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Comunicato del Comitato di Brindisi

British Gas, ecco le contraddizioni

Chiediamo che il Ministero dell’Ambiente provveda a regolamentare le modalità indicate dall’art. 23 del D. Lgs 334/1999 prevedendo forme di consultazione più pregnanti dell’utilizzo della Conferenza dei Servizi o della cosiddetta “inchiesta pubblica”. E lo faccia tenendo presente concorde parere già espresso dagli organi deliberativi consiliari del Comune, della Provincia e della Regione.
22 gennaio 2008

- La società Brindisi LNG (espressione locale della società inglese British Gas) ha dunque dato un “Avviso Pubblico” rendendo noto di aver predisposto lo «Studio d’Impatto Ambientale» relativo al progetto per la costruzione e gestione in Brindisi di un Terminale di rigassificazione e ciò a seguito di richiesta di pronuncia di compatibilità ambientale indirizzata al Ministro dell’Ambiente ed al Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali. Siamo quindi di fronte ad una plateale contraddizione: da una parte, la società inglese si oppone giudizialmente alla procedura di revisione dell’iter autorizzativo ed al Decreto col quale i Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente hanno autorizzato la presentazione di istanze relative all’espletamento della VIA sospendendo i lavori di costruzione (già interrotti dal sequestro penale) e, dall’altra, mette in moto la procedura di VIA effettuando i necessari adempimenti. Avevano pubblicamente affermato i dirigenti della LNG che non avrebbero mai accettato di partecipare ad una procedura di revisione ed oggi operano disinvoltamente una inversione di marcia creando il presupposto perché la procedura di VIA possa essere effettuata. Credono così poco nella fondatezza dei loro ricorsi al TAR del Lazio e confidano in qualcosa che sfugge?

Ma a prescindere da tale contraddizione dobbiamo rilevare che il Decreto con il quale i Ministri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente afferma, tra l’altro, quanto segue: «la VIA è la sede naturale per l’emersione degli interessi pubblici e di sicurezza eventualmente compromessi o messi in pericolo dalla costruzione ed esercizio del terminale in questione e che, nell’ambito di questa, la consultazione delle popolazioni interessate per i profili di sicurezza ai sensi dell’art. 23 del D. Lgs 334/1999 consente la realizzazione del diritto delle popolazioni a partecipare al procedimento esprimendo il proprio parere a riguardo». Ne discende che la consultazione delle popolazioni interessate è obbligatoria ai sensi del citato art. 23 il quale afferma che il parere di tali popolazioni «è espresso nell’ambito … del procedimento di Valutazione dell’Impatto Ambientale con le modalità stabilite dalle Regioni o dal Ministro dell’Ambiente, secondo le rispettive competenze, che possono prevedere la possibilità di utilizzare la Conferenza di Servizi con la partecipazione dei rappresentanti istituzionali, delle imprese, dei lavoratori e della società civile, qualora si ravvisi la necessità di comporre conflitti in ordine alla costruzione di nuovi stabilimenti … »

Il predetto art. 23 dice quindi che il parere delle popolazioni deve essere espresso con le modalità stabilite dal Ministero dell’Ambiente o dalle Regioni secondo le rispettive competenze. E non vi è dubbio che la competenza a fissare siffatte modalità spetta, nel caso del rigassificatore di Brindisi, al citato Ministero che non ha tuttora provveduto a tale adempimento. Ne è prova che il Ministero dell’Interno con nota a firma del capo dipartimento dei Vigili del Fuoco (allegata alla Conferenza dei Servizi svoltasi presso il Ministero dello Sviluppo il 22/03/2007), richiamava l’attenzione del Ministero dell’Ambiente sul contenuto del citato art. 23 affermando quanto segue: «nelle more del trasferimento delle competenze amministrative in materia di rischi di incidente rilevante da attuarsi a seguito di accordo di programma tra Stato ed ogni singola Regione per la verifica dei presupposti e per lo svolgimento delle funzioni, sulla base di quanto verrà stabilito dall’accordo-quadro attualmente in corso di definizione, si ritiene necessario che Codesto Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare provveda a definire il procedimento consultivo in argomento, individuando in maniera univoca e puntuale competenze, modalità, raccordo con altre procedure, tempi e sedi. Quanto sopra, in risposta alle legittime aspettative dei cittadini, soggetti attivi del procedimento ed al fine di evitare difficoltà e difformità nell’esercizio di un diritto espressamente riconosciuto dalla normativa nazionale emanata in recepimento di una direttiva comunitaria».

Chiediamo pertanto che il Ministero dell’Ambiente provveda a regolamentare le modalità indicate dall’art. 23 del D. Lgs 334/1999 prevedendo forme di consultazione più pregnanti dell’utilizzo della Conferenza dei Servizi o della cosiddetta “inchiesta pubblica”. E lo faccia tenendo presente il caso di Brindisi per il quale va considerato prevalente su ogni altra indicazione il concorde parere già espresso dagli organi deliberativi consiliari del Comune, della Provincia e della Regione. Non può infatti sfuggire ad alcuno che nel caso del rigassificatore di Brindisi le Amministrazioni locali e la Regione Puglia, con decisioni unanimi dei rispettivi organi consiliari (Consigli comunale e provinciale e Consiglio Regionale), hanno espresso la loro netta opposizione all’impianto e che la consultazione delle popolazioni interessate dovrebbe perciò ragionevolmente avvenire mediante la presa d’atto di tali scelte le quali non potrebbero mai essere messe in discussione o superate, in termini di valore giuridico e democratico, dall’esito di qualsiasi altra forma di consultazione (inchiesta pubblica o pareri espressi in sede di Conferenze di Servizi) che non consista nella diretta opinione espressa dai cittadini in un referendum popolare indetto con tutte le necessarie garanzie.

Va infine sottolineato che la procedura di VIA postuma per la verifica della compatibilità ambientale dell’impianto non può essere nel caso di Brindisi frammentata nelle singole parti interessate ma deve sfociare in una valutazione complessiva che tenga conto di tutti gli elementi rilevanti e di tutte le loro connessioni nonché delle particolari caratteristiche del sito prescelto che insiste nel porto, a ridosso del centro abitato ed in un area fortemente esposta al pericolo di incidenti industriali e dichiarata ad elevato rischio di crisi ambientale.

Brindisi, 21 gennaio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, LIPU, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.

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