L'Italia ripudia la guerra (art. 11 Cost.), non può puntare sulle armi come pilastro del Sistema paese e armare paesi in guerra o che violano i diritti umani
Notizie esaltate, annunciate, sparate in prima pagina. E notizie negate, eliminate, sottaciute, parziali. Alla fiera dell'informazione le varietà sono enormi. Mentre su Internet cresce la catena di solidarietà con i bambini di Rignano Flaminio partita dal sito http://www.censurati.it
L'amministrazione pescarese ha deciso di dedicare un monumento ai "martiri di Nassiriya". Tusio De Iuliis dell'Associazione Aiutiamoli a Vivere, impegnata da anni in progetti di solidarietà in Iraq esprime il proprio dissenso.
Con questa raccolta di firme si chiede che sia possibile collocare nell’aiuola centrale di Piazza Alimonda un cippo in marmo recante il nome, il cognome e la data di morte di Carlo Giuliani. La memoria del ragazzo ucciso non è solo un fatto privato, ma riassume le drammatiche giornate del luglio 2001 e riguarda la città di Genova e la democrazia.
Ogni centro ha portato le proprie esperienze di cittadinanza attiva, nell’ambito dei diversi ambiti di esercizio della cultura della legalità, con particolare riferimento all’antimafia sociale
Ciò che i media non trasmettono è l'impatto di questa guerra sui lavoratori e sulla povera gente in Russia. E la vita comincia a diventare molto più difficile per i comuni lavoratori.
Ho iniziato a occuparmi della CIA nel 1995. La Guerra Fredda era terminata, la CIA si stava ridimensionando e l’ufficiale della CIA Aldrich Ames era appena stato smascherato come spia russa. Un’intera generazione di alti funzionari CIA stava lasciando Langley. Molti volevano parlare.
Io la malattia la vivo nel mio corpo, in lotta da un anno contro la leucemia. Noi abbiamo un potere, abbiamo la possibilità di sovvertire quest’ordine di ingiustizie. Non aspettiamo che siano gli altri a trovare la soluzione per noi, la soluzione siamo noi
Commettendo ciò che molti giornali chiamano “il lapsus freudiano del secolo”, l’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha inavvertitamente definito la propria invasione dell’Iraq nel 2003 come “ingiustificata e brutale.” Proprio ciò che Julian Assange aveva rivelato 12 anni fa.
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