Lettera aperta di Alan Cox sui brevetti software

Alan Cox, il numero 2 di Linux, che si occupa delle patch -ac, scrive oggi una lettera aperta, diretta a tutti i cittadini brittanici, non solo ai fautori / utenti dell'open source.
2 dicembre 2004
FP

In sostanza nella sua lettera dice che in una settimana si può dare un segnale forte ai politici riguardo ai brevetti software, sostenendo i partiti che fin dall'inizio si sono schierati contro: la Green-EFA alliance ed il partito IUKP (Indipendence Uk Party), oltre a coinvolgere i vari LUG.

Infatti c'è sempre il serio pericolo che si porti alle estreme conseguenze il concetto di brevetto, fino all'idea di brevettare anche singoli algoritmi e idee, rendendo arduo, da parte di chi usa software libero, pagare le relative royalty. Inoltre tutto questo danneggerebbe le piccole società a scapito dei grandi colossi, che di fatto potrebbero lottare per il monopolio, minando la libera concorrenza ed il mercato stesso.

Un altro pericolo è la direttiva 2001/29/CE, meglio nota come EUCD (European Union Copyright Directive), che non è semplicemente una direttiva che promuove il diritto di copyright del creatore di un software o altra opera digitale, ma figlia della statunitense DMCA (Digital Millenium Copyright); mette in discussione per esempio il fatto di poter ascoltare un cd musicale protetto da crittografia nel proprio computer, poiché potrebbe essere illegale bypassarne le protezioni, mettendo quindi in pericolo il consumo di un'opera nei modi che si preferisce.
Cito per esempio alcuni casi riguardo al DMCA, il processo a DVD-Jon, che aveva creato il DeCSS per poter duplicare dvd bypassando la protezione CSS ed il caso dell'ElcomSoft, il cui programmatore Dmitry Sklyarov aveva aggirato le protezioni del formato eBook di Adobe, tutti finiti con un'assoluzione.

Inoltre vi è un altro pericolo, il fatto stesso di rendere note le falle di sicurezza di un sistema potrebbe essere rischioso, soprattutto se applicato nell'ambito di dispositivi di protezione di opere audio / visive.
Significativo è infatti il caso Edward Felten che dopo aver vinto un concorso basato sulla decifrazione di alcuni sistemi di codifica per la musica in formato digitale, fu trascinato in tribunale dalla RIIA, ma fortunatamente vinse grazie alle norme stesse del DMCA, che offrono una parziale possibilità di ricerca sulla crittografia.

Infine in gioco ci sono altri punti, per esempio il diritto di cedere a terzi un'opera acquistata, o il pericolo che un'interpretazione troppo rigida del copyright potrebbe impedire la pubblicazione in un sito di qualsiasi parte di un qualunque materiale non proprio, anche solo per informare e senza scopo di lucro. Cosa che di fatto potrebbe essere usata come arma di censura.
Comunque la lettera di Alan Cox è disponibile qui.

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