Emissioni di diossina all'Ilva di Taranto: calo del 36% aggiungendo urea nel processo produttivo. Un risultato atteso ma insufficiente rispetto al limite europeo.

Ecco come ridurre la diossina con le nuove tecnologie salvando la salute dei cittadini e il posto di lavoro degli operai. Le proposte di PeaceLink

L'immissione sperimentale di urea nel processo produttivo dell'agglomerato nell'Ilva di Taranto abbassa le emissioni di diossina a circa 2,5 ng I-TEQ/Nmc (nanogrammi per metro cubo normalizzato calcolati sulla base dell'Indice di Tossicità Equivalente). Sono ancora troppo alte rispetto al limite "europeo" di 0,4, in Italia già adottato nella regione Friuli Venezia Giulia. Eppure, con le tecnologie oggi disponibili nel mondo, è possibile scendere addirittura sotto il limite di 0,1 adottato per gli inceneritori anche in Italia. Ecco come eliminare quasi del tutto le emissioni di diossina anche dall'impianto di agglomerazione di Taranto.
2 agosto 2008
Ing. Biagio De Marzo, prof. Alessandro Marescotti (Associazione PeaceLink)

Ecco quello che a Taranto non si può più ignorare

Esistono le tecnologie per eliminare quasi del tutto ("organic compounds are virtually eliminated") le emissioni di diossine e furani anche nell'Ilva di Taranto. SIEMENS VAI - Metals Technologies Gmbh &Co di Linz (Austria) ha sviluppato il processo denominato "SIMETAL cis MEROS", dove MEROS è l'acronimo di Maximized Emission Reduction Of Sintering (riduzione massimizzata delle emissioni dell'agglomerato). Il processo MEROS è stato sviluppato per ridurre le specifiche emissioni entro valori fissati dall'Amministrazione comunale di Linz. Il processo MEROS è caratterizzato da una serie di trattamenti in cui, polveri e componenti inquinanti ancora presenti nei fumi di processo dopo il trattamento nei filtri elettrostatici, vengono ulteriormente abbattuti con successivi trattamenti abbastanza complessi (ricircoli, precipitatori a umido, a secco, filtri di tessuto, ecc.). Con questo sistema si raggiungono i seguenti livelli di emissione:

* polvere <10 mg/Nmc;
* SOx <50 ppm/Nmc;
* diossina <0,1 ng/Nmc;
* NOx <50 ppm/Nmc, in combinazione con il sistema DeNOx .

La Siemens ha implementato il processo MEROS nel 2005 sull'impianto sperimentale da 80.000 Nmc/h e nel 2007 sull'impianto da 620.000 Nmc/h entrambi di Voestalpine Stahl di Linz in Austria. Ha eseguito interventi risolutivi sull'impianto di agglomerazione di Corus Port Talbot Works in Inghilterra e su quello di Dragon Steel Corporation a Taiwan. Ha in corso l'installazione di un impianto da 520.000 Nmc/h della Maashan ISCO, in Cina; il relativo contratto è stato firmato a marzo 2008 e lo start-up dell'impianto è fissato per l'estate del 2009.

Sappiamo perfettamente che una cosa è realizzare un impianto ex novo e un'altra innestare tecnologie innovative su un impianto esistente, peraltro di dimensioni inusitate come quello di Taranto; ma sappiamo anche che in Europa esiste l'engineering capace di progettare e realizzare le modifiche necessarie per rendere ecocompatibile l'impianto di agglomerazione di Ilva Taranto: è solo un problema di volontà e di soldi. I sistemi "tradizionali" del Protocollo di Aarhus indicavano per diossine e furani un livello tra 0,2 e 0,4 nanogrammi a metro cubo normalizzato; con il processo MEROS si può scendere sotto il limite di 0,1.

I deludenti risultati dell'Ilva

Cosa fa invece l'Ilva a Taranto? Procede con grande flemma nell'aggiunta (solo sperimentale) di urea ottenendo un decremento del 53% rispetto alla media delle rilevazioni Arpa di giugno 2007 e di febbraio 2008. Ma, si noti bene, questa percentuale scende solo del 36% se si confrontano la media delle rilevazioni di giugno 2007 (3,9 nanogrammi a metro cubo) con la media delle rilevazioni del giugno 2008 (2,5 nanogrammi a metro cubo). Ci sembra più corretto il raffronto di tali due medie in quanto frutto di rilevazioni effettuate in condizioni ottimali, a differenza delle rilevazioni del febbraio 2008 effettuate in condizioni routinarie; ciò è facilmente deducibile comparando la quantità di polveri emesse nelle tre campagne di rilevazione.

