Un piano dai dettagli segreti

Ucraina: l'escalation nascosta dietro il piano europeo di "interdizione"

"Interdizione" non è sinonimo di "interposizione". Non siamo di fronte a un'operazione di pace, ma a un intervento che, per la Russia, equivale a una dichiarazione di guerra. L'invio di truppe occidentali in Ucraina sarà considerato un atto ostile, con conseguenze militari imprevedibili.

L'idea di una "forza di interdizione" in Ucraina, sostenuta dal presidente francese Emmanuel Macron e dal premier britannico Keir Starmer, rappresenta un salto di qualità nella strategia occidentale. Secondo il Sunday Times, il piano prevede l'impiego di oltre diecimila soldati, con il coinvolgimento primario di Gran Bretagna e Francia e il supporto di una coalizione di oltre 35 paesi. Un'operazione che, dietro il linguaggio diplomatico, cela il rischio di un'escalation militare incontrollabile.

Un piano opaco e pericoloso

I dettagli della missione restano segreti, segno evidente che la trasparenza su questa iniziativa è scarsa. Ufficialmente, si tratta di un'operazione per "dissuadere la Russia" e garantire un cessate il fuoco, ma i termini stessi usati per definirla rivelano un'altra realtà. "Interdizione" non è sinonimo di "interposizione": mentre quest'ultima indica una forza neutrale che si frappone tra le parti per garantire la pace, l'interdizione è una strategia che mira a limitare o impedire le azioni nemiche. E che ha bisogno dell'aeronautica per dare copertura alle forze di terra.

In altre parole, non siamo di fronte a un'operazione di pace, ma a un intervento che, per la Russia, equivale a una dichiarazione di guerra. Non sorprende che Mosca abbia già avvertito: l'invio di truppe occidentali in Ucraina sarà considerato un atto ostile, con conseguenze imprevedibili.

Il rischio di un punto di non ritorno

Se questo piano verrà attuato, l'Europa entrerà in una spirale pericolosa. Il coinvolgimento diretto di soldati britannici e francesi aprirebbe le porte alla necessità di una copertura aerea, che potrebbe trasformarsi in una "no-fly zone" imposta alla Russia. Il passo successivo? Un confronto militare diretto tra Mosca e alcuni paesi della NATO.

Le lezioni della storia ci insegnano che le guerre spesso si espandono oltre le intenzioni iniziali. 

Diplomazia o catastrofe?

Questa strategia rischia di trascinare l'Europa in un baratro di cui nessuno conosce il fondo. La soluzione non può essere l'invio di soldati, bensì la prosecuzione seria delle trattative diplomatiche già avviate. Se l'obiettivo è davvero la pace, occorre costruire percorsi realistici per arrivare alla pace possibile. Occorre fare molta attenzione alla retorica della "pace giusta". Dietro questa bella definizione si può anche nascondere l'inferno. Ossia la strategia per un'escalation destinata a moltiplicare le vittime e a destabilizzare ulteriormente l'Europa. Zelensky

Gli assurdi errori di Zelensky

Le guerre non si fermano con condotte irresponsabili verso il proprio esercito. La disfatta ucraina nella regione russa del Kursk sia di monito per tutti: Zelensky ha giocato alla guerra per scopi mediatici. E così si ha compiuto solo delle idiozie militari che avevamo previsto già nel 2024.

La guerra non è uno show. Oggi i soldati ucraini stanno pagando drammaticamente le scelte assurde del loro presidente che ha attaccato la Russia nel Kursk sguarnendo il Donbass. I soldati di Kiev si stanno ritirando di notte per evitare di essere uccisi. A questo smacco della ritirata si può porre rimedio imboccando seriamente la strada della trattativa per porre fine all'inutile massacro. Ma la strategia metta in atto da Macron e Starmer, con l'avallo di uno Zelensky sempre più debole, rischia di sabotare la pace possibile. E forse è proprio quello che Putin cerca per provocare la Caporetto dell'Ucraina. Putin cerca un avversario politicamente e militarmente sciocco e lo ha trovato.

 

Articoli correlati

  • Puntavano sulla vittoria militare e ora sono sconfitti
    Editoriale
    I leader europei sull'Ucraina ai margini della scena mondiale

    Puntavano sulla vittoria militare e ora sono sconfitti

    In Alaska Putin ha camminato sul tappeto rosso ed è stato accolto con tutti gli onori da Trump, persino con un applauso. Quali insegnamenti possiamo trarre da questo clamoroso cambio di scena? Quali opportunità per il movimento pacifista?
    16 agosto 2025 - Alessandro Marescotti
  • Presentata a New York la “Dichiarazione dei giovani per la Pace nel Mediterraneo”
    Pace
    Nell’ambito di un evento collaterale all’80esima Assemblea Generale dell’ONU

    Presentata a New York la “Dichiarazione dei giovani per la Pace nel Mediterraneo”

    Quest'articolo nasce da una conversazione con Giovanna Gagliardi, attivista/militante di “Un ponte per… “, Ong nata durante la prima guerra in Iraq per dare solidarietà umana e materiale alla martoriata popolazione civile, vittima dei bombardamenti su Baghdad degli USA e dei suoi Stati vassalli.
    14 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
  • Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra
    Pace

    Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra

    Come si cerca di educarci alla guerra, sin da piccoli. Ora, in Ucraina, ancora di più.
    10 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
  • A Kiev un crimine di guerra
    Pace

    A Kiev un crimine di guerra

    Oggi è il 6 agosto. Esattamente ottant’anni fa, nel 1945, gli Stati Uniti d’America sganciarono la bomba atomica che ridusse in macerie la città giapponese di Hiroshima e in polvere gran parte dei suoi abitanti.
    6 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)