E' in carcere per aver rivelato i crimini di guerra australiani

Un altro caso Assange

Si chiama David William McBride, ha perso il lavoro ed è in prigione per aver rivelato la verità. Dice che il sacrificio ne vale la pena: dobbiamo lasciare un mondo dignitoso ai nostri figli. Il 9 ottobre apparirà in tribunale per fare appello: sosteniamolo!
4 ottobre 2025
Ida Merello

David McBride

Reporter australiano come Julian Assange, David William Mc Bride (Sydney, 1963) si arruola nell’esercito australiano come avvocato militare, ma poi non ce la fa a coprire i crimini di guerra di cui è testimone.

Nel 2017 viene congedato con la diagnosi di disturbo da stress post traumatico, e immediatamente rende pubblici, alla televisione australiana, i documenti dei crimini compiuti da soldati australiani in Afghanistan.

Accusato di aver violato il segreto militare, è arrestato nel 2018 dalla Federal Police australiana, e processato solo nel 2023, quasi cinque anni dopo. In carcere scrive The Nature of Honour (2023), non ancora tradotto in italiano. Si dichiara colpevole e viene condannato a una pena di cinque anni e otto mesi, senza possibilità di libertà condizionale per i primi due anni. 

Il percorso di McBride da avvocato militare a whistleblower detenuto è diventato emblematico del difficile rapporto dell'Australia con la verità.

La domanda al centro del caso è apparentemente semplice: esistono circostanze in cui un soldato può legittimamente disobbedire agli ordini dei superiori, secondo l'attuale diritto australiano? La risposta per i militari australiani è no. Ma questa disposizione ignora il principio di Norimberga. 

Il Tribunale di Norimberga, dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha stabilito che gli individui non possono sottrarsi alla responsabilità penale sostenendo di aver semplicemente eseguito gli ordini quando tali ordini violano i principi fondamentali del diritto. Questa dottrina è diventata una pietra angolare del moderno diritto internazionale umanitario. Si contesta a Mc Bride di aver violato ordini legittimi: ma legittimi erano anche gli ordini degli ufficiali tedeschi.

McBride ha esaminato i fascicoli afghani: una serie di articoli pubblicati dall'ABC nel 2017, basati su una serie di documenti della difesa. Descrivevano dettagliatamente le accuse di uccisioni illegali da parte delle forze speciali, poi riprese nell'inchiesta britannica. McBride insiste sul fatto che l'articolo non riguardasse mai solo l'Afghanistan, o l’insabbiamento di crimini di guerra. Riguardavano anche attività potenzialmente illegali in Iraq. L’organizzazione gli è apparsa marcia da cima a fondo: i fallimenti in Afghanistan non hanno mai riguardato solo soldati disonesti, ma tutta la leadership politica e militare. Invece i vertici della difesa hanno finto di procedere a indagini, per addossare le colpe a poche mele marce, in un complesso gioco mediatico. Lo scopo era proteggere la leadership delle forze di difesa.

Se la Corte Penale Internazionale avesse indagato su questi crimini, avrebbe preso di mira la leadership e sarebbe stato catastrofico per l'Australia. Se avessero davvero voluto perseguire i crimini di guerra, avrebbero usato le prove dei filmati dei droni. Invece hanno scelto di proteggere chi aveva ucciso senza motivo, addirittura offrendo una medaglia al merito a chi aveva ucciso un povero pastore, senza nessun motivo.

McBride ha perso il lavoro, è in prigione.

Ha 100 dollari sul conto.

Dice che il sacrificio ne vale la pena: dobbiamo lasciare un mondo dignitoso ai nostri figli.

Il 9 ottobre apparirà in tribunale per fare appello.

Sosteniamolo!

Note: Puoi contattare l'Ambasciata d'Australia in Italia
Indirizzo: Via Antonio Bosio 5, 00161 Roma
Telefono +39 06 85 27 21
Fax +39 06 85 27 2300
E-mail info-rome@dfat.gov.au

Testo che puoi inviare


Gentile Ambasciatore,

Le scrivo per esprimere la mia profonda preoccupazione per la condanna a cinque anni e otto mesi di carcere di David McBride, ex militare australiano processato per aver rivelato informazioni su presunti crimini di guerra commessi dalle truppe australiane in Afghanistan.

La condanna di McBride rappresenta un attacco alla libertà di informazione e un ostacolo alla ricerca della verità e della giustizia. Egli ha agito con integrità morale, spinto dal senso del dovere di proteggere i civili innocenti. La sua condanna è un'offesa a tutti coloro che credono nella giustizia e nella trasparenza.
Le chiedo di comunicare al governo australiano la mia contrarietà. Chi ha commesso i crimini è libero e chi li denuncia va in carcere? Così non va bene, signor ambasciatore.

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