Ministro degli Esteri turco: Il PKK vuole rendere i Curdi atei
Il Ministero degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha affermato lunedì che il Partito Curdo dei Lavoratori (PKK) vuole rendere i Curdi atei.
“Il loro principale obiettivo è la fede di noi musulmani, fratelli dei Curdi conservatori. Loro vogliono rendere (i Curdi) atei e marxisti” ha affermato Cavusoglu in occasione di una conferenza stampa nella città turistica di Antalya. Cavusoglu ha menzionato un attacco con autobomba rivendicato dal PKK contro il quartier generale del suo partito (AKP, al governo) nella città di Van che ha ferito più di 40 persone, affermando che l’obiettivo fosse la “fede dei Curdi”.
La Turchia è un paese laico costituzionalmente e i cittadini Curdi che ci vivono, con una maggioranza musulmana e minoranze di Yazidi e Alevi, professano diverse religioni ed affiliazioni filosofiche. Il PKK, inizialmente un gruppo marxista che combatteva per l’autonomia dei Curdi ha, nel corso degli anni, in particolar modo dopo il collasso dell’Unione Sovietica, alterato le sue convinzioni ideologiche. I principali partiti e gruppi nazionalisti curdi in Iraq, Iran, Turchia e Siria sono laici e in prima linea nella guerra contro l’Isis. Nel marzo 2015 il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha criticato il filocurdo Partito Democratico dei Popoli (HDP) per la sua enfasi sulla laicità e l’uguaglianza di genere definendo i suoi membri “atei e miscredenti”. “Noi stiamo spianando le montagne che il PKK vede come fortezze, noi stiamo penetrando nei loro nascondigli. Ieri, i nostri soldati hanno recitato le preghiere dell’Eid. Non abbiamo alcuna preoccupazione, noi continueremo la nostra lotta finché non avremo finito, dentro e fuori dai nostri confini” ha aggiunto il ministro, in riferimento alle truppe turche che stanno combattendo contro i guerriglieri del PKK sulle montagne della regione a maggioranza curda. L’esercito turco ha portato avanti l’offensiva contro il PKK sulle montagne al confine con il Kurdistan iracheno per le ultime settimane uccidendo dozzine di guerriglieri curdi secondo i media turchi. Il ministro ha anche replicato all’ambasciata statunitense in Turchia per aver espresso preoccupazione in una dichiarazione ufficiale a proposito della confisca governativa di Domenica delle municipalità curde (28 ndr), la maggior parte delle quali rette da Curdi.
“Spiacente, ma voi non siete i capi della Turchia. Oggi, la Turchia non è un paese di secondo rango. Se voi volete condurre le vostre relazioni con la Turchia a viso aperto, dovete vedere la Turchia come un partner dello stesso livello. Il vostro ambasciatore non è un governante in Turchia. Lasciate che lui (John Bass) faccia il suo lavoro a viso aperto, secondo la struttura definita dalla convenzione di Ginevra (sulle relazioni diplomatiche)” ha affermato il ministro in tono di protesta nei confronti degli organi statunitensi.
Editing by Ava Homa
(Reporting by Ari Khalidi)
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