Mobilitazione militare in Ucraina: donne divise sulla "rotazione" dei soldati al fronte

"Mio marito compirà 54 anni e desidera anche lui vivere ancora"

Ci sono donne che chiedono in ritorno a casa dei loro uomini e donne che non vogliono la partenza dei cinquantenni. Vi è tuttavia una speranza. Che lo spirito femminile sia omnicomprensivo. E che le donne ucraine giungano a parlare di pace con le donne russe.
4 febbraio 2024

Il 30 gennaio, si legge su Fatto Quotidiano, il consiglio dei ministri ucraino ha rilanciato il dibattuto disegno di legge sulla mobilitazione, suscitando reazioni contrastanti nella società. La proposta, già bocciata in precedenza, sembra mantenere intatte alcune criticità, soprattutto per quanto riguarda i diritti umani, come segnalato dal movimento pacifista.

In risposta, canali Telegram ucraini vedono donne organizzarsi per una possibile mobilitazione in piazza. Il nuovo disegno di legge fa discutere. Emergono voci contrarie, con il movimento che cerca di stabilire un limite massimo al servizio militare di 18 mesi, mentre il disegno di legge propone una durata di 36 mesi, suscitando indignazione.

Particolarmente significativa è la differenza di opinioni tra le donne di età diversa. Alcune più giovani desiderano una rotazione che riporti a casa i loro mariti provati da oltre 18 mesi di guerra. Ma ciò implica una mobilitazione dei cinquantenni. La proposta di mobilitazione militare coinvolge uomini fino a 60 anni, generando altre opposizioni.

E così sui canali Telegram si assiste a una pluralità di prese di posizione che rispecchiano le aspettative, da una parte, di chi desidera la smobilitazione dei soldati dopo 18 mesi al fronte e le preoccupazioni, dall'altra, di coloro che si oppongono completamente a una nuova mobilitazione.

La controversia evidenzia le tensioni presenti nella società ucraina, con donne divise tra il desiderio di riavere i propri cari a casa e la preoccupazione per una mobilitazione prolungata in un contesto dal futuro sempre più incerto.

La parola "smobilitazione", non accompagnata dalla parola "pace", rischia di tradursi in una "mobilitazione" di chi fino a ora per ragioni di età in guerra non vi è andato. I parenti dei soldati russi, che prendono parte alla cosiddetta "operazione militare speciale" in Ucraina, si riuniscono per deporre fiori presso la Tomba del Milite Ignoto a Mosca il 6 gennaio 2024. Afp - Olga Maltseva

Vi è tuttavia una speranza. Che lo spirito femminile sia omnicomprensivo. Ogni donna può avere un figlio, un padre, un marito, un compagno, un fratello che rischia rischia la vita al fronte o che la può mettere in pericolo con questa nuova mobilitazione. La forza delle donne sta in questa capacità di abbracciare la vita. E potrebbe essere, quella delle donne, la forza per chiedere l'avvio di negoziati di pace, oggi vietati per decreto presidenziale.

Del resto anche in Russia si sta sviluppando un movimento analogo di donne che manifestano pacificamente e che potrebbero prima o poi lanciare un messaggio di pace alle donne ucraine.

Ma c'è ancora qualcuno che in Ucraina sui social scrive: bisogna volere la vittoria, non la pace.

Note: Testo elaborato con il supporto linguistico dell'IA generativa.

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