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Nucleare Enel in Slovacchia antieconomico ed insicuro

Greenpeace fa ricorso contro Nucleare Slovacco dell'Enel

C'è il ricorso Greenpeace International ha presentato formale ricorso alla Commissione europea contro i sussidi statali illegali che il governo di Bratislava garantisce al progetto di completamento della centrale nucleare di Mochovce. Secondo Greenpeace, il Governo slovacco "ha garantito particolari condizioni a Enel sulle somme da accantonare per lo smantellamento futuro delle centrali e la gestione delle scorie".
13 aprile 2008
NO SCORIE TRISAIA

Nucleare Greenpeace International ha presentato oggi formale ricorso alla Commissione europea contro "i sussidi di stato illegali e le distorsioni del mercato che condizionano il progetto di completamento della centrale nucleare di Mochovce, in Slovacchia".

Secondo Greenpeace, il Governo slovacco "ha garantito particolari condizioni a Enel sulle somme da accantonare per lo smantellamento futuro delle centrali e la gestione delle scorie". Tali condizioni "si configurano come aiuti di stato illegali per convincere la compagnia elettrica Slovenske Elektrarne (Se), controllata al 66% da Enel, a partecipare a un progetto altrimenti irrealizzabile e non interessante economicamente".

Il caso "è molto semplice - commenta Jan Haverkamp, responsabile di Greenpeace a Bruxelles - quando sporchi trucchi come questo vengono rimossi dall'equazione, il nucleare si dimostra una fonte energetica costosa e inaffidabile".

Il Governo slovacco prevede anche di aumentare massicciamente i contributi a carico di tutti gli utenti slovacchi, compresi quelli che non ricevono energia elettrica da Se/Enel, aumentando artificiosamente il 'debito pregresso'.

Secondo le stime "ufficiali", lo sconto concesso a Enel per smantellamento e gestione scorie si tradurrebbe in un mancato versamento di circa 1 miliardo di euro, mentre secondo altri studi indipendenti lo 'sconto' potrebbe valere 11 miliardi di euro". In questo modo la compagnia dovrà smantellare l'impianto di Mochovce basandosi su somme inferiori al dovuto, con il pericolo che i fondi accantonati non basteranno a coprire le spese, ha sottolineato l'associazione ambientalista.

"Non solo il progetto di completare reattori risalenti all'era pre-Chernobyl solleva forti preoccupazioni in tema di sicurezza, ma l'evidenza raccolta da Greenpeace indica che le scelte del Governo slovacco si configurano come un chiaro esempio di aiuti di stato illegali - dice Jan Haverkamp - facciamo appello alla Commissione per mettere fine al protezionismo nucleare in Slovacchia".

Greenpeace ha già annunciato di aver intenzione di citare in giudizio anche il Governo slovacco "per non aver avviato la necessaria procedura di Valutazione di impatto ambientale per Mochovce, così come richiesto dalla legislazione europea".

Come avevamo già riportato su questo portale (Nucleare d'antiquariato), ricordiamo che l’Enel ha deciso di investire 1,8 miliardi di euro per il completamento di due reattori nucleari di Mochovce per una potenza di poco superiore agli 800 MW. I reattori sono del tipo VVER-440/213, progettati dall’ex URSS alla fine degli anni '70. Gli attuali standard di sicurezza sono molto bassi e difficilmente verrebbero autorizzati in gran parte degli Stati europei. Per esempio, non dispongono di un doppio guscio protettivo in caso di impatto con un aereo.

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