Lettera a Famiglia Cristiana sulle "missioni di pace"
Gentile Direttore Antonio Sciortino,
Gentile Redazione di Famiglia Cristiana,
nel settore "attualità" del Blog di Famiglia Cristiana si legge una recensione ad un libro edito da San Paolo, dal titolo "Il cuore delle missioni di pace". Vi si legge un elogio delle lettere e dei messaggi inviati dai soldati durante le cosiddette missioni di pace. E' anche specificato che la recensione si esime dal dibattito parlamentare sui costi delle armi e su quanti ritengano che l'espressione giusta da usare sia "missione di guerra" o "missione di pace".
Noi Redattori di PeaceLink rimaniamo perplessi per questa recensione in quando da anni la rivista Famiglia Cristiana ha sempre assunto posizioni di denuncia della guerra, comunque sia camuffata, distinguendosi come una voce critica, fuori dal coro, e al contempo costruttiva nel contesto sociale. In queste "missioni di pace" vengono taciute le vittime, i costi e i retroscena economici. Noi Redattori di PeaceLink, attivisti per la pace, riteniamo che oggi i militari italiani impegnati in teatri di guerra come l'Afghanistan stiano combattendo una guerra a tutti gli effetti. Negarlo è impossibile. Per cui è una missione completamente incompatibile con quanto previsto dall'articolo 11 della Costituzione. Dunque vorremmo comprendere, insieme alla redazione di Famiglia Cristiana, quali siano le motivazioni che sottendono ad una recensione su queste "missioni di pace" che non ne metta in evidenza i restroscena geostrategici, militari e di controllo delle risorse, oltre che di violenza e di morte. Crediamo che, per innescare processi di pace, occorre avviare processi di coscientizzazione e di informazione sulla guerra, specie quando viene furbescamente sdoganata con il nome di "pace".
Patrick Boylan, Alessio Di Florio, Alessandro Marescotti, Laura Tussi
PeaceLink
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