Anche il Ministro dell'Ambiente ha dichiarato che non è stato garantito il risanamento degli impianti
"Ilva insostenibile"
Fondo Antidiossina e PeaceLink ritengono improrogabile il fermo di quegli impianti inquinanti in cui si sono verificate le gravi infrazioni dell'AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), così come prevede la normativa in merito e ritengono che il loro funzionamento provocherebbe ulteriori gravi danni alla salute e all'ambiente.
3 giugno 2013
|
Note: L'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE EUROPEA
ILVA, urgente un intervento della Commissione Europea"
Monica Frassoni
Co-Presidente Partito Verde Europeo
Bruxelles 3 Giugno 2013
“Esistono ragioni molto fondate per ritenere che la situazione attuale dell'ILVA sia illegale anche nei confronti del diritto europeo, ci sembra urgente che la Commissione Europea intervenga in modo netto, per impedire che eventuali ulteriori disposizioni da parte del governo possano rinviare ancora una volta l'applicazione di misure urgenti, possibili e già indicate nelle leggi in vigore. La grave situazione in cui versa l'ILVA deve tenere conto dell'urgenza di agire subito sulla gravissima situazione ambientale e di rispondere con atti reali alla colpevole inerzia dell'ILVA nel rispettare delle prescrizioni ambientali dell'AIA. " Denuncia Monica Frassoni, Co-Presidente del Partito Verde Europe.
Per questo motivo il deputato Raül Romeva, membro del Gruppo Verdi al Parlamento Europeo, ha presentato un'interrogazione in Parlamento in merito alla questione ILVA e al rispetto della direttiva 75/EU/2010 sulle emissioni industriali e in materia di responsabilità ambientale, per il mancato rispetto della quale la Commissione aveva già inviato un parere motivato nel 2012.
Monica Frassoni, ricorda inoltre che nel 2012 il Parlamento Europeo con una risoluzione chiedeva che l'ILVA attuasse la direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale basata sul principio del "chi inquina paga".
In particolare, l'interrogazione, depositata dal deputato Verde Raül Romeva, chiede se la legge 231/2012, detta salva ILVA, sia in linea con l'articolo 18 della direttiva comunitaria in materia di emissioni industriali, anche alla luce dello stato di non attuazione delle prescrizioni del 2012. L'interrogazione chiede di verificare se le autorità italiane abbiano violato le norme comunitarie in materia di responsabilità ambientale anche in seguito alla decisione del governo di accettare i ritardi alle prescrizioni.
ILVA, urgente un intervento della Commissione Europea"
Monica Frassoni
Co-Presidente Partito Verde Europeo
Bruxelles 3 Giugno 2013
“Esistono ragioni molto fondate per ritenere che la situazione attuale dell'ILVA sia illegale anche nei confronti del diritto europeo, ci sembra urgente che la Commissione Europea intervenga in modo netto, per impedire che eventuali ulteriori disposizioni da parte del governo possano rinviare ancora una volta l'applicazione di misure urgenti, possibili e già indicate nelle leggi in vigore. La grave situazione in cui versa l'ILVA deve tenere conto dell'urgenza di agire subito sulla gravissima situazione ambientale e di rispondere con atti reali alla colpevole inerzia dell'ILVA nel rispettare delle prescrizioni ambientali dell'AIA. " Denuncia Monica Frassoni, Co-Presidente del Partito Verde Europe.
Per questo motivo il deputato Raül Romeva, membro del Gruppo Verdi al Parlamento Europeo, ha presentato un'interrogazione in Parlamento in merito alla questione ILVA e al rispetto della direttiva 75/EU/2010 sulle emissioni industriali e in materia di responsabilità ambientale, per il mancato rispetto della quale la Commissione aveva già inviato un parere motivato nel 2012.
Monica Frassoni, ricorda inoltre che nel 2012 il Parlamento Europeo con una risoluzione chiedeva che l'ILVA attuasse la direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale basata sul principio del "chi inquina paga".
In particolare, l'interrogazione, depositata dal deputato Verde Raül Romeva, chiede se la legge 231/2012, detta salva ILVA, sia in linea con l'articolo 18 della direttiva comunitaria in materia di emissioni industriali, anche alla luce dello stato di non attuazione delle prescrizioni del 2012. L'interrogazione chiede di verificare se le autorità italiane abbiano violato le norme comunitarie in materia di responsabilità ambientale anche in seguito alla decisione del governo di accettare i ritardi alle prescrizioni.
Parole chiave:
ilva
Articoli correlati
- L'inquinamento persiste ancora a Taranto
E' a rischio il polo dei microinquinanti dell'ARPA Taranto
La questione è stata sollevata da Antonio Lenti che ha ottenuto un voto unanime sulla mozione a sostegno del polo in consiglio comunale di Taranto e sarà oggetto di un'audizione nella commissione ecologia della regione Puglia.27 settembre 2024 - Fulvia Gravame - Comunicato stampa di Europa Verde Taranto
Salviamo il Polo di Specializzazione Microinquinanti dell'ARPA di Taranto!
Forte presa di Gregorio Mariggiò a difesa della struttura che svolge le analisi per cercare i microinquinanti, tra i quali le diossine, che danneggiano gravemente l'ambiente e la salute a Taranto. Sarà presentato un ordine del giorno al Comune di Taranto tramite il consigliere Antonio Lenti.31 luglio 2024 - Nel suo cervello polveri finissime di minerali usati nei processi siderurgici
La lotta prosegue nel nome del piccolo Lorenzo Zaratta
Il processo Ambiente Svenduto molto probabilmente andrà rifatto per un problema procedurale. Sempre che - con un ricorso in Cassazione - non sia possibile evitare lo spostamento da Taranto a Potenza. Noi però continuiamo per dare giustizia al piccolo Lorenzo, morto per un tumore al cervello.16 settembre 2024 - Alessandro Marescotti - Come è accaduto in Gran Bretagna
Ogni tanto occorrono scuse solenni a nome dello Stato
A Taranto lo Stato - inteso come potere legislativo ed esecutivo - è venuto meno al suo dovere di proteggere e ha fermato persino la magistratura che ha fatto di tutto per svolgere un ruolo di supplenza. Il dovere di proteggere è il cardine di tutto. Ma il presidente Mattarella è silente.5 settembre 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network