Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

La sentenza tradotta in italiano

Le polveri dell'ILVA soffocano anche la Corte dei diritti dell'Uomo

La condanna della CEDU dice verità forti sui danni sofferti dalla popolazione nell'indifferenza dello Stato, mentre il dibattito sul futuro dell'Ilva continua a fingere che non sia successo nulla
19 novembre 2019

UNA LUNGA STORIA DI INDIFFERENZA E DI ERRORI

Dopo i fatti esposti da 128 cittadini di Taranto, i Giudici della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo hanno esaminato documenti e studi ufficiali sugli effetti dell'inquinamento dell'acciaieria sulla popolazione, e per la prima volta hanno valutato la situazione di Taranto per giudicare se lo Stato Italiano abbia violato i diritti fondamentali delle persone. La sentenza del 24 gennaio 2019 (che ha deciso il Ricorso n. 54414/13 e altri - Causa Cordella contro Italia) ha così accertato che sono stati violati due articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: l'art. 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l'art. 13 (diritto a un ricorso effettivo).

Esistevano effetti e dati allarmanti da decenni e nessuno è intervenuto. Non almeno a difendere la popolazione.

Il dibattito di questi giorni non può oscurare ancora una volta questa importante sentenza che condanna lo Stato Italiano. Una sentenza che apre una breccia in una terribile e lunga storia di indifferenza, da cui sono nati crimini ed errori che hanno segnato l'intero paese (da più fonti ormai risulta che scorie tossiche sono state trasformate in mattoni per forni e addirittura in concimi). Ogni decisione da prendere, mentre la multinazionale ArcelorMittal si scioglie dagli impegni assunti come affittuaria dell'acciaieria, non può più ignorare chi vive e chi lavora in questa città, la comunità di Taranto e i suoi diritti.

STRALCI DELLA SENTENZA

Un'udienza della European Court of Human Rights con sede a Strasburgo (foto da Linkiesta) I danni alla popolazione provati da studi scientifici.

La Corte constata che "fin dagli anni 1970, vari studi scientifici denunciano gli effetti inquinanti delle emissioni degli stabilimenti Ilva di Taranto sull’ambiente e sulla salute delle persone. I risultati di tali rapporti, che provengono in gran parte da organismi statali e regionali, non sono peraltro oggetto di contestazione tra le parti".

Gli studi citati dalla sentenza sono: 1) il rapporto SENTIERI del 2012 (dell'Istituto Superiore della Sanità), che collega all'Ilva l’insorgenza nella popolazione residente di tumori dei polmoni e della pleura e di patologie del sistema cardiocircolatorio; 2) uno studio effettuato nel 2016 che collega all’esposizione ai PM10 (polveri sottili di 10 millesimi di millimetro) e al SO2 (anidride solforosa) di origine Ilva l’aumento della mortalità per cause naturali, tumori, malattie renali e cardiovascolari; 3) un rapporto dell’ARPA (Agenzia regionale per l'Ambiente) del 2017 da cui risulta che permane una situazione di criticità sanitaria, con morti e ricoveri superiori alla media regionale.

Lo Stato Italiano non ha difeso i cittadini.

La Corte continua il suo esame.

"167. Si deve osservare che, nonostante i tentativi delle autorità nazionali di giungere al disinquinamento della zona interessata, i progetti finora messi a punto non hanno prodotto gli effetti auspicati.

168. Le misure raccomandate a partire dal 2012 nell’ambito dell’AIA allo scopo di migliorare l’impatto ambientale dello stabilimento non sono state alla fine realizzate; tale lacuna, del resto, è stata all’origine di una procedura di infrazione dinanzi ai giudici dell’Unione europea. Peraltro, la realizzazione del piano ambientale approvato nel 2014 è stata prorogata al mese di agosto 2023. La procedura che permette di raggiungere gli obiettivi di risanamento perseguiti si rivela dunque di un’estrema lentezza.