Quindi siamo in presenza di una riduzione della diossina modesta e ottenuta, come si è detto, con una conduzione non routinaria degli impianti e con una procedura che non diventerà stabile e continuativa a breve. La sperimentazione a base di urea, insomma, non è un dato acquisito e continueremo ancora per molto tempo a beccarci la diossina Ilva nelle abbondanti quantità della sua conduzione "routinaria".

I dati parlano da soli

* E' noto che le emissioni di diossina sono carcerogene possono avere un impatto genotossico ed è imperativo ridurle drasticamente.
* Nella campagna di giugno 2007 l'Arpa Puglia ha rilevato una media di 3,9 nanogrammi di diossine e furani (espressi in tossicità equivalente).
* In quella di giugno 2008 i valori sono scesi del 36% arrivando a 2,5 nanogrammi.
* Tale valore è ancora troppo alto rispetto al limite "europeo" di 0,4 adottato nella Regione Friuli Venezia Giulia. Eppure si potrebbe scendere sotto il limite di 0,1 adottato per gli inceneritori anche in Italia. Basterebbe andare in Austria, presso Voestalpine Stahl di Linz per capire cosa sono le ultime innovazioni e come funzionano. Oppure basterebbe andare su Internet e cliccare su

http://www.industry.siemens.com/metals/en/processes/mp_proc_02_01.htm

Ecco ciò che si può fare
PeaceLink, vignetta di Vauro


Con il processo MEROS si può ottenere un taglio fino al 98% delle emissioni di diossina. Se l'Ilva stabilizzasse a 2,5 nanogrammi le emissioni (rendendo continuativa l'aggiunta di urea) e adottasse la MEROS, ridurrebbe fino a 0,05 nanogrammi a metro cubo le emissioni di diossine e furani.

Una innovazione di questo tipo, che è rientrata nelle possibilità di spesa di una acciaieria austriaca, anche se su spinta dell'Amministrazione comunale locale, perché non può rientrare nella capacità di spesa di un colosso come l'Ilva? Perché agitare lo spauracchio di migliaia di licenziamenti quando occorre mettere mano al portafoglio ed allinearsi agli standard europei?

Tra l'altro questo tipo di tecnologia porterebbe a una riduzione delle emissioni di metalli pesanti di oltre il 95% e a una riduzione delle polveri totali emesse sotto i 5 milligrammi a metro cubo quando invece oggi l'Ilva si attesta su valori circa dieci volte superiori.

Ma l'impatto occupazionale sarebbe negativo?

Rimanendo sul tema occupazionale, occorre segnalare che ogni intervento di miglioramento tecnologico e manutentivo che influisce sulla qualità delle emissioni, comporta più posti di lavoro. E' quindi un argomento interessante anche da un punto di vista strettamente sindacale, perché mantenere una fabbrica più pulita ed efficiente sotto il profilo ambientale significa offrire più spazi occupazionali.

Un deterrente contro l'inquinamento: il controllo continuo

Detto questo è bene non tralasciare un elemento di fondo: ogni situazione importante va sempre monitorata, per verificarne i riflessi ambientali. Ecco perché riteniamo indispensabile ed improcrastinabile l'installazione del campionamento automatico in continuo delle diossine, ossia un controllo 24 ore su 24 e 365 giorni all'anno: tali dispositivi esistono già e sono stati installati in due acciaierie elettriche lombarde. MEROS e campionatore automatico in continuo sono le prime due tappe di un percorso valido per offrire trasparenza e recuperare un rapporto di fiducia con la città.

In Austria si può: perché non provare in Italia?

Con un pizzico di malizia, sottolineiamo, infine, che il sig. Erwin Zwittag (responsabile del processo tecnologico dell'impianto di agglomerazione di Voestalpine Stahl) ha affermato:

"The highest grant ever received by Voestalpine from the Federal Government was for the EPOSINT – Environmental Process Optimized SINTering - development and implementation. A key reason for this was because of the energy savings that realized with the process".

Traduciamo: "La più alta sovvenzione mai ricevuta da Voestalpine da parte del Governo Federale è stata per il processo di agglomerazione ottimizzato nelle condizioni ambientali. La ragione principale è stata il risparmio energetico realizzato con il processo".

Senza grande scandalo, in Austria.

Ing. Biagio De Marzo
Prof. Alessandro Marescotti

Associazione PeaceLink
www.peacelink.it

Note: PER ALTRE INFORMAZIONI
http://www.tarantosociale.org

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