Un SMS per Gaza
“We will destroy your house in ten minutes,
leave it now.
IDF”.
È l’SMS che l'IDF (l'esercito israeliano) invia ai cittadini di Gaza 10 minuti prima di bombardare la loro casa.
L' iniziativa nasce dall’aver letto questo messaggio.
Abbiamo scelto di inviare il testo a tutti quelli che conosciamo perché possa trasformarsi in veicolo di sensibilizzazione e testimonianza per ciò che sta accadendo - che accade quotidianamente - nella Striscia di Gaza e più in generale nei Territori Occupati Palestinesi.
Un gesto piccolo e semplice per far sentire la popolazione palestinese meno sola e negletta, per far arrivare la nostra vicinanza.
La casa è simbolo di protezione, accoglienza, sicurezza e radici. Di vita. Di tutto quello che i civili palestinesi chiedono oggi alla comunità internazionale.
Durante l'operazione “Protective Edge” dell'esercito israeliano in 28 giorni sono morti 1830 palestinesi, di cui 238 bambini e 401 donne, l’85% civili, e 64 israeliani, di cui 2 civili. 400.000 palestinesi hanno dovuto abbandonare le proprie case.
Auspichiamo che questo SMS venga tradotto, viaggi per il pianeta: che possa servire a ricordare la mancanza di ogni diritto del popolo palestinese, per non lasciarne inascoltato il grido di dolore. Soprattutto quando la bagarre mediatica spegnerà i riflettori su Gaza, fino alle prossime operazioni militari da nomi esotici.
Crediamo nella forza di un piccolo gesto nonviolento. Crediamo nel potere della gente comune. Chiediamo a tutti di condividere questo SMS per non lasciare soli i palestinesi e gli israeliani.
Parafrasando una frase di don Lorenzo Milani vogliamo dire “Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in palestinesi e israeliani allora vi diremo che nel vostro senso noi non parteggiamo per nessuno dei due. Reclamiamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. I primi sono la nostra patria gli altri i nostri stranieri”.
Condividete questo SMS, moltiplicate questo semplice gesto di solidarietà, che ha però tanti significati. La richiesta di una pace che nasca dalla giustizia. Che davvero le armi possano tacere. L’impegno nella ricerca della verità, di un'informazione giusta, non ideologica e mistificata. Chiediamo che vengano utilizzati strumenti nonviolenti come il boicottaggio e le sanzioni. Facciamo pressione sui nostri governanti perché si impegnino a impedire la vendita di armi a Israele, sulla comunità internazionale perché riconosca le proprie responsabilità e accolga le istanze di chi in Israele e Palestina chiede un vero cammino di riconciliazione, pagandone il prezzo in prima persona.
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