169. Nel frattempo, il governo è intervenuto più volte con misure urgenti (i decreti legge «salva-Ilva» ...) allo scopo di garantire la continuazione dell’attività di produzione dell’acciaieria, e questo nonostante la constatazione da parte delle autorità giudiziarie competenti, fondata su perizie chimiche ed epidemiologiche, dell’esistenza di gravi rischi per la salute e per l’ambiente (paragrafo 76 supra, e, per quanto riguarda il rigetto della questione di costituzionalità, paragrafo 51 supra). Per di più, è stata riconosciuta l’immunità amministrativa e penale alle persone incaricate di garantire il rispetto delle prescrizioni in materia ambientale, ossia l’amministratore straordinario e il futuro acquirente della società ".

(...) 172. La Corte non può che prendere atto del protrarsi di una situazione di inquinamento ambientale che mette in pericolo la salute dei ricorrenti e, più in generale, quella di tutta la popolazione residente nelle zone a rischio, la quale rimane, allo stato attuale, priva di informazioni sull’attuazione del risanamento del territorio interessato, in particolare per quanto riguarda i ritardi nell’esecuzione dei relativi lavori.

173. Considerato quanto sopra esposto, la Corte constata che le autorità nazionali hanno omesso di adottare tutte le misure necessarie per assicurare la protezione effettiva del diritto degli interessati al rispetto della loro vita privata.

La sentenza tradotta in italiano

Note: C'è un nuovo ricorso di cittadini di Taranto all'esame della Corte Europea dei diritti dell'Uomo, che ha sede a Strasburgo. Diversa è la procedura d'infrazione davanti a un'altro Giudice (Corte di Giustizia Europea) per accertare violazioni dei Trattati dell'Unione Europea, anch'essa aperta nei confronti dell'Italia per le scelte sull'ILVA.
http://www.giurisprudenzapenale.com/2019/11/12/ilva-di-taranto-ed-emissioni-nocive-comunicati-altri-ricorsi-alla-corte-europea-dei-diritti-delluomo/

Articoli correlati

  • Ambiente Svenduto, comincia il secondo grado del processo
    Processo Ilva
    ILVA di Taranto

    Ambiente Svenduto, comincia il secondo grado del processo

    PeaceLink partecipa come parte civile per chiedere giustizia e ribadire la dura condanna inflitta in primo grado ai responsabili del disastro ambientale di Taranto. Il processo coinvolge anche alcune figure chiave del mondo politico, fra cui l'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
    19 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
  • Perché la Regione Puglia non ha aggiornato lo studio epidemiologico del dottor Forastiere?
    Ecologia
    PeaceLink sollecita il presidente della Regione Michele Emiliano

    Perché la Regione Puglia non ha aggiornato lo studio epidemiologico del dottor Forastiere?

    Si apre l'appello del Processo Ambiente Svenduto con una grave mancanza: il non aggiornamento dello studio fondamentale per comprendere il nesso causa-effetto tra gli inquinanti prodotti dall'ILVA e la salute dei cittadini.
    18 aprile 2024 - Associazione PeaceLink
  • Onore ai 32 mila
    Taranto Sociale
    Sono stati loro a incarnare la forza della coscienza collettiva

    Onore ai 32 mila

    Undici anni fa PeaceLink a Taranto sollecitava la partecipazione al referendum Ilva con un messaggio chiaro: "Prima che l'inquinamento ti fermi, ferma l'inquinamento".
    13 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • Inquinamento ILVA, il dossier di PeaceLink inviato alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo
    Taranto Sociale
    Audizione di Alessandro Marescotti

    Inquinamento ILVA, il dossier di PeaceLink inviato alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo

    Nonostante le prescrizioni dell'Autorizzazione Integrata Ambientale sembrino essere state rispettate sulla carta, l'ILVA continua a produrre un'inquietante quantità di inquinamento, con un preoccupante aumento dei livelli di benzene, noto cancerogeno.
    8 aprile 2024 - Associazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)