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Superati i limiti di legge

Uova alla diossina

La sostanza cancerogena è stata trovata nelle uova in un allevamento a Taranto. Era accaduto tre anni fa in Germania. PeaceLink: "Il governo ha deciso di acquistare i bombardieri F35 e aumentare le truppe in Afghanistan. Noi crediamo invece che siano da aumentate le "truppe" di esperti ambientali a Taranto".
20 maggio 2009

A 14 chilometri da Taranto anche galline alla diossina
Dopo le pecore alla diossina anche le galline alla diossina. La pericolosa sostanza cancerogena è stata trovata nelle uova in un allevamento a 14 chilometri dalla città. Superati i limiti di legge nel campione analizzato.

PeaceLink chiede la creazione, attorno all'Arpa Puglia, di un polo di eccellenza per la ricerca ambientale che tenga sotto controllo gli inquinanti: "La situazione è sempre più grave. Occorrono più personale e risorse per il laboratorio diossina di Taranto e un progetto a lungo termine".

Altre informazioni saranno pubblicate su
http://www.tarantosociale.org
http://www.peacelink.it
La notizia delle "uova alla diossina" è stata diramata oggi dalla "Gazzetta del Mezzogiorno".
Sono proprio le galline "ruspanti" quelle più contaminate se si alimentano in terreni su cui si poggia la diossina. Infatti le uova di gallina sono come una "spugna". Assorbono diossina per via della materia grassa e diventano potenzialmente cancerogene. Dopo il formaggio, la carne e il latte ora è venuto il turno delle uova, a dimostrazione della gravità della situazione. La cosa sconcertante è che, in contesti compromessi dall'inquinamento, le uova di fattoria non sono sicure se le galline razzolano per terra. Lasciate libere su terreni contaminati, potrebbero produrre uova più contaminate da diossina rispetto a quelle di allevamento intensivo. Ma se sono contaminate le uova lo è anche la carne di pollo. Quello delle uova alla diossina è un capitolo alimentare su cui per molto tempo è calato un cupo silenzio. Il "caso Taranto" è stata preceduto dal caso della bassa Sassonia emerso all'inizio del 2005. Lì il 28 per cento di tutte le uova prodotte da galline ruspanti negli ultimi due anni è risultato al di sopra dei limiti dell'Unione Europea per i livelli di diossina. Al punto che alcune associazioni di consumatori si mobilitarono perché il mercato venisse bonificato dalle uova alla diossina. Non è stata certo una bella notizia per i tedeschi, molto attenti all'ecologia, sapere che le galline ruspanti avevano maggior probabilità di essere contaminate da una sostanza altamente cancerogena. Tre anni fa, dopo l'allarme delle uova alla diossina, si è scomodato il ministro dell'agricoltura Renate Kuenast per invocare controlli più severi. Ha dichiarato infatti: "Dovremmo avere una politica ambientale più forte e dobbiamo assicurarci che i livelli di diossina vengano ridotti fino a sparire del tutto".
Uova

Le uova alla diossina di Taranto spingeranno anche il nostro ministro dell'agricoltura a invocato nuovi standard ambientali più elevati? Verranno rinnovati i contratti dei chimici che lavorano nel laboratorio diossine di Taranto scongiurando il collasso dell'unica "trincea antidiossina" che abbiamo? Sarà potenziato il Dipartimento prevenzione dell'Asl di Taranto per realizzare nuovi accertamenti?

Queste sono le urgenze da affrontare subito. Ma dobbiamo uscire da una logica dell'emergenza per darci una strategia. La Regione Puglia deve fare una scelta chiara e forte per Taranto: occorre creare un polo di eccellenza sulla ricerca ambientale.

A questo importante progetto avevano cominciato a lavorarci alla fine del 2007 le istituzioni locali e vari enti. Ora tutto tace: perché?

PeaceLink fa una proposta: occorre subito porre le basi per una struttura di eccellenza con una robusta dotazione di uomini e mezzi.

Il Presidente della Regione Nichi Vendola, con l'assessore regionale alla sanità Tommaso Fiore e l'assessore all'Ecologia Michele Losappio dovrebbero prendere l'iniziativa e convocare il presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato, il direttore generale della Asl di Taranto Domenico Colasanto, il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Taranto con il suo dirigente Michele Conversano, il presidente del corso di laurea in Scienze ambientali dell’università di Bari sede di Taranto Francesco Loiacono, gli assessori all’Ambiente di Provincia e Comune di Taranto, rispettivamente Michele Conserva e Sebastiano Romeo.

Occorre individuare gli immobili che potrebbero diventare sede del polo scientifico e ospitare, nel contempo, anche le strutture e i laboratori dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale.

E' importante investire in questo polo di eccellenza. La Regione aveva stanziato 1 milione e 400 mila euro per portare in discarica le alghe spiaggiate sulle coste joniche: una spesa inutile e dannosa. Chiediamo che sia fatta una variazione di bilancio e che quella somma venga posta alla base della soluzione delle emergenze del laboratorio diossine e che da lì inoltre si possa partire per porre la "prima pietra" a Taranto del polo di eccellenza sulla ricerca ambientale.

Il governo ha deciso di acquistare i bombardieri F35 e aumentare le truppe in Afghanistan. Noi crediamo invece che siano da aumentate le "truppe" di esperti ambientali a Taranto. Vogliamo un esercito di chimici, biologi, tecnici di laboratorio. Devono tenere sotto controllo il territorio, devono essere il grande occhio sulle emissioni. Abbiamo bisogno di risorse, contratti, certezze, mezzi.

Dobbiamo dotare questo nuovo esercito anti-inquinamento delle migliori armi disponibili per combattere la guerra alla diossina, al mercurio, al benzoapirene, al benzene, ai metalli pesanti, a tutte le emissioni cancerogene.

Ecco, è questa la vera guerra che stiamo vivendo e che è l'unica che vale la pena combattere.

Ai cittadini di Taranto occorre dare una risposta prima che si organizzi un salutare "lancio di uova" alla diossina su quella parte di classe politica che ancora si dimostra sorda e cieca nonostante tutto.

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