Un nuovo virus si aggira per la Lombardia
Devo dirla tutta. Non ho mai creduto nel collegamento fra polveri sottili e diffusione del coronavirus. Ho invece sempre creduto nel fatto che il coronavirus si sia diffuso perché sono state anteposte le ragioni dell'economia a quelle della salute. Perché sono state anteposte le ragioni del business del calcio alla sicurezza della persone. E non credo neppure all'incoscienza delle persone come causa primaria scatenante, ma all'incoscienza di chi le dirige mentalmente ed economicamente. Il resto, il gregge, segue a ruota.
E così si assiste nel giro di poche settimane dall'alzata di spalle ironica verso il virus al fuggi fuggi generale, tutti tappati in casa, all'assalto alle mascherine, per arrivare adesso - con una repentina retromarcia che lascia di stucco - all'apoteosi della follia: il ritorno alla normalità, business as usual. Una retromarcia con le precauzioni declamate per buona educazione e per un minimo di pudore. Ma è una retromarcia che fa ritornare alla normalità, o quasi, mentre ancora il coronavirus falcia le persone. Una voglia di produrre che neppure in Cina abbiamo visto. Perché la Cina ha riaperto la produzione quando il virus era stano battuto e non mentre stavano combattendo.
Ma in Lombardia no, la Lombardia fa ciò che neanche la Cina avrebbe fatto.
Vogliono tornare a produrre mentre i medici perdono la vita nelle corsie per curare i malati.
E vogliono tornare anche a far giocare i calciatori, con il loro giro di miliardi, con tamponi e test sierologici a tutti: quanto zelo. Lo avessero per i medici e gli infermieri.
La Lombardia leghista adesso scalpita per ritornare a produrre, a fare affari.
Da ieri sera lo hanno detto.
Su questa mentalità che antepone la produzione alla salute si è soffermata la giornalista Susanna Turco nell'ultimo numero dell'Espresso.
E' una follia che ha garantito la strage di Stato a Taranto, con l'Ilva. Ed è la follia che è alla base delle scelte avventate oggi, che solo un sussulto delle coscienze potrà fermare.
Quando vederete le altre bare sfilare una dopo l'altra in mesta processione notturna, come a Bergamo, pensateci e direte anche voi: non sono state le polveri sottili.
E quando avrete paura di essere contagiati, non guardate a sud, agli immigrati sporchi e stracciati, ma guardate più a nord. Non siate ipocriti fino al midollo. Guardate a nord, perché il virus arriverà in giacca e cravatta.
Articoli correlati
- Partenza dal piazzale Bestat alle ore 17
Piattaforma rivendicativa della manifestazione del 23 aprile a Taranto
Occorre fermare le emissioni dell'ILVA che sono alla base di gravi danni alla salute e all'ambiente. E al contempo avanziamo la richiesta di un risarcimento alla comunità e di un nuovo sviluppo che parta dalla rigenerazione del territorio.19 marzo 2024 - Associazioni Riunite Taranto - Ennesimo decreto Salva IILVA
Bocciato l'ordine del giorno di Angelo Bonelli sull'ILVA di Taranto
Il 13 marzo è stato convertito in legge l'ultimo decreto in materia di ILVA con un iter blindato e senza che ci fosse la possibilità di introdurre norme a difesa dell'ambiente e della salute. Nonostante ciò, la battaglia non è finita. Taranto resisti! Taranto non sei sola.21 marzo 2024 - Fulvia Gravame - Interpellanza in merito al futuro degli impianti ILVA
Angelo Bonelli fa una domanda difficile al governo. Avremo mai risposta?
Se il governo non consideri prioritario destinare le risorse assegnate all'intervento «Utilizzo dell'idrogeno in settori hard-to-abate» di DRI d'Italia a progetti che invece potrebbero concretamente risolvere, una volta per tutte, l'emergenza ambientale e sanitaria della città di Taranto.21 marzo 2024 - Fulvia Gravame - Al Ministro dell'Ambiente
Richiesta di indagine su picco di benzene a Taranto
Le scrivo per segnalare un preoccupante picco di benzene con un valore di 61 microgrammi per metro cubo come media oraria, ben al di sopra del valore di soglia di 27 microgrammi a metro cubo adottato come riferimento dalla comunità scientifica17 marzo 2024 - Alessandro Marescotti
Sociale.network