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Parco al Pcb: al via la bonifica

Qualche tassello del caso Caffaro sta andando a segno, e la Loggia può partire con la bonifica dei 16 mila metri quadrati del parco di via Passo Gavia. Da ieri sono finalmente in azione le ruspe comunali nei sedicimila metri quadrati dell’area verde. Ora, finalmente le ruspe sono entrate in azione.
1 aprile 2008
Mimmo Varone
Fonte: Brescia Oggi

. Qualche tassello del caso Caffaro sta andando a segno, e la Loggia può partire con la bonifica dei 16 mila metri quadrati del parco di via Passo Gavia. Insieme al Calvesi, il Gavia è «uno dei due parchi cittadini per i quali il Ministero ha deciso che il Comune poteva procedere alla bonifica se non lo avesse fatto la Caffaro stessa», spiega l’assessore all’Ambiente Ettore Brunelli. E i lavori sono partiti ieri, con un milione di euro stanziati dalle casse comunali.

I soldi saranno sufficienti in attesa che venga perfezionato l’Accordo di programma con il Ministero. E comunque «questo è un caso concreto in cui l’azienda è stata chiamata in causa per l’inquinamento, noi l’abbiamo messo in mora - precisa Brunelli -, poi deciderà il Tribunale se dovrà pagare o meno». Per parte sua, «Caffaro non ha chiesto la sospensiva per permetterci di procedere alla bonifica».

Il “Passo Gavia” era stato chiuso nel 2002, dopo che vi erano stati riscontrati livelli di diossina «molto alti», insieme a parecchio Pcb, arsenico e mercurio. Si ricorderà che inizialmente erano state fatte alcune analisi a campione, poi tutto il parco è stato controllato in base a una griglia di 25 metri di lato, e proprio per i risultati di quelle analisi sistematiche «abbiamo sostenuto che l’inquinamento fosse colpa della Caffaro - dice l’assessore -, che è abbastanza vicina, con una roggia di scarico che passa a un centinaio di metri».

Ora, finalmente le ruspe sono entrate in azione. Da ieri hanno cominciato a rimuovere e ammucchiare il primo mezzo metro di terreno superficiale. Prima di caricare i mucchi sui camion e portarli alla cava che li riceverà bisognerà fare analisi aggiuntive, e si faranno già a partire da oggi. Intanto vengono sradicati i vecchi cespugli, mentre si salverà il bosco, che ha piante di 20 o 30 anni. Ma la terra intorno agli alberi bisognerà asportarla a colpi di badile.

Una volta rimosso il primo mezzo metro, in un mese e mezzo circa, si dovrà analizzare il fondo scavo. Se non risulterà inquinato si procederà a ripristinare il livello con terra nuova, a installare gli impianti idraulico ed elettrico. In tal caso il giardino potrebbe essere pronto per la semina in autunno, e il parco frequentabile già in inverno. In caso contrario bisognerà scavare per un altro mezzo metro, e rifare daccapo l’intera operazione. Se così fosse, i tempi si allungherebbero tanto che al momento sarebbe impossibile prevedere la conclusione dei lavori. Tutto dipende da cosa si troverà nel fondo scavo.

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