Diossina a Taranto, un problema nazionale. Occorre adottare le migliori tecnologie disponibili
La diossina c’è e ce n’è molta. L’allarme non era dunque infondato. E’ inutile a questo punto girare attorno o cercare di disquisire sui primi dati pubblicati dall’Arpa. Tra l’altro sulla stessa attendibilità di questi primi dati, già di per sé impressionanti (11,1 nanogrammi su metro cubo come media nei tre giorni di rilevamento) pesa l’incognita sulle modalità dei prelievi effettuati (ad esempio nulla viene detto circa la temperatura a cui sono avvenuti i prelievi. Giova infatti ricordare che il processo di massima formazione delle diossine avviene a temperature tra i 200 ed i 450 °C mentre a livelli superiori dominano i processi di distruzione delle diossine).
Equivocare, come qualcuno maldestramente potrebbe fare, fra i due valori ovvero quello espresso come concentrazione, (cui fa riferimento la legge 152/06) per il quale l’impianto di agglomerazione sarebbe a norma, e quello espresso come Indice di Tossicità Equivalente non può reggere in alcun modo.
D’altro canto lo stesso decreto legislativo sulle BAT raccomanda l’adozione di tecniche da adottarsi per la depolevrazione dei fumi dal processo di sinterizzazione nell’impianto di agglomerato in grado di garantire valori di PCDD/F inferiori o fino a 0,5 ng TEQ/Nmc.
Non a caso la Regione Friuli Venezia Giulia proprio recentemente ha prescritto che le emissioni dall’impianto sinterizzazione agglomerato di Servola non debbano superare 0,4 ng/Nmc e che l’eventuale superamento determinerebbe la chiusura immediata dell’impianto.
La CEE ha posto come limite all’emissione di diossine e furani il valore di 0,1 ng/Nmc (nanogrammi su normal metro cubi) espresso come equivalente tossico di TCDD. Come è noto fra tutti i componenti delle diossine e furani il gruppo più tossico è proprio il composto tertraclorodibenzodiossina che è stato assunto a riferimento attribuendogli un coefficiente di tossicità unitario.
Ora non bisogna perdere tempo. A mio avviso occorrerebbe la rapida convocazione del tavolo dell’Atto di Intesa al fine di pervenire alla definizione di un programma di interventi da parte di Ilva mirati alla installazione nell’impianto di sinterizzazione dell’agglomerato di una fra le tecnologie di rimozione di PCDD/F oggi disponibile e consolidata nelle applicazioni industriali.
I precipitatori elettrostatici tecnologicamente avanzati quali gli elettrofiltri MEEP (moving electrode electrostatic precipitator) che Ilva ha installato a seguito delle prescrizioni contenute nel DPR sull’area a rischio si rivelano efficaci nel sistema di abbattimento e di contenimento di altri inquinanti ma insufficienti contro le diossine.
Occorre senza indugio passare alla applicazione della tecnologia dell’adsorbimento che avviene con l’iniezione a monte degli elettrofiltri di polvere di carbone e/o eventuali altri additivi (calce e carbonato o bicarbonato di sodio). Con questa tecnica le PCDD/F allo stato gassoso sono adsorbite sulla polvere di carbone e/o altro e vengono poi abbattute negli elettrofiltri.
Tale tecnologia ove è stata applicata ha finora permesso di rispettare i limiti di emissione per le diossine con valori attorno o di poco superiori lo 0,1 ng TEQ/Nmc..
Se non si procede rapidamente su questa strada c’è una sola alternativa per il bene della comunità ovvero la chiusura dell’impianto.
Nello De Gregorio
Articoli correlati
- Chi fornisce a Taranto i dati orari del benzene?
Antonio e i picchi del benzene
Un esperto degli algoritmi da Londra manda i grafici dei picchi del benzene. Tra una pausa e l'altra del suo lavoro, sforna le cattive notizie che turbano la quotidianità degli ecotarantini che sanno leggere ascisse, ordinate e diagrammi cartesiani. Cronaca assurda in una città inquinata.2 febbraio 2023 - Alessandro Marescotti - Video con l'intervento di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
Audizione di PeaceLink sul decreto che istituisce lo scudo penale per l'ILVA
"Il decreto non è emendabile e se viene convertito in legge equivale a riportare in Italia la pena di morte, per di più verso persone innocenti di cui non conosciamo nome, sesso, età e volto".24 gennaio 2023 - Redazione PeaceLink - Uno sketch del regista Giuseppe Giusto
PeaceLink in audizione al Senato sullo scudo penale all'ILVA
Il decreto legge che istituisce l'immunità penale per chi inquina è una grave intromissione nella sfera di autonomia della magistratura che a Taranto ha operato per la difesa della salute dei cittadini disponendo la confisca e il sequestro degli impianti inquinanti.23 gennaio 2023 - Redazione PeaceLink - Mettiamo alla prova il software di intelligenza artificiale Chat GPT
Cosa dovrebbe fare un parlamentare di fronte a un decreto legge sullo scudo penale per chi inquina?
"Scrivi una storia su un parlamentare che ama la sua città e scopre che il governo scrive un decreto legge per dare l'immunità penale a chi inquina la sua città. Scopre che anche il suo partito, pur con qualche distinguo, sostiene il decreto legge".22 gennaio 2023 - Alessandro Marescotti
Sociale.network