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"Torneremo al nucleare in cinque anni"

«Nei piani di Berlusconi c´è l´abolizione dell´eolico»

«Tra i primi provvedimenti che adotteremo una volta al governo, c´è sicuramente il ritorno al nucleare. Lo abbiamo sempre detto e ora lo faremo. Bisogna impedire l´installazione degli impianti eolici in tutto il territorio nazionale». Previsti incontri con Sarkozy per avviare una joint venture per le centrali
Claudio Titto
Fonte: Repubblica - 28 febbraio 2008

Eolico ROMA - «Tra i primi provvedimenti che adotteremo una volta al governo, c´è sicuramente il ritorno al nucleare. Lo abbiamo sempre detto e ora lo faremo». Per Silvio Berlusconi è un punto fermo. Vuole più autonomia energetica ed è pronto ad una "rivoluzione" in questo settore. Da avviare se il Pdl vincerà le prossime elezioni. Nel programma del Cavaliere, infatti, il progetto di riconvertire all´atomo una parte della produzione elettrica è messo nero su bianco.

Ma l´Officina guidata da Giulio Tremonti, Gianni Alemanno e Roberto Maroni, ha fatto qualcosa di più. Un vero e proprio piano di azione che passa da una serie di alleanze internazionali (soprattutto a livello europeo), un impegno consistente dell´Enel su questo versante e un massiccio investimento su quello che viene definito il nucleare di «Nuova generazione». Archiviando alcune delle opzioni alternative, come l´eolico, su cui l´Italia ha puntato negli ultimi 20 anni.


Nell´agenda del leader pidiellino, allora, il primo passo sarà la trattativa con la Francia per una azione congiunta. Berlusconi vuole ristabilire con Sarkozy un patto non solo dal punto di vista politico, ma anche economico-commerciale. E ha già pronto una serie di incontri con il presidente francese per dare il via ad una nuova "joint venture". Del resto, nel territorio d´Oltralpe ci sono già ben 58 centrali nucleari, molte delle quali situate in prossimità del confine italiano. Con Parigi, quindi, non ci sarebbe solo un azione congiunta, ma anche un «programma di ricerca». Puntato appunto sul "nucleare di nuova generazione" e sulle soluzioni più avanzate relative all´intero ciclo di produzione e smaltimento delle scorie. Il tutto finalizzato ad avviare la costruzione almeno di una nuova centrale entro la legislatura.

Non solo. Nel disegno berlusconiano, un tassello fondamentale sarà rappresentato dall´Enel. L´eventuale governo di centrodestra darà mandato ai nuovi vertici del colosso elettrico di incentivare gli investimenti all´estero su questo fronte. Già nei mesi scorsi l´ex monopolista pubblico aveva dato la sua disponibilità a «collaborazioni scientifiche con partners europei sulle centrali nucleari di nuova generazione», volte anche al recupero di competenze tecniche specifiche. Ma il Pdl imprimerà un´accelerazione e chiederà all´Enel di intensificare le operazioni internazionali con gestori che producono energia elettrica da fonte atomica. Nel 2006, ad esempio, un investimento del genere era stato effettuato con l´acquisizione della società slovacca "Slovenske Elektrarne" che produce il 38% dell´elettricità dal nucleare. E nei mesi scorsi ha presentato un´offerta per partecipare al progetto per il completamento del reattore bulgaro di Belene. Tutti sforzi che Berlusconi ha già in programma di moltiplicare. Puntando il mirino proprio sull´est europeo a cominciare dall´Albania.

La base del programma energetico dell´eventuale esecutivo Berlusconi è stata tracciata in uno studio effettuato dalla "Free foundation", la fondazione guidata dal forzista Renato Brunetta, uno dei principali candidati a ricoprire il ruolo di Ministro dell´Economia. I risultati di un seminario del 20 febbraio - poi trasferiti quasi integralmente nel programma del Pdl e concordati con il Cavaliere - definiscono le linee per il dopo 13 aprile. E un punto fondamentale sarà proprio l´abolizione dell´eolico. «Impedire l´installazione degli impianti eolici - si legge nel documento - in tutto il territorio nazionale; sfruttare l´idroelettrico al massimo delle sue potenzialità; convertire il convertibile al carbone; dotarsi di nuovi elettrodotti e aumentare l´importazione di energia elettronucleare; bloccare ogni velleità sui rigassificatori; attuare un processo di capillare e corretta informazione sulla inevitabile necessità del nucleare e predisporsi all´uso di questa fonte».

L´unico nodo ancora da sciogliere è costituito dalle soluzioni tecniche e dalle scelte temporali. Gli uomini di An, ad esempio, sono per un approccio «soft» all´atomo. Incoraggiando, appunto, le joint venture internazionali e aspettando che l´innovazione tecnologica sullo smaltimento delle scorie abbia compiuto dei progressi. Il Cavaliere, invece, spinge per un intervento «hard». E spesso cita l´esempio giapponese: paese nel quale ogni centrale viene completata e collaudata in cinque anni. Anche se un esperto come il direttore strategie e sviluppo dell´Eni, come Leonardo Maugeri, esclude che si possa realizzare una struttura nucleare in meno di 10 anni.

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