Microsoft, antitrust UE alle ultime battute
In questa tre giorni di incontri, Microsoft ha difeso ancora una volta con determinazione le proprie politiche di mercato insistendo, in particolare, sull'integrazione di Windows Media Player nel suo sistema operativo. La Commissione infatti ritiene che si è trattato di un'operazione che ha consentito al player Microsoft di diffondersi molto più rapidamente di quelli rivali, spesso inducendo le aziende a non acquistare piattaforme alternative perché già dotate del player dell'azienda. Secondo Microsoft, l'integrazione non solo rientrava nel continuo processo di sviluppo di Windows ma i dati secondo cui questo avrebbe impedito il diffondersi di altre piattaforme sarebbero "aneddotici" e non statisticamente efficaci.
Secondo fonti vicine al caso, che in questi giorni sta procedendo a porte chiuse, Microsoft avrebbe anche avvertito che se venisse imposto all'azienda di scorporare certe funzionalità da Windows si finirebbe con un sistema operativo inferiore agli standard per il mercato del Vecchio Continente, con conseguenze negative su aziende, privati ed enti pubblici.
Microsoft, che ha di recente consegnato alla Commissione le proprie tesi e prove, intende anche riuscire ad evitare una possibile sanzione economica che la Commissione potrebbe imporre qualora si ritenesse che l'azienda ha davvero agito sul mercato abusando di una posizione dominante. Una tesi che, naturalmente, è quella proposta dai rivali di Microsoft, in particolare Sun Microsystems, che hanno adito le autorità antitrust europee proprio per tentare di fermare l'avanzata del big di Redmond.
Altre aree di indagine riguardano le informazioni che Microsoft fornisce ai rivali sul proprio sistema, informazioni che secondo le accuse sarebbero parziali e dunque impedirebbero ai competitor di sviluppare software per Windows capace di competere appieno con quelli firmati da Microsoft. In questo senso i rivali di Microsoft sostengono che la concorrenza è impedita in settori chiave come l'instant messaging, l'integrazione con i dispositivi mobili e la gestione dell'email.
Anche i rivali, così come esponenti del mondo del software libero, saranno ascoltati in queste ore dall'antitrust europeo che, come si ricorderà, ha di recente contattato i produttori di computer per capire meglio i rapporti di questi con Microsoft. La Commissione insiste particolarmente su questo punto, ritenendo che stia ai produttori e distributori di computer determinare in libertà come equipaggiare le macchine che introducono sul mercato.
Qualora non si raggiunga una intesa che chiuda il caso anzitempo, gli osservatori prevedono che la Commissione, raccolte le prove, emetterà un giudizio entro la prossima primavera.
Articoli correlati
- Advantage Ukraine, BlackRock e gli investimenti del dopoguerra in Ucraina
Nell'economia politica dei disastri le vite umane non contano, conta solo il profitto
Nel suo articolo su WILPF Nela Porobić sostiene che per l'Ucraina si stia preparando lo stesso futuro della Bosnia e Erzegovina. Gli aiuti all'Ucraina sono quasi tutti a carattere militare, e FMI Unione Europea e corporations stanno consegnando agli ucraini un futuro di austerity4 marzo 2023 - Maria Pastore - Perché i pacifisti non le pronunciano?
Sei parole per riportare subito la pace
In tutte le piazze, i pacifisti hanno gridato “Stop War”, “Stop Putin”, ma di rado le sei parole che potrebbero davvero riportare subito la pace, “Stop all’espansione NATO all’Est!”, causa del conflitto. Sono parole che la NATO non vuole sentire. Ma con questo suo rifiuto, ci sta portando in guerra.1 marzo 2022 - Patrick Boylan Le missioni di Leonardo (ma non solo) dettate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza
Sia che la minaccia provenga dal cyberspazio che dal Mediterraneo, Leonardo ne individua i rischi e offre le soluzioni10 giugno 2021 - Rossana De Simone- Geostoria, Educazione Civica e...
L'UE in un'UDA, unità di apprendimento per le scuole medie
Quando la lezione di Geografia si fa scoperta, condivisione, disegno, musica.8 novembre 2020 - Virginia Mariani
Sociale.network