Conflitti

Un appello per la libertà di associazione e informazione

Russia: minacce ad una ONG per i diritti umani

La Società per l'Amicizia Russo Cecena, è minacciata su diversi fronti da pressioni governative russe, ostili alla sua opera di informazione e aiuto umanitario rispetto al conflitto in Cecenia. L'attenzione e sensibilizzazione internazionale diventano sempre più urgenti.
18 novembre 2005
Maddalena Parolin

Mentre si è ormai spenta l’attenzione sul conflitto Ceceno - con una rapidità che ha contraddistinto episodi anche più gravi, come quelli del Nord-Ost o di Beslan - destata dall’azione del 13 ottobre a Nalchik, nella Repubblica della Kabardino-Balkaria, la libertà di informazione e di associazione nella Repubblica Russa continua ad essere in una grave situazione.
La possibilità di un’informazione diversa da quella proveniente dal Cremino, l’appoggio legale e materiale alle vittime, il lavoro di sensibilizzazione all’estero e molte altre attività sono possibili in gran parte solo grazie al lavoro delle Organizzazioni Non Governative, russe e cecene, il cui operato è spesso apertamente o indirettamente ostacolato dalle autorità.

La Russian-Chechen Friendship Society RCFS, “Società per l’amicizia Russo-Cecena”, è un organizzazione non governativa fondata il 17 aprile 2000 a Nižnij Novgorod (la quarta città in Russia per numero di abitanti, situata sul fiume Volga) impegnata nella denuncia delle violazioni dei diritti umani e in attività di aiuto umanitario e legale, rispetto al conflitto in Cecenia.
Tra le sue attività principali coordina un Centro Informativo che raccoglie e diffonde notizie sul conflitto, realizza attività di riabilitazione e programmi sanitari diretti in particolare ai bambini vittime della guerra, collabora con l’organizzazione “Comitato di Nižnij Novgorod contro le Torture” per azioni di tutela legale e ricerca di persone disperse e detenute arbitrariamente.

Dal gennaio 2005 l’organizzazione sta subendo tentativi di repressione da parte delle autorità statali e regionali: il governo russo e i suoi servizi di sicurezza (l’FSB) stanno realizzando una vera e propria campagna di intimidazione operando in tutti i modi per far chiudere la RCFS.

La pressione del governo si è rivolta particolarmente verso la rivista Pravozaščita (letteralmente “Difesa dei Diritti”), un mensile edito dalla Russian-Chechen Friendship Society assieme alla Nižnij Novgorod Society for Human Rights, che si occupa degli abusi dei diritti umani in Cecenia.
Il procuratore di Nižnij Novgorod ha aperto un’indagine accusando il giornale di aver pubblicato dichiarazioni considerate incitazione all’estremismo; nel corso del 2004 il giornale aveva riportato un discorso fatto dal presidente ceceno Aslan Mashkadov al Parlamento Europeo e una dichiarazione di Akhmed Zakayev, leader ceceno in esilio a Londra, i quali invocavano negoziati per la pace. Il caso è stato indagato secondo l’Articolo 280 del Codice Penale russo e Stanislav Dmitriyevsky, caporedattore del giornale, oltre che responsabile dell’Information Center e direttore esecutivo di RCFS, se giudicato colpevole, verrà condannato a cinque anni di prigione.

Nei confronti dell’organizzazione si assiste anche alla pressione contemporanea dell’Ispettorato delle Tasse, del Dipartimento di Giustizia, attraverso indagini amministrative che oltrepassano la “Legge sulle Organizzazioni Pubbliche” della Federazione Russa, inoltre negli ultimi mesi si sono susseguite interrogazioni, maltrattamenti, irruzioni e perquisizioni senza mandato da parte dell’FSB. L’Ispettorato delle Tasse ha privato l’associazione dei suoi fondi, senza attendere l’iter dell’appello avviato, accusando il mancato pagamento delle tasse sui finanziamenti ottenuti dall’estero (tra i quali anche quelli dell’Unione Europea). Secondo Dmitriyevsky questo provvedimento violerebbe le norme esistenti (tali finanziamenti verso organizzazioni non governative non sono soggetti a tasse in Russia) e potrebbe mettere in pericolo l’intero settore non governativo russo.

