Latte materno "Bene Comune"
Il Manifesto per la difesa del latte materno comincia così: “Il latte materno è un Bene Comune di inestimabile valore“.
LA CAMPAGNA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL LATTE MATERNO
Non è una frase ad effetto: si parla di una realtà che ci è stata forse strappata di mano anche nel modo di rappresentarla (oramai quasi solo in termini medici o agiografici ... una bella foto di altri tempi).
Grazie ad alcune associazioni, è ora in atto una “campagna nazionale per la difesa del latte materno”. I suoi promotori pensano che sia importante diffondere la pratica dell’allattamento al seno; per questo offrono informazioni sui suoi effetti sui bambini (effetti che si riflettono anche negli anni a venire) e ne sottolineano il valore per tutta la comunità, usando il concetto di “Bene Comune”.
Ecco le associazioni promotrici: ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente, IBFAN Italia, MAMI – Movimento Allattamento Materno Italiano, Minerva p.e.l.t.i. onlus, PeaceLink, Gruppo Allattando a Faenza, Mamme per la Salute e l’Ambiente onlus – Venafro.
IL LATTE MATERNO E’ IN PERICOLO
Le informazioni alle quali la campagna intende dare la massima diffusione includono – purtroppo - le conoscenze scientifiche riguardanti la contaminazione del latte materno da sostanze inquinanti. E’ necessario quindi che, in modo continuativo, le istituzioni realizzino un biomonitoraggio su sangue placentare e latte materno, specialmente nelle aree più inquinate.
L’Italia al momento non ha ancora ratificato la convenzione di Stoccolma (sottoscritta nel 2004), che fissa limiti severi e rigide misure di controllo all’emissione in ambiente di sostanze inquinanti e persistenti; il Manifesto ora ribadisce la necessità di mettere al bando pratiche inquinanti, antiecologiche ed antieconomiche - quali l’incenerimento di rifiuti e biomasse - per privilegiare pratiche virtuose alternative.
Per salvaguardare il benessere degli esseri viventi, vanno imposti e rispettati vincoli normativi più rigidi e controlli più efficaci nei confronti degli insediamenti industriali e produttivi, soprattutto e con urgenza nei pressi di centri abitati e di zone in cui si praticano l’agricoltura, l’allevamento di bestiame e la pesca di pesci e molluschi.
Pensare che il latte materno possa continuare ad essere minacciato da pericolose sostanze inquinanti - in primo luogo da una sostanza terribile come la diossina – è insopportabile.
Per questo PeaceLink aderisce con convinzione a questa campagna nazionale.
http://difesalattematerno.wordpress.com/manifesto/
Per maggiori informazioni:
http://www.ibfanitalia.org
Puoi aderire alla Campagna Nazionale per la promozione e la difesa del latte materno cliccando su http://www.peacelink.it/latte
Articoli correlati
- Slides
Latte materno, diossine e PCB
L’istituzione di un regolare sistema di biomonitoraggio da parte delle autorità competenti e un'accresciuta sensibilità dei cittadini possono promuovere un diverso modello di sviluppo che tuteli la salute delle generazioni future.29 febbraio 2024 - Paola Fioretti ed Elisa Lorenzini - Proposta di una biobanca a Taranto
Biobanca e inquinamento ambientale
In che modo una biobanca potrebbe essere utile a mantenere traccia nel tempo degli impatti sanitari delle emissioni industriali sulla popolazione più esposta e in particolare dei bambini? Potrebbe essere inclusa fra le prescrizioni di biomonitoraggio per l'AIA dell'ILVA?9 agosto 2023 - Associazione PeaceLink - Tutto comincia il 27 febbraio 2008 e così prendono avvio le indagini di "Ambiente Svenduto"
La diossina nel pecorino
Il formaggio era prodotto da un pastore che pascolava vicino all'ILVA. Viene consegnato, a spese di PeaceLink, in un laboratorio di analisi di Lecce. "Diteci quello che c'è dentro". Qualche giorno dopo arriva una telefonata allarmata dal laboratorio: "C'è la diossina".Repubblica - Inviata dal Ministero della Transizione Ecologica al gestore dello stabilimento ILVA di Taranto
Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA
Il Gestore dell'ILVA non ha eseguito il controllo mensile del camino E-312. La legge prevede il fermo dell'impianto se accadesse una seconda volta in 12 mesi. PeaceLink evidenzia che dai controlli emerge una concentrazione di diossina superiore al limite prescritto per gli inceneritori.9 luglio 2021 - Associazione PeaceLink
Sociale.network