenze ambientali. Vediamo cosa avranno di fronte i parlamentari italiani.
La sentenza parla di "cornice piduista" in una "prospettiva politica atlantista". Oltre al ruolo di Licio Gelli nella strage emerge infatti quello di Federico Umberto D’Amato, amico di Cossiga e affiliato alla P2, e già rappresentante del Ministro dell’Interno nel Comitato di Sicurezza della Nato.
Il rapporto è stato pubblicato nel 2010 ma è rimasto ampiamente ignorato perché scomodo. Redatto dall’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, il rapporto descrive violenze estreme documentate con testimonianze e indagini indipendenti. Ma il governo del Ruanda lo ha contestato.
Sulla base di ricerche estremamente dettagliate il libro conclude che ci furono gruppi armati di manifestanti del Maidan che occuparono postazioni da cui partirono i proiettili che colpirono sia i manifestanti sia i poliziotti.
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