Allo stesso tempo alcuni giornalisti ed attivisti sono stati diffamati tramite i mezzi di comunicazione della regione. Oksana Chelysheva, giornalista ed editore dell’Information Center ha ricevuto minacce personali e attorno alla sua abitazione ignoti hanno distribuiti volantini di intimidazione. Il giorno seguente, la RCFS ha emesso una dichiarazione in cui accusa il FSB di aver orchestrato i maltrattamenti contro i propri giornalisti.
La situazione dell’organizzazione, ed in particolare le violazioni della libertà di espressione a cui si assiste, stanno richiamando l’attenzione delle organizzazioni internazionali che si occupano di diritti umani, come Amnesty International, Human Rights Watch, l’International Helsinki Federation, di difensori dei diritti umani, come Front Line, Human Rights First, FIDH, e quelle per la libertà di stampa come il CPJ (Committee To Protect Journalists), IFEX (International Freedom of Expression eXchange, ISF (Information Safety and Freedom). La vicenda di RCFS si inserisce in un quadro generale di repressione e restringimenti alle libertà rivolta verso le associazioni impegnate sul dei diritti umani (e in particolare riguardo al conflitto Ceceno) che operano in Russia.
In questo momento il destino di RCFS dipende anche dall’appoggio morale e informativo del mondo esterno. Più il caso della RCFS viene conosciuto e appoggiato dalla comunità internazionale e dai mass media, più probabilità avrà di evitare la chiusura.
Per approfondire le vicende della RCFS si vedano i comunicati stampa dell’organizzazione: http://friendly.narod.ru/2005-1e/indexe.htm
Invitiamo ad inviare la seguente lettera, o un appello che riprenda i temi indicati, agli indirizzi proposti da Amnesty International.

APPEALS TO:

President of the Russian Federation, Vladimir PUTIN
Kreml, Moscow, Russian Federation
Fax: + 7 095 206 85 10 / 206 51 73 / 230 24 08 (if someone answers say "fax please")
Email: president@gov.ru
Salutation: Dear President Putin

Procurator General of the Russian Federation, Vladimir USTINOV
Ul. B. Dimitrovka 15a, 103793 Moscow K-31, Russian Federation
Fax: + 7 095 292 8848 / 921 4186 (if someone answers say "fax please")
Salutation: Dear Procurator General

Russian Federation Minister of Justice, Yurii CHAIKA
Ul. Vorontsovo pole, 4, 109830 Moscow, Russian Federation
Fax: +7 095 916 29 03 / 209 6138 (if someone answers say "fax please")
Salutation: Dear Minister

We, express our deep concern about the unprecedented pressure imposed by the state structures of the Russian Federation on the non-governmental organization “The Russian-Chechen Friendship Society” since January 2005 and up to now.
In our opinion, these attempts are caused by the intention to impede the lawful activities of this organization as much as possible.
The pressure upon the RCFS is being imposed in all directions: criminal persecution, pressure imposed by the Tax police, Administrative pressure and the court prosecution by the Ministry of Justice of the Russian Federation, a propaganda campaign in mass media venues of Nizhny Novgorod Region, personal threats against an editor of the Information Center at the RCFS Oksana Chelysheva, personal criminal persecution of Stanislav Dmitrievskiy, executive director of this organization by various administrative bodies, law-enforcement structures, and unidentifiable individuals.
All actions against the RCFS have been caused by strong dissatisfaction of the bodies of the state power of the Russian Federation with the activities run by the RCFS as the organization has been effectively and timely disseminating information on human rights violations and war crimes perpetrated by representatives of the official structures of the Russian Federation in the Chechen Republic.

The situation with the persecution of the Russian-Chechen Friendship Society arouses serious concern as it creates a very dangerous precedent and threats the existence of the whole non-governmental organizations community of Russia.

We call your attention to this situation and demand to stop the persecution of the Russian-Chechen Friendship Society and its leaders Oksana Chelisheva and Stanislav Dmitrievskiy.

Al Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin

Al Procuratore Generale della Federazione Russa, Vladimir Ustinov

Al Ministro della Giustizia della Federazione Russa, Yurii Chaika

Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per la pressione senza precedenti imposta dalle strutture statali della Federazione Russa verso l’organizzazione non governativa “The Russian-Chechen Friendship Society” dal gennaio 2005 fino ad oggi.
Riteniamo che tali tentativi siano causati dall’intenzione di impedire il più possibile le attività, nel rispetto della legge, di tale organizzazione.
La pressione verso la RCFS proviene da tutte le direzioni: procedimento penale, pressione da parte dell’ispettorato delle tasse, pressione amministrativa e processo giudiziario da parte del Ministero di Giustizia della Federazione Russa, una campagna di propaganda sui mass media della regione di Nižnij Novgorod, minacce personali verso un editore dell’Information Center della RCFS, Oksana Chelysheva, procedimento penale individuale di Stanislav Dmitrievskiy, direttore esecutivo dell’organizzazione, da parte di vari corpi amministrativi, strutture a tutela della legge, e individui non identificati.
Tutte le azioni contro la RCFS sono state causate dal forte malcontento da parte dei corpi del potere statale della Federazione Russa per le attività condotte dalla RCFS, dato che l’organizzazione ha puntualmente ed efficacemente divulgato informazioni sulle violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra perpetrati da rappresentanti delle strutture ufficiali della Federazione Russa nella Repubblica Cecena.

La situazione di persecuzione della Russian-Chechen Friendship Society desta forte preoccupazione poiché crea un precedente molto pericoloso e minaccia l’esistenza dell’intera comunità delle organizzazioni non governative in Russia.

Richiamiamo l’attenzione sulla situazione e chiediamo che le persecuzioni nei confronti della Russian-Chechen Friendship Society e dei suoi leader Oksana Chelisheva e Stanislav Dmitrievskiy vengano poste a termine.

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