Anteporre il profitto alla salute

Un nuovo virus si aggira per la Lombardia

La Lombardia vuole fare da maggio ciò che neanche la Cina avrebbe fatto: tornare a produrre mentre il coronavirus non è stato sconfitto. Vogliono tornare a produrre mentre i medici perdono la vita nelle corsie per curare i malati. 
16 aprile 2020

Devo dirla tutta. Non ho mai creduto nel collegamento fra polveri sottili e diffusione del coronavirus. Ho invece sempre creduto nel fatto che il coronavirus si sia diffuso perché sono state anteposte le ragioni dell'economia a quelle della salute. Perché sono state anteposte le ragioni del business del calcio alla sicurezza della persone. E non credo neppure all'incoscienza delle persone come causa primaria scatenante, ma all'incoscienza di chi le dirige mentalmente ed economicamente. Il resto, il gregge, segue a ruota.

E così si assiste nel giro di poche settimane dall'alzata di spalle ironica verso il virus al fuggi fuggi generale, tutti tappati in casa, all'assalto alle mascherine, per arrivare adesso - con una repentina retromarcia che lascia di stucco - all'apoteosi della follia: il ritorno alla normalità, business as usual. Una retromarcia con le precauzioni declamate per buona educazione e per un minimo di pudore. Ma è una retromarcia che fa ritornare alla normalità, o quasi, mentre ancora il coronavirus falcia le persone. Una voglia di produrre che neppure in Cina abbiamo visto. Perché la Cina ha riaperto la produzione quando il virus era stano battuto e non mentre stavano combattendo.

Ma in Lombardia no, la Lombardia fa ciò che neanche la Cina avrebbe fatto. 

Vogliono tornare a produrre mentre i medici perdono la vita nelle corsie per curare i malati. 

E vogliono tornare anche a far giocare i calciatori, con il loro giro di miliardi, con tamponi e test sierologici a tutti: quanto zelo. Lo avessero per i medici e gli infermieri.

La Lombardia leghista adesso scalpita per ritornare a produrre, a fare affari.

Da ieri sera lo hanno detto.

Su questa mentalità che antepone la produzione alla salute si è soffermata la giornalista Susanna Turco nell'ultimo numero dell'Espresso.

E' una follia che ha garantito la strage di Stato a Taranto, con l'Ilva. Ed è la follia che è alla base delle scelte avventate oggi, che solo un sussulto delle coscienze potrà fermare.

Quando vederete le altre bare sfilare una dopo l'altra in mesta processione notturna, come a Bergamo, pensateci e direte anche voi: non sono state le polveri sottili.

E quando avrete paura di essere contagiati, non guardate a sud, agli immigrati sporchi e stracciati, ma guardate più a nord. Non siate ipocriti fino al midollo. Guardate a nord, perché il virus arriverà in giacca e cravatta.

Uomo di spalle, fotografia di Davide Nesti

Articoli correlati

  • ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica
    PeaceLink
    Lettera ai sostenitori di PeaceLink

    ILVA, continua la nostra lotta per l'ambiente e la salute pubblica

    L’annullamento della sentenza di primo grado rappresenta un passo indietro, causato da questioni procedurali. Ma non equivale a un'assoluzione. La realtà dell’inquinamento dell’ILVA rimane comunque acquisita e il GIP di Potenza Ida Iura ha infatti emesso un nuovo decreto di sequestro degli impianti.
    29 ottobre 2024 - Associazione PeaceLink
  • Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink
    PeaceLink
    Ottobre 2024

    Lettera di ottobre agli amici di PeaceLink

    Vogliamo porre al centro il tema del diritto alla felicità. È un tema che dovrebbe toccare ciascuno di noi, invitandoci a immaginare insieme una società futura che combatta la solitudine, che superi la rassegnazione individuale e che riaffermi il principio di speranza e felicità condivisa.
    29 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • La buffa cerimonia del ministro Urso
    Ecologia
    La riattivazione dell'altoforno 1 dell'ILVA di Taranto

    La buffa cerimonia del ministro Urso

    Si potrebbe paragonare l'inaugurazione di oggi all'assurdità di una cerimonia in cui la FIAT mettesse in piedi un evento per presentare con orgoglio una Fiat 1100 malconcia di sessant'anni fa, invece di un'auto elettrica moderna e all'avanguardia.
    15 ottobre 2024 - Alessandro Marescotti
  • Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione
    Taranto Sociale
    L'inquinamento dell'ILVA va oltre il cambiamento climatico

    Un futuro da costruire insieme a Taranto, la riconversione

    Al termine del corteo dei Friday For Future di Taranto, Roberto ha letto questo testo che esprime le sue preoccupazioni e le sue speranze e che si conclude così: "Uniti possiamo far sentire la nostra voce e costruire un futuro migliore per noi e per le generazioni a venire."
    11 ottobre 